La guerra del cioccolato

La guerra del cioccolato Italia e Spagna difendono il diritto all'uso esclusivo di grassi di cacao La guerra del cioccolato Roma e Madrid deferite alla Corte europea BRUXELLES E' ufficiale lo scontro fra la Commissione europea e i governi di Italia e Spagna, inedita alleanza cultural-gastronomica nata per difendere la posizione «ortodossa» di chi ritiene che, se cioccolato ha da essere, cioccolato sia, ovvero si produca (e si venda) soltanto quello fatto con grassi dei derivati del cacao. L'esecutivo comunitario ha denunciato ieri i due Paesi alla Corte di Giustizia europea, ritenendoli colpevoli di aver proibito la commercializzazione del cioccolato contenente materie grasse diverse dai derivati del cacao. «Il cioccolato legalmente prodotto in uno Stato membro nei quale l'uso delle materie grasse (diverse dal cacao) è stato autorizzato deve avere libero accesso a tutti i mercati nazionali», hanno precisato fonti comunitarie. La legislazione di Italia e Spagna vieta invece la produzione e la commercializzazione del cioccolato fatto con grassi diversi dai derivati del cacao. In Italia, una legge del 76 stabilisce che la denominazione dì vendita del cioccola- to e dei prodotti a base di cacao fatti con grassi vegetali di altro tipo, debba avere la dicitura «succedaneo del cioccolato». La Commissione europea già nel luglio '98 aveva chiesto alle amministrazioni dei due Paesi di modificare le norme e consentire il libero commercio dei prodotti di cioccolato, ma Roma e Madrid avevano difeso la loro posizione. Anzi, per sostenere giuridicamente la loro tesi avevano messo mano alle carte, ripescando una direttiva che risale addirittura al 73. In quell'anno, la Cee autorizzò l'uso del solo burro di cacao per la produzione del cioccolato, ma dopo l'ingresso nel¬ la Comunità di alcuni Paesi che già usavano altri grassi • seppur in percentuali ridotte -, si decise di concedere altre deroghe. Da quei Cogli di 26 anni fa, ingialliti ma mai scaduti, secondo l'Italia (e la Spagna) sono arrivate due conferme: che per produrre cioccolato non si prevede l'uso di grassi vegetali diversi da quelli dei derivati del cacao e che, pertanto, le leggi italiane e spagnole sono pienamente conformi alle norme comunitarie. Le fonti dell'Unione hanno replicato invece che, malgrado la direttiva non preveda alcuna indicazione specifica sui grassi vegetali, si permette agli Stati membri di decidere liberamente se proibire o autorizzare l'uso delle materie grasse vegetali non ammesse espressamente dalla normativa Ue. Detto altrimenti, ogni Paese può decidere come produrre cioccolato (che perciò è «legale»), mentre le disposizioni italo-spagnole proibiscono, a torto, l'introduzione sul mercato del cioccolato fabbricato in un altro Stato membro, da loro considerato «eretico» rispetto alla tradizionale ricetta del cioccolato. (m.sar.) Bruxelles vuol imporre al nostro Paese il libero commercio dei succedanei senza particolari etichette