Morto Armanini, primo condannato di Mani pulite

Morto Armanini, primo condannato di Mani pulite Stroncato da un tumore a 62 anni, dopo essersi sempre dichiarato innocente. Finì anche nella cronaca rosa per la love story con l'attrice Demetra Hampton Morto Armanini, primo condannato di Mani pulite Socialista, assessore a Milano, finì in carcere per400 milioni di mazzette MILANO GU ultimi che lo hanno visto, dicono che fosse diventato l'ombra di se stesso. E come un'ombra, senza il clamore che ha accompagnato metà deUa sua vita, a 62 anni se ne è andato per un male incurabile Walter Arma nini. Era diventato suo malgra. do, l'uomo record di TangentopoU: tra i primi socialisti ad essere arrestati da Di Pietro, il primo a subire un processo in diretta tv, ad essere condannato con sentenza definitiva e a finire in cella, a Orvieto. Dove nel '97 gli avevano sospeso la condanna, per le condizioni di salute. «Sono l'unico che paga. Sono il capro espiatorio. Sono la sola iniqua vittima di Tangentopoli», ripeteva l'ex assesore ai servizi cimiteriali del Comune di Milano, tessera psi da sempre dopo un esordio socialdemocratico. «Sono innocente, la verità è un'altra», aggiungeva poi, negando di avere intascato quelle mazzette per 400 milioni costate una condanna a cinque anni e sette mesi di carcere, di cui quattro condonati. A difesa spendeva il nome del suo casato, il veneziano Armanini Manin, cinquecento anni di storia esibiti nel medagUone con sigillo che portava al coUo e nel dipinto del Tiepolo, alla parete deU'abitazione milanese di via Goldoni. E la sua professione, queUa di commerciaUsta, novecento milioni all'anno denunciati. «Abbastanza per pagarmi tutte le campagne elettorali, insieme a qualche donazione», spiegava senza convincere giudici e magistrati. Ma il nome di Walter Armanini, oltre che a Tangentopoli rimarrà legato a quello di Demetra Hampton, l'attrice che aveva interpretato la Valentina televisiva. La loro relazione, durata un'estate malgrado la promessa di infinito amore, era stata lo scandalo estivo del '94. Dicono che di fronte a certe foto pubblicate dai rotocalchi rosa, l'allora presidente Scalfaro non se la sia sentita di firmare la domanda di grazia, chiesta daU'ex assessore socialista. E così, dopo una breve latitanza in Brasile, il 29 gennaio del '95 Ann ani ni aveva bussato alla porta del carcere di Orvieto. Tanto che Times gli aveva dedicato un articolo definendolo «il solitario prigioniero di Tangentopoli». Affermazione che allo stesso giornale, l'ex assessore aveva preferito tradurre con: «Sono il solo imbecille finito in carcere». Meno di un anno dopo, toccherà al finanziere Sergio Cusarti - e poi a pochissimi altri - finire dietro aUe sbarre. Su Armanini, era arrivato U momento di spegnere i riflettori. Per buona condotta, aveva ottenuto di lavorare da un antiquario in città, ma poco dopo si era ammalato. Dopo un intervento al cervello al Besta di Milano, i giudici di Orvieto avevano deciso il differimento deUapena. Per lui erano definitivamente tramontati i tempi in cui la sua firma spiccava accanto a quella di Bettino Craxi sui muri del Mutarci, il ristorante ritrovo del garofano milanese. E lontane le serate al Santa Lucia, altro locale frequentato da politici e gente deUo spettacolo. «DeUa sua vita privata parlava poco. Con dolore deUe sue vicende giudiziarie», ricorda adesso l'antiquario di Orvieto. «Parlava con risentimento di tanti politici, anche personaggi notissimi...», aggiunge il negoziante. Lo ricorda Paolo PilUtteri: «Era un amico, un compagno, un collaboratore. Ricordo la sua dignità, anche nei momenti in cui è facile perderla». Lo ricorda così, anche Carlo Tognoli: «E' stato un uomo molto sfortunato, prima il carcere, poi la malattia che lo ha portato alla morte». (f. poi.] Walter Armanini ai tempi della love story con Demetra Hampton

Luoghi citati: Brasile, Comune Di Milano, Milano, Orvieto