Il primo attentato del dopo-Netanyahu di Aldo Baquis

Il primo attentato del dopo-Netanyahu Arabo investe un gruppo di soldati, 10 feriti Il primo attentato del dopo-Netanyahu Aldo Baquis TEL AVIV L'apertura di un varco nelle fondamenta della moschea di Al-Aqsa da parte delle autorità islamiche di Gerusalemme, e l'investimento intenzionale di un gruppo di militari da parto di un giovane palestinese alla guida di un'auto rubata hanno fatto improvvisamente salire ieri la tensione fra il governo israeliano e l'Autorità nazionale palestinese. Ma da entrambe lo parti sono subito giunti segnali distensivi: il premier Ehud Barak ha evitato di drammatizzare l'attentato (probabilmente il gosto spontaneo di un giovano instabile), mentre il ministro palestinese Ziad Abu Ziad ha deplorato l'attacco ai militari. E in serata lo parti hanno annunciato la riconvocazione di commissioni misto di lavoro. L'attentato e avvenuto all'incrocio stradale di Nachshon, 30 chilometri a Sud-Ovest di Gerusalemme, dove di prima mattina A k nini I snia il Alt (.ni, 22 anni, originario di Betlemme, è sopraggiunto ad alta velocità travolgendo duo soldatesse che facevano l'autostop. Le militari hanno tentato di aggrapparsi a un finestrino, ma d giovane ha accelerato ed è scomparso. Dieci minuti dopo, però, ò ripiombato con la sua auto a 90 chilometri all'ora allo stesso incrocio stradale per travolgere nuovamente le duo ferite e un gruppo di soldati che prestavano loro soccorso. Un agente, preavvertito da un elicottero della polizia, lo attendeva con la pistola puntata. In pochi attimi, drammatici e convulsi, il palestinese ha ferito altri sei militari, poi è stato centrato dai proiettili dell'agente ed è andato a schiantarsi sotto un camion, morendo sul colpo. A Betlemme i conoscenti baili io escluso che Alqan militasse in organizzazioni politiche o frequentasse ambienti islamici. Il giovane aveva appena letto una biografia di Yahiyah Ayyash, «l'ingegnere» di Hamas autore di micidiali attentati anti israeliani, e cercava il «martirio». Subito prima dell'attentato aveva telefonato alla madre con un cellulare preannunciandole quanto stava per fare: la donna aveva mandato il marito e un altro figlio per tentare di fermarlo, ma i due non erano arrivati in tempo. «Si tratta di un fatto molto grave, che ci induce a moltiplicare gli sforzi nella lotta al terrorismo» ha commentato Barak, aggiungendo che sarà necessario che anche i servizi di sicurezza palestinesi facciano la loro parte. La notte precedente Barak era stato svogliato per una consultazione urgente relativa all'allargamento di un'apertura nel Muro meridionale della Spianata delle Moschee ordinata poco prima dal Waqf, l'Ente per la protezione dei boni islamici in Palestina. Per le autorità israeliane si trattava di una grave infrazione dello status quo di Gerusalemme da parte del Waqf, istituzione religiosa legata all'Autorità palestinese. Senza perder tempo, Barak ha ordinato alla polizia che le pietre secolari rimosse per aprire il varco fossero subito ricollocate al loro posto e presidiate da agenti. A Gerusalemme non si è ancora rimarginata la ferita del settembre 1996, quando israeliani e palestinesi si affrontarono armi in pugno dopo l'apertura di un tunnel archeologico ebraico alle pendici della Spianata delle Moschee. In due giorni di scontri (estesisi a Cisgiordania e Gaza) morirono complessivamente 80 persone, in prevalenza Palestine si. Quest'ultimo confronto rien tra in un più vasto braccio di ferro legato all'utilizzazione, da parte del Waqf, di vaste aeree sotterranee adiacenti alla parete meridionale della Spianata dove sorgono le moschee di Omar e di al-Aqsa. Tre anni fa, in reazione all'apertura del tunnel, il Waqf adibì a moschea sotterranea una vasta sala crociata nota come «Stalle di re Salomone». Adesso, secondo gli archeologi israeliani, il Waqf vorrebbe approntare una quarta moschea pure sotterranea - in un. locale finora utilizzato come magazzino che si trova sotto al-Aqsa All'interno però l'aria è umida e viziata: l'apertura di un varco è dunque necessaria per rendere l'ambiente più accogliente.

Persone citate: Ayyash, Barak, Ehud Barak, Nachshon, Palestine, Ziad Abu Ziad

Luoghi citati: Betlemme, Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme, Palestina, Tel Aviv