«Questo Weifare non regge più»

«Questo Weifare non regge più» ^RIFORMA PELI'ASSISTENZA E 11 CONFRONTO D'AUTUNNO _ _ «Questo Weifare non regge più» 7/ ministro Letta: Amato ha ragione, il Paese è già cambiato Dobbiamo pensare ai giovani fuori dal mercato del lavoro intervista Raffaello Wlasci ROMA MINISTRO Enrico Letta, lei è il responsabile delle Politiche comunitarie, ha solo 32 anni e quindi la sua pensione è quan tomai distante, ma soprattutto è incerta. Cosa pensa un ministro della sua generazione della revisione del sistema previdenziale che il suo governo vorrebbe affrontare in ottobre? «Credo che abbiamo toccato la questione centrale in materia di previdenza: quella del rapporto tra generazioni. I mini coetanei, quando trovano un lavoro, in due casi su tre ne trovano uno di quelli "a contratto anomalo": niente di garantito, niente posto fisso, niente ammortizzatori sociali e, con l'invecchiamento della popolazione, non possono neppure essere sicuri che un giorno qualcuno pagherà loro una pensiono». Dunque? «Dunque io sono pienamente d'accordo con il ministro del Tesoro Amato quando dice che la sinistra deve cambiare il Paese affrontando le grandi questioni strutturali: la previdenza è una di queste, va inserita nel più generale dibattito sul weifare e tutto va fatto tempestivamente, perché solo cambiando ora potremo dare una qualche risposta non solo a chi sarà anziano domani ma anche a chi, già oggi, vive una situazione di scarsa tutela sociale». Signor ministro ci faccia capire bone e con parole semplici. «Voglio dire che parlare di rcvi- sione del sistema previdenziale non significa togliere le pensioni a chi ce l'ha, ma fare in modo, per prima cosa, che una pensione l'abbiano in futuro anche quelli che oggi sono giovani e, in secondo luogo, che la spesa sociale - quella che con termine ormai universale si definisce Welfarc e all'interno della quale si trova la spesa pensionistica tenga conto non solo dei pensionati, ma anche dei giovani che stentano ad entrare nel mercato del lavoro, delle donne che hanno il diritto di essere madri anche quando non hanno alle spalle un lavoro stabile e garantito, delle persone portatrici di handicap e di tutta la più generale domanda di assistenza che giunge dalla società». Chiarissimo. E il ministro delle Politiche comunitarie ha una proposta da inserire nelle polemiche tra il gover¬ no che vuole affrontare la questione in autunno e il sindacato che non vuole parlarne prima del 2001 ? «La mia istanza è duplice. Da una parte io dico che ad ottobre noi dobbiamo senz'altro affrontare la questione del weifare insieme alle forze sociali, le quali si sono sempre fatte carico delle grandi istanze del Paese e non vedo perché mai ora dovrebbero adottare una politica dello struzzo sottraendosi ad un confronto su questo argomento. Secondo - ed è la mia specifica proposta - vorrei sottolineare che ad ottobre potrebbe arrivare in porto - se tutti i governi a cominciare dal nostro si adopereranno - la direttiva presentata a maggio dal Commissario europeo Mario Monti sull'apertura dei fondi pensione al mercato comunitario. Questa secondo me è la via d'uscita dalle secche in cui il dibattito si è arenato». Cioè? «I fondi pensione, affidati al più vasto mercato dell'Unione, sono destinati ad avere una redditività maggiore, il che andrà ad incrementare, in ultima analisi, le pensioni venture di chi oggi fa i versamenti. Inoltre questo allargamento del mercato comporterà una armonizzazione fiscale della materia, che si tradurrà in una maggiore deducibilità dei contributi pagati al fondo, e quindi in un incentivo alla previdenza integrativa. Questa direttiva credo che potrà avere una forte valenza positiva nell'ammodernamento del nostro sistema previdenziale, e quindi io, in quanto responsabile delle politiche comunitarie, chiedo che il governo ne solleciti un rapido recepimento». E lei crede di placare Cofferati con questo? «Senta, la spesa sociale italiana è analoga a quella degli altri Paesi comunitari, ma squilibrata al suo interno. Altrove le Pensioni assorbono il 45% deiintero budget, da noi oltre il 66%. Mandiamo in pensione padri di 50 anni ancora pienamente produttivi - grazie al sistema delle pensioni di anzianità che non esito a definire scandaloso e non diamo nessun tipo di risposta ai figli di 25 che non riescono a trovare lavoro. Ci lamentiamo del crollo demografico ma mettiamo le donne professionalmente non garantite in condizioni di non poter partorire, facciamo battaglie furibonde per garantire gli ipergarantiti e non vogliamo dare prospettive alle masse dei neo-precari. Lei crede che un sindacato serio si possa rifiutare di parlare di queste cose solo perché non è il 2001?» Il ministro delle Politiche comunitarie Enrico Letta

Persone citate: Cofferati, Enrico Letta, Mario Monti, Tesoro Amato

Luoghi citati: Roma