Rogo alla Michelin, allarme a Cuneo

Rogo alla Michelin, allarme a Cuneo Distrutto un magazzino: danni per 10 miliardi e prolungamento della cassa Rogo alla Michelin, allarme a Cuneo Una nube alta 40 metri scatena timori ambientali Gianpaolo Marro CUNEO Ore 0,45 una colonna nera sale dal reparto «Zeta» dello stabilimento «Michelin» di Cuneo, il gioiello dell'azienda di pneumatici, che da 36 anni rifornisce anche altre sedi della multinazionale: Torino Stura, Alessandria, le gemelle in Francia, Germania e Spagna. Pochi minuti e le fiamme avvolgono il capannone a sei chilometri dal centro città, raggiungendo i 40 metri d'altezza; una nube di fumo si alza in cielo oscurando tutto, come un'anticipazione dell'eclisse. Contro l'inferno di fuoco e quella preoccupante colonna nera cento vigili del fuoco hanno lavorato per un giorno e due notti, senza aver ancora completamente ragione del rogo. La nube di fumo ha spaventato la popolazione! alta, densa e compatta ha fatto pensare a un grave inquinamento ambientale. E per tranquillizzare la gente i vigili urbani con i megafoni hanno girato nelle strade della perife¬ ria di Cuneo, invitando la gente a tenere porte e finestre chiuse. Raccomandazione che è stata come un tam-tam fra i pazienti degli ospedali e fra gli ospiti delle case di riposo. L'inferno si è sviluppato al centro del settore dove vengono prodotte e stoccate le mescole, la materia prima per la produzione dei pneumatici di auto, camion, aerei e moto. Le fiamme hanno devastato il capannone lungo duecento metri, cancellandolo tutto: 20 mila metri di superficie. La gomma sintetica e le mescole ormai pronte per essere spedite hanno alimentato l'incendio che ha rischiato di propagarsi ad altri settori. Le squadre di vigili (arrivate anche da Torino) hanno isolato i magazzini e i silos con le sostanze che una volta avvolte dalle fiamme avrebbero scatenatoli finimondo. Nel frattempo una ventina di operai che si trovavano nell'azienda ed erano al lavoro nel settore vicino, l'«Upf», dove si fabbricano pneumatici da turismo, sono stati fatti evacuare. Impauriti, si sono cambiati nel piazzale, salvi. Il rogo, che avrebbe avuto origine vicino a un nastro trasportatore, al secondo piano del fabbricato ha creato due enormi focolai: uno in linea e l'altro a cratere. Per tutta la giornata le squadre di vigili del fuoco hanno operato utilizzando autoprotettori, arrivati anche grazie a rifornimenti con l'elicottero. L'altra notte lo stabilimento (2800 dipendenti) era praticamente chiuso. Dopo due settimane di cassa integrazione (a turno) domani sarebbero scattate due settimane di ferie. Ora l'azienda, per affrontare la prima emergenza, prospetta un prolungamento a tempo indeterminato della cassa. La prima valutazione dei danni parla di almeno 10 miliardi, ma la stima potrà essere fatta solo quando si potrà entrare nel capannone. Sulle cause del rogo i vigili del fuoco non si sbilanciano: «Stiamo valutando tutte le piste, compresa la dolosa - dice il comandante provinciale Cosimo Pulito -. E se per caso qualcuno voleva "smontare"l'azienda glielo abbiamo impedito». U nuvola di fumo che si è sprigionata dallo stabilimento Michelin alla periferia di Cuneo

Persone citate: Cosimo Pulito, Gianpaolo Marro

Luoghi citati: Alessandria, Cuneo, Francia, Germania, Spagna, Torino