Putin: «Regneranno online e disciplina»

Putin: «Regneranno online e disciplina» Inquietudine a Mosca sui veri disegni del nuovo primo ministro ed erede designato di Eltsin Putin: «Regneranno online e disciplina» «Due settimane per ripristinare la legalità nel Caucaso» AnnaZafesova MOSCA «Ordine e disciplina». Il premier designato Vladimir Putin ieri ha ripetuto queste due parole tanto spesso da far pensare che si tratti dì un vero e proprio programma. Nella sua prima giornata di lavoro il nuovo «erede» di Boris Eltsin ha subito tenuto a mostrarsi come uomo forte e deciso, pronto a risolvere tutti i numerosi problemi della Russia. Fino al giorno prima Putin era direttore dei servizi segreti, e le maniere del Kgb gli sono rimaste addosso. Ieri ha coniato la sua prima frase celebre: «Tutti coloro che destabilizzeranno la situazione andranno in carcere», ha promesso minaccioso. Non è chiaro a chi fosse indirizzato il monito, ma l'impressione prodotta è stata estremamente sfavorevole per Putin, tanto che la sera le «Izvestia» hanno parlato di un premier che «userai blindati». Allusione più che evidente ai macabri scenari che continuano a circolare per Mosca e che vedono Putin come il «braccio di ferro» del sempre più debole Eltsin, destinato a sopprimere l'opposizione a qualsiasi costo. Un'ipotesi che il premier designato ieri ha di nuovo smentito: in un'intervista al quotidiano «Kommersant» ha negato qualsiasi piano per cancellare le prossime elezioni o introdurre, servendosi come pretesto del conflitto nel Daghestan, lo stato d'emergenza, idi mio obiettivo ha detto - è proprio quello di garantire un corretto svolgimento delle elezioni». Ma subito dopo ha aggiunto una frase ambigua: «Non permetterò nessun aggravamento della situazione politica». Cosa si intenda per «aggravamento» non è chiaro. Certo è che fin dalle prime ore in carica Putin si è trovato ad affrontare una situazione intema scottante, soprattutto nel Caucaso. Ieri il premier designato ha presentato a Boris Eltsin un piano per respingere l'offensiva dei fondamentalisti nel Daghestan e, uscendo dal Cremlino, ha annunciata che il presidente l'aveva firmato. Putin però ha rifiutato categoricamente di rivelare i dettagli del suo programma, dicendo soltanto che la situazione «si sta normalizzando», e che per stabilizzarla definitivamente ci vorranno al massimo due settimane. Una dichiarazione che è suonata in stridente constrasto con le notizie dal Caucaso, che parlano ormai di una vera guerra. Prima di ogni altra cosa però Putin ha deciso di intervenire a Mosca: da ieri nella capitale vige un «regime speciale» di protezione per gli edifici strategici. Il ministero dell'Interno ha spiegato l'iniziativa con il pericolo di attacchi terroristici degli islamici. Ma la vox populi l'ha interpretata come un altro segnale dei piani oscuri del Cremlino. Anche il leader comunista Ghennadij Ziuganov ha alimentato ieri questi sospetti paragonando Putin a Boria, Ezhov e Jagoda, i sanguinari capi della polizia politica cu Stalin. Un'allusione curiosa per un politico che non ha mai rimproverato il «padre dei popoli» dei suoi crimini, affermando anzi che la portata delle repressioni nei gulag era stata «esagerata» dagli storici. Ma questo non significa affatto che il pc voterà contro la candidatura dell'«erede» di zar Boris: Ziuganov ne ha parlato come di un premier già insediato. Sembra infatti che Putin non avrà problemi a ottenere lunedì prossimo dalla Duma un voto positivo. Il pc, a quanto pare, non ha nessuna voglia di entrare in conflitto con il Cremlino a tre mesi dalle elezioni. Anche i 60 deputati del partito di Cemomyrdin, «Nostra casa la Russia», hanno deciso di appoggiare il candidato del Cremlino. E gli altri gruppi non hanno chiesto neppure di incontrare il premier designato prima del voto. Il tradizionale giro di consultazioni preliminari viene considerato inutile: «Tanto - ha detto il leader dei deputati regionali Oleg Morozov ormai i premier non durano più di due mesi». Qui a sinistra guerriglieri in Daghestan. Nella foto grande il nuovo premier russo Vladimir Putin stringe la mano al capo di Stato Maggiore «Chi destabilizzerà la situazione politica finirà in carcere». Le Izvestia commentano «Userai blindati»

Luoghi citati: Daghestan, Mosca, Russia