«Condizionati dalla Cassazione»

«Condizionati dalla Cassazione» «Condizionati dalla Cassazione» L'accusa del giudice di sorveglianza «Quei verdetti vietano ilpugno duro» TORINO Sono i giudici di sorveglianza a decidere sulla concessione dei benefici ai detenuti. «Ma se cercano di usare il pugno duro, di calcare appena la mano, sbattono contro il muro della Corte di Cassazione, che privilegia la linea "morbida"». E' il pensiero di Marco Viglino, giudice di sorveglianza a Torino. Lei, uno come Consales, l'avrebbe scarcerato? «Non conosco il suo caso. Ma mi viene da dire di sì, a riflettere su ciò che è accaduto a me». E cioè? «Sul mio tavolo è arrivato, nei mesi scorsi, un caso analogo. Ho espresso parere negativo alla richiesta del difensore. Mi avevano inyiato, dal carcere, una relazione positiva sul detenuto, ma secondo me non meritava di uscire. Al di là di come si comportava in cella, era troppo grave il reato che aveva commesso. Il suo avvocato ha presentato ricorso in Cassazione». E com'è finita? «La Cassazione m'ha dato torto, annullando la mia decisione per due volte. Mi hanno bacchettato sottolineando che secondo la legge deve prevalere, nella nostra valutazione, il comportamento tenuto in carcere, a prescindere da ciò che la persona ha commesso prima. Per quanto efferato od orrendo sia 1 episodio, è il 'dopo', che conta». Allora che cosa potete fare? Sta dicendo che fate uscire tutti, indiscriminatamente? «Non dico questo, ma è vero che quello che era un privilegio è diventato quasi un diritto. Mi creda, abbiamo le mani legate». Ma come vengono concessi questi permessi? Basta ((fare i bravi» in cella? «Teniamo conto delle 'osservazioni' redatte in carcere da educatori e psicologi, e del parere del direttore. Chiediamo a polizia e carabinieri di valutare se il detenuto abbia mantenuto collegamenti con la malavita. E controlliamo se ha pendenze con la giustizia in altre città. Lavoriamo solo sui documenti che ci mandano». La regola vale anche per chi è condannato all'ergastolo? «Certo, Per chi ha il 'fine pena mai', come si scrìve negli atti, l'indagine è però più approfondita. O, almeno, dovrebbe esserlo. Dopo aver scontato 10 anni, chi ha avuto una condanna a vita può ottenere il primo permesso, che consente di tornare a casa per qualche giorno». Consales aveva avuto ben di più. Era semilibero: andava al lavoro e aveva anche a disposizione i weekend. «Gli strumenti di valutazione sono gli stessi. Occorre solo che sia trascorso più tempo: 20 anni, se si tratta di ergastolani, con la possibilità di uno 'sconto' di 4 anni per chi si comporta particolarmente bene. Quanto al weekend, noi ne concediamo qualcuno, 'una tantum'». [n.pie.l Calogero Consales all'inizio degli Anni Ottanta, quando venne catturato

Persone citate: Calogero Consales, Consales, Marco Viglino

Luoghi citati: Torino