«Non sarebbe mai dovuto uscire»
«Non sarebbe mai dovuto uscire» ÙkCffifjCA^Cf rtOCURAJQRE AGGIUNTO Dì TORINO «Non sarebbe mai dovuto uscire» ^Ilpm che lo arrestò nell'80: legge da cambiare intervista IARCELLO Maddalena, [procuratore aggiunto di ■Torino, conosce bene Calogero Consales: è stato lui, nel 1980, a farlo finire in galera per la strage dei carabinieri e l'omicidio della moglie. E non è certo tenero nel commentare la storia di quest'ergastolano che, con quattro morti sulla coscienza, ha usato la semilibertà per uccidere ancora. Dice che la legge va cambiata, e che uno come Consales non avrebbe mai dovuto lasciare la cella. Dottor Maddalena, cosa ricorda di Consales? «Era un delinquente di spessore. Uno pericoloso». Com'è possibile che uno come lui sia stato ritenuto tanto innocuo da meritare, nonostante la condanna all'ergastolo, dei week end di libertà? «La legge purtroppo è questa. Lo consente. Anche nel caso in cui una persona abbia commesso dei fatti gravissimi». Come Calogero Consales? Anche se c'è di mezzo più di un morto? «Sì. E' ovvio che quest'uomo non avrebbe dovuto lasciare il carcere. Ma la legge non pone limiti in relazione al tipo di reato di cui ci si è resi responsabili. Si bada soltanto al comportamento tenuto dopo la senten¬ za. Una norma che meriterebbe di essere modificata». Modificata come? «Oggi, se il detenuto dimostra in qualche modo di essersi ravveduto, anche bluffando, mentendo, ottiene il beneficio. Una volta fuori, dovrebbe almeno essere controllato. E' questo il punto più debole delle regole attuali sulla scarcerazione». Cosa intende per «controllato»? «Oggi ci si limita a dei filtri più apparenti che reali, come può essere una firma in caserma o al commissariato: nessuno verifica che cosa fa realmente nelle ore Ubere un detenuto che ha avuto il beneficio di recarsi al lavoro o una persona agli arresti domiciliari». Per incuria, incapacità, o che altro? «No, nulla di tutto ciò. Dobbiamo renderci conto del fatto che 10 Stato non ha i mezzi a disposizione per sorvegliare le migliaia di persone che lasciano 11 carcere. E' inutile fare questioni di principio, sulle quali sono peraltro d'accordo: è ovvio, un detenuto va recuperato, dove possibile. E' giusto tentare in ogni modo. Ma bisognerebbe stare più attenti, comportarsi con maggiore serietà». Parla dei giudici di sorveglianza? «No, parlo delle regole. Non è colpa del giudice, che si limita ad osservare le regole. Sono i politici, il Parlamento, ad averle fissate. Poi qualche magistra- to può anche sbagliare. Ma se è la norma, a fare acqua, è inutile prendersela con i giudici». Ma allora, visto che non ci sono i mezzi per controllare realmente chi esce di galera, cosa bisognerebbe fare? Come va cambiata la legge? «Un po' più di severità non guasterebbe. Capisco che è impossibile comprendere che cosa passa nella testa di un detenuto, capire se si è ravveduto realmente o no. Ma proprio per questo è sbagliato basarsi solo sulle sue parole, e sul suo comportamento in cella, come si fa oggi: soprattutto per i reati più gravi». [n. pie.] A sinistra il procuratore aggiunto di Torino Marcello Maddalena Nel 1980 riusci a far arrestare i! responsabile di quattro omicidi Le sue vini me furono tre carabinieri e la moglie
Persone citate: Calogero Consales, Consales, Dottor Maddalena, Marcello Maddalena
Luoghi citati: Torino
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