Agguato al generale russo

Agguato al generale russo Agguato al generale russo Daghestan,ancora scontri con i ribelli MOSCA È arrivata al terzo giorno la massiccia offensiva dell'esercito e delle forze speciali di polizia russe contro i ribeUi islamici che hanno occupato alcuni villaggi nelle montagne meridionali della Repubblica del Daghestan. I bollettini di guerra parlano di quattro soldati russi uccisi e 17 feriti, colpiti per sbaglio dalle forze aeree russe durante l'attacco sferrato domenica dall'artiglieria pesante e da elicotteri di combattimento contro le postazioni dei ribelli. Questa versione è stata poi ritrattata dal Ministero, che ha smentito anche la notizia diffusa in Cecenia di un elicottero russo abbattuto. Ancora più contraddittorie le notizie sulle vittime tra i guerriglieri, con alcune fonti che parlano di 40 morti. Il capo di stato maggiore delle forze armate russe, generale Anatoly Kvashnin, è sfuggito a un attentato: l'elicottero sul quale viaggiava è stato centrato dal fuoco dei ribelli, ma i danni sono lievi e l'alto ufficiale è rimasto illeso. Dalla capitale del Daghestan, Mahackala, le autorità informano che da tutto il Paese arrivano offerte di volontari che vogliono andare a liberare il distretto occupato dai ribelli. Pur non escludendo questa possibilità, le autorità daghestane assicurano che l'esercito ha il controllo della situazione ed è pronto a liberare i villaggi occupati nei giorni scorsi dai guerriglieri che si ritiene siano «Wahhabiti», membri della setta sunnita, legata all'Arabia Saudita, di Shamil Basaev, l'«eroe» della guerra oscena. Con agli ultimi arrivati, sarebbero in tutto duemila i guerriglieri infiltrati nel Daghestan, in gran porte - secondo un portavoce dei Ministero degli Interni russo - provenienti dal mondo arabo e dall'Asia centrale. Gli scontri e i combattimenti hanno provocato l'esodo delle popolazioni locali: circa quattromila persone - in maggio- ranza donne e bambini, perché gli uomini sarebbero tenuti in ostaggio - sono già arrivate nella capitale daghestana. I profughi hanno raccontato che è lo stesso Basayev a guidare i guerriglieri, insieme a un comandante giordano chiamato «Khattab», e che intendono stabilire una repubblica islamica nell'area. Il premier russo uscente, Serghei Stepashin, ha definito «molto difficile» la situazione in Daghestan e ha avvertito del rischio che la Federazione «perda» la repubblica: «Il coordinamento delle misure volte a stabilizzare la situazione è inefficace». Il successore di Stepashin, Vladimir Putin, ha minacciato di decretare «un regime speciale» nella repubblica e senza scendere nei dettagli ha detto che la crisi daghestana ha contribuito alla destituzione del suo predecessore. Fonti non ufficiali, hanno anticipato che oggi i ribelli proclameranno una «repubblica islamica con leggi che obbediranno soltanto ad Allah onnipotente». Ma il governo di Makhachkala - che, data la debolezza dell'economia locale, dipende dalle risorse finanziarie federali - sembra intenzionato a mantenersi fedele a Mosca. La crisi, la più grave dopo la guerra in Cecenia (1994-96), è scoppiata quando un gruppo di militanti islamici, dai 300 ai 600 uomini bene armati, ha occupato quattro villaggi nei pressi del confine con la Cecenia. Secondo le autorità di Mosca, si tratta di guerriglieri eoceni. Ali Aliev, presidente della Confederazione dei popoli del Caucaso, ha invece dichiarato che gli occupanti sono wahhabiti della zona, infuriati dalle intimidazioni della polizia daghestana. Alcuni degli sfollati hanno riferito che i ribeili non li hanno minacciati ma hanno chiesto loro di collaborare all'instaurazione di un regime islamico nella regione caucasica: «Vogliono proclamare la repubblica islamica. Vogliono che le forze russe se ne vadano», ha raccontato un uomo alla rete indipendente russa NTV. GU infiltrati islamici sarebbero guidati, oltre che dal signore della guerra ceceno Shamil Basaiev, da Kbottab, un giordano venuto per combattere a fianco dei ceceni durante la guerra con la Russia e regolarmente citato dalla stampa russa come l'organizzatore di campi di addestramento militare in Cecenia, l'uomo chiave del movimento islamico wahabita nella regione. [e. st.1 Quando la notizia si diffonde la gente è incredula. I più moderati dicono che «il vecchio è diventato pazzo» Un soldato russo in Daghestan carica il suo lanciagranate automatico

Persone citate: Aliev, Anatoly Kvashnin, Khattab, Serghei Stepashin, Shamil Basaev, Shamil Basaiev, Stepashin, Vladimir Putin