«Scuola, Concordato da rivedere»

«Scuola, Concordato da rivedere» Un'intervista del ministro scatena reazioni anche nella maggioranza. Gerardo Bianco (Ppi): potremmo uscire dal governo «Scuola, Concordato da rivedere» Berlinguer smentisce, ma il Vaticano attacca Mario Tortello Tempesta d'agosto sulla scuola italiana. Un'intervista di Luigi Berlinguer, diessino e ministro della Pubblica Istruzione, riesce a suscitare gli altolà di Vaticano e Conferenza episcopale, a minacciare per qualche ora la fuoruscita del Ppi del governo, a far insorgere il Polo. Ma, anche, a raccogUere adesioni a Botteghe Oscure. Tempesta in un bicchiere d'acqua? Scontri ideologici e polemiche sul nulla? Si vedrà. Ma la guerra di religione è virtualmente aperta. I fatti. «Basta catechismo neUe scuole», titola il «Giornale» di ieri, in prima pagina, annunciando un'intervista al titolare di viale Trastevere, che senza giri di parole avrebbe dichiarato: «Sono del parere che a scuola si debba fare cultura, non catechismo... Oggi, sarebbe giusto che tutto il problema tra laicità, religione e insegnamento fosse affrontato con distacco... Dobbiamo aggiornare l'impianto. Io penso si debba discutere di questo, ma comunque per trovare un'alternativa si deve modificare il Concordato». Apriti cielo. Di prima mattina, a fare un salto sulla sedia è il presidente del Ppi, Gerardo Bianco: «Non possiamo essere d'accordo nè sotto U profilo del contenuto nè delle relazioni tra Stato e Chiesa. Personalmente, ritengo che i Popolari debbano respingere con determinazione una tale linea, fino al punto di uscire dal governo. Invito il segretario Marini a riunire immediatamente la direzione per esaminare la questione». Dalla Minerva non arrivano lumi. Il ministro è in Messico. La portavoce a Berlino. Le segretarie rispondono con la cortesia di sempre, ma rinviano a ulteriori contatti. Poco dopo le 13 è l'ufficio stampa del ministro a parlare: «Talune interpretazioni redazionali sono distantissime dal pensiero del ministro Berlinguer e dalla sua azione quotidiana. Il riferimento alla ipotesi di modifiche del Concordato o all'insegnamento della religione nella scuola pubblica non sono in alcun modo tra le ipotesi presenti nella discussione. DeU'opinione del ministro è testimonianza autorevole su queste questioni l'intervento pronunciato in Senato a conclusione del dibattito che ha preceduto l'approvazione del disegno di legge sulla parità scolastica». Intervista smentita? Si tranquillizza Gerardo Bianco, anche se la puntualizzazione «non elimina del tutte alcuni dubbi, perchè - spiega alla «Stampa» - il ministro continua a dare l'impressione di sopportare l'ora di religione come pedag- gio da pagare, mentre resta l'asse portante di tutta la nostra tradizione sociale e civile, proprio nell'ottica di un'Europa unita». A riaccendere le polveri pensa Osvaldo De Paolini, vicedirettore del «Giornale»: «Capisco l'imbarazzo. Mi spiace. Ma l'intervista è registrata, le espressioni riportate sono pari pari quelle usate dal ministro, compresa la frase sul Concordato. Ho un'impressione: che su questo tema volessero proprio uscire; è una ferita aperta nella sinistra». E la tempesta d'agosto registra una nuova grandinata. «Dichiara¬ zioni che non possono non sorprendere - fa sapere la Santa Sede, attraverso una nota ufficiale del vicedirettore della Sala stampa, padre Ciro Benedettini -. Un tema così delicato dovrebbe essere trattato dopo opportuni contatti fra le parti». «Simili dichiarazioni sor¬ prendono, disorientano, disimpognano; e a dire il vero lasciano anche increduli - incalza monsignor Egidio Capobello, responsabile della. Cei per i problemi della scuola -. Così, si rischia di svuotare la prospettiva degli accordi concordatari». Chi ferma più il diluvio di parole? «Il primo da catechizzare è proprio il ministro», commenta monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como. «Consiglierei all'amico Berlinguer di stare un po' più calmo... Ma forse le sue parole sono solo il frutto del caldo», aggiunge monsignor Giuseppe Casale, vescovo emerito di Foggia. Si scatena il Polo. Forza Italia: «Follia diffusa nel governo» (Claudio Scajola); «Nuovo colpo alla libertà; formazione di regime» (Antonio Tajani); «Serve un dibattito serio e sereno» (Raffaele Costa). An: «Governo di megalomani che vuole riscrivere la storia e il Concordato» (Maurizio Gasparri); «Berlinguer è un vetero-laicista» (Gaetano Rebecchini). Ma il cielo si rannuvola anche dentro la maggioranza: «Affermazioni inaccettabili sul piano politi¬ co e culturale» (Giovanni Manzini, responsabile scuola Ppi). «No agli analfabeti religiosi» (Ombretta Fumagalli Carulli, Rinnovamento). L'Udeur di Mastella rincara la dose: «0 il ministro cambia idea, o si cambia il Concoi-dato, o si cambia... il ministro». Il verde Alfonso Pecoraro Scanio getta acqua sul fuoco: «No a guerre di religione». Il socialista Roberto Villetti: «Nessun scandalo da sollevare». Ma la senatrice Maria Grazia Pagano, responsabile scuola per i Ds, riapre la partita: «Ci sono questioni su cui c'è bisogno di una messa a punta delle norme concordatarie». Alle 18 del pomeriggio, viale Trastevere torna a farsi sentire. «Commenti stupefacenti - fa sapere Vittorio Campione, segretario particolare di Berlinguer -. Il ministro non ha mai, in nessuna occasione e in nessuna sede, dichiarato di voler chiedere la modifica del Con • cordato». Al cellulare del ministro risponde solo la segreteria. In vacanza a Città del Messico, il «barone rosso» era pronto a qualche mal di pancia. Ma, col pensiero, non andava oltre la «vendetta di Montezuma». Santa Sede e vescovi sorpresi «Così si svuotano gli accordi» L'Udeur: cambiamo il ministro Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer smentisce di voler mettere mano al Concordato firmato nell'84 Ma i vescovi italiani sono preoccupati «Queste dichiarazioni sorprendono disorientano e disimpegnano»

Luoghi citati: Berlino, Città Del Messico, Como, Europa, Foggia, Messico, Vaticano