Il lunedì maledetto di Mosca

Il lunedì maledetto di Mosca Il lunedì maledetto di Mosca La gente corre a cambiare i rubli in dollari MOSCA Anche i bambini sanno quando in Russili accadono i terremoti politici: di lunedì ad agosto. Anche marzorè un mese pericoloso e verso Natale c'è sempre da aspettarsi qualcosa di brutto, ma i record di agosto sono imbattibili. 19 agosto '91: golpe contro Gorbaciov, terminato con il crollo del comunismo. 17 agosto '98: svalutazione del rublo terminata nel crollo dell'economia. 9 agosto '99: destituzione di Serghej Stepashin e apparizione nel firmamento politico russo di una figura bizzarra come «l'erede» del presidente. Un calcolo che i moscoviti, superstiziosi sempre e ora, alla vigilia dell'eclisse solare, il doppio, hanno fatto subito. Senza però scomporsi troppo: Putin è il quarto premier in un anno, senza contare Cernomyrdin, designato, ma bocciato dalla Duina. «Ormai siamo come voi italiani», commentano ironicamente alcuni. Il cambio di governo è ormai un fenomeno stagionale, che non scuote nemmeno più di tanto. E, come i cambiamenti di clima, si avverte da piccoli segni. A mezzogiorno un tassista sulla Nuova Arbat, vedendo sfrecciare avanti e indietro Audi e Volga nere con i lampeggianti e le targhe governative, commenta: «Ma guarda come corrono, avranno di nuovo levato qualcuno». Il tassista sta ascoltando una cassetta di canzoni popolari e non sa ancora la notizia del giorno. Negli uffici invece la radio è accesa fin dalla mattina. Nel policlinico della nomenclatura sul Sivzev Vrazhek le donne - il 99 per cento del personale rimpiangono Stepashin: «Così simpatico, sembrava proprio un uomo per bene». E poi corrono a telefonare a casa ai figli e ai mariti: «Corri a cambiare i rubli in dollari, guarda che qua si inette male». Il dollaro è il vero termometro della vita di Mosca e i cartelli dell'uffici di cambio che cambiano con la velocità del tabellone in una partita di basket - 24.7, 24.9, 25.3 - in pochi minuti preoccupamolto più degli intrighi del Cremlino perchè indicano un imminente aumento dei prezzi. A metà giornata di lunedì Mosca si è appena svegliata dopo il caldo weekend in dacia e molti fiutano che c'è qualcosa che non va soltanto dalle code agli uffici cambio. Vengono a sapere la notizia soltanto quando gli chiedi cosa ne pensano dell'ultima mossa di Eltsin: «Cosa ha fatto? Di nuovo? Maledizione! Chi c'è ora al posto di Stepashin? Putin? E chi diavolo è?». La reazione comunque è unanime: «il nonno è matto» è il commento più decente, mentre la maggioranza non può essere pubblicata su un giornale. Parlando del loro presidente i moscoviti attingono P a piene mani dal «mal», lingua franca composta quasi per intero da bestemmie e parolacce. Nessuno - né donne, né uomini, né ricchi, né poveri - approva Eltsin. E nessuno attribuisce al cambio di premier una motivazione razionale: nell'immaginario dei russi il presidente è mosso soltanto da gelosie, antipatie e follia. Del resto, questa era già stata la reazione al licenziamento di Primakov tre mesi fa. Ora Mosca non fa che confermare la sua diagnosi: «Eltsin si è bevuto il cerve! lo».Un'opinione condivisa1 da giornalisti e politologi che mi assenza di politici tutti in ferie - si intervistano a vicenda nello studio della radio «Eco di Mosca». «Smettiamola di essere hegeliani», dice Vadim Poegli, vicedirettore del «Moskovskij Komsomolez», il più popolare quotidiano della capitale, «e pensare che tutto ciò che esiste ha una ragione. Non ce ne nessuna, dobbiamo giudicare l'accaduto in categorie da psicoanali si;;. [a. z.J Un addetto cambia i valori di conversione del dollaro davanti a una banca nel centro di Mosca

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