La guerra ai Tir si sposta sulle statali

La guerra ai Tir si sposta sulle statali Risolto il ncdo Autobrennero, si apre un nuovo fronte: in primo piano i centri del Nord-Est La guerra ai Tir si sposta sulle statali Molti Comuni decisi a vietare il transito nella notte ROMA La battaglia infinita dei tir. «La posizione degli autotrasportatori è troppo rigida, eppure qui si rischia una catena, un fronte unito contro i bisonti della strada». Mauro Fabris, sottosegretario ai Lavori Pubblici, ha appena «spento» l'ultima protesta: così come sulT Autosole e sulle tangenziali milanesi, anche sulT Autobrennero si potrà sorpassare di notte. E di giorno, inoltre, il divieto di mettere la freccia fino al confine avrà inizio da AlaAvio, anziché da Affi. Ma una nuova «miccia» è pronta a scoppiare. «I camionisti dovrebbero essere contenti - dice Fabris -, tutte le concessionarie autostradali, in sede Aiscat, intendevano prendere questi provvedimenti limitativi. E ora c'è l'offensiva dei comuni che vorrebbero i tir fuori dalle statali». Trento, Bolzano e molte altre amministrazioni dell'Alto Adige (come Bressanone e Chiusa) chiedono infatti che si introduca sulle strade il completo divieto notturno al traffico pesante. Stesso provvedimento di «chiusura» è richiesto dal comune di Vicenza per la statale Bassano del Grappa - Trento, nella Val Brenta. «E lo stesso orientamento - afferma Fabris - è di molti altri comuni italiani». E' tutto sul tavolo del sottosegretario: per esempio telegrammi di comuni laziali - con tanto di fuma anche del prefetto di Latina - «interessati alla deviazioni del traffico merci nelle ore serali». Per gli autotrasportatori, quindi, quella di ieri potrebbe essere una vittoria di Pirro. «Tocca ai comuni - dice Fabris - gestire le strade statali che, attraverso provvedimenti per salvaguardare la salute pubblica, potrebbero tranquillamente essere proibite agli automezzi». Problemi ambientali,, inquinamento acustico, impatto rumoroso «fortemente negativo»: queste le motivazioni principali adottate dai comuni. «Del resto - osservano al Ministero dei Lavori Pubblici - l'Austria, applicando tariffe folli, ha praticamente interdetto il traffico notturno». E in realtà, per altre cause, il provvedimento di vietare l'accesso dei «bisonti» alle statali è stato già preso. Tutti i comuni della riviera adriatica e tirrenica, per non penalizzare il turismo, hanno già ottenuto negli orari notturni la deviazione del traffico pesante fuori dai centri abitati. In questo caso ha giocato un ruolo importante la concertazione: il 40% degli «oneri» sono andati alle amministrazioni locali, il 20% alle Società Autostrade e l'altro 40% agli autotrasportatori. Tuttavia a pagare non sono mai quest'ultimi: per coprire operazioni di «sicurezza stradale» c'è un fondo «ad hoc» al ministero dei Trasporti. «Ma non sempre si segue questa strada - dice Fabris - anche se il metodo della concertazione è quello migliore». Dunque per il popolo dei tir si apre un altro fronte. Non basta che il sindaco e il presidente della Provincia di Bergamo continuano a premere per imporre divieti sMt sull'autostrada Bergamo-BresciaMilano. E che i sindaci friuliani «per mettere fine all'inquinamento di benzene» vogliono adottarli anche alla Treviso-Udine. Ora i «bisonti» dovranno «rispondere» anche agli attacchi dei comuni. Intanto però gli autotrasportatori si godono la vittoria di ieri. Superata la resistenza del presidente della società Autobrennero Ferdinand Willeit: dal 16 agosto, dalle 22 alle 6, i tir torneranno a sorpassare. Non lo facevano dal 10 maggio. E non lo faranno, però, neanche nel tratto Chiusa Bressanone (città in cui Willeit è nato) e di giorno da Ala al confine. A settembre poi le decisioni verranno riesaminate e «non si esclude - dice Fabris - che con dati certi non vengano presi altri provvedimenti». E proprio sulla «verifica dei risultati» prosegue lo scontro. Paolo Ugge, segretario dell'Unifai, dopo l'incontro di ieri al ministero dei Lavori Pubblici, diffonde un comunicato: «Il presidente dell"Autobrennero' dà i numeri. Gli incidenti nel periodo della sperimentazione sono aumentati da 377 a 404 mentre quelli relativi ai tir sono passati da 106 a 96». Parzialmente soddisfatti Uti e Confartigianato: «E' solo un passo in avanti. Abbiamo strappato altri 30 chilometri di divieto ma il pollo è stato servito solo a metà». A ricorrere al Tar, però, sarà il Codacons: «Il provvedimento di revoca durante la notte espone a serio pericolo la salute degli utenti della strada». (gio. lam.) «

Persone citate: Fabris, Ferdinand Willeit, Mauro Fabris, Paolo Ugge, Willeit