Terrorismo e virus anti-computer

Terrorismo e virus anti-computer Terrorismo e virus anti-computer La Cina si addestra alla guerra contro gli Usa retroscena Maurizio IVtoliitari WASHINGTON TERRORISMO, traffico di droga, disastri ecologici, virus nei computer, sabotaggi finanziari: i più terribili incubi dell'America sono progettati come «armi» in un testo di strategia, scritto da due ufficiali cinesi, che suggerisce il «giusto modo» per «difendersi dallo strapotere degli Usa». «Guerra senza limiti» assomiglia, molto a un manuale militare e i servizi di intelligence occidentali lo hanno classificato con allarme, considerandolo la cartina tornasole di una pericolosa evoluzione della dottrina dell'Esercito popolare cinese. Gli autori sono due colonnelli dell'esercito - Oiao Liang e Wang Xiangsui - che si trovavano assieme durante le esercitazioni del 1996 nella provincia di Fujian, terminate con il lancio di missili a medio raggio nelle acque territoriali di Taiwan e il conseguente invio negli Stretti di due portaerei americane a protezione dell'isola di Formosa. Da quell'esperienza Oiao e Wang trassero la convinzione che sul piano della forza militare classica gli Stati Uniti non potevano essere sfidati e che, quindi, bisognava cercare «altre strade». A una conclusione analoga - rivela il libro - era giunta anche la task force di analisti militari cinesi che aveva studiato ogni singolo dettaglio della Guerra nel Golfo del 1991. La vittoriosa guerra aerea in Kosovo, l'umiliazione subita con il bombardamento dell'ambasciata a Belgrado e le crisi a ripetizione che si succedono con Taiwan (protetta da un trattato di difesa con gli Usa) hanno riproposto negli ultimi due mesi nell'Esercito popolare il timore di un confronto con gli americani inevitabilmente perdente. «La lezione per noi è inequivocabile - ha dichiarato Wang, uno degli autori, al "Washington Post" -. Siamo un Paese più povero degli Stati Uniti e quindi non possiamo avere il loro stesso modello militare, ce ne serve uno nostro», seguendo gli insegnamenti Mao Zedong che disse ai giapponesi durante l'ultima guerra mondiale: «Voi combattete la vostra guerra, io combatto la mia». Allora la scelta di Mao fu quella di mettere la divisa ai civili per creare un esecito di massa la cui forza era nei numeri. Ma da allora molto è cambiato. Nell'era dei satelliti e dell'hi-tech i computer contano più delle baionette e anche la teoria militare di Deng Xiaoping sulla «stabilità per 20 anni lungo i confini della Cina con l'eccezione di Taiwan» non ha più molto senso, alla luce della guerra di attrito India -Pakistan a colpi di esplosioni nucleari e dell'instabilità del Tibet, che molti a Pechino temono diventi un altro Kosovo. Lo stesso presidente cinese, Jiang Zemin, l'anno scorso ammise il ritardo mili¬ tare annunciando una ristrutturazione in grande stile delle forze annate per ridurle da 2,5 milioni a 1,8 milioni di effettivi, dotarle di armamenti più avanzati e di unità di intervento rapido. Ma il manuale sulla «Guerra senza limiti» afferma che questa strada è sbagliata perché «non potremo mai dispor¬ re delle stesse armi americane in quantità e qualità». Da qui la scelta di «superare i limiti». «Se la guerra fosse una corsa la Cina non potrebbe mai raggiungere gli Stati Uniti - osserva Wang ma è una partita di calcio e possiamo farcela perché conta solo il gol, non chi segna». Per «fare gol» all'America Wang e Oiao enumerano 24 tipi di guerre diverse, frutto di combinazioni fra azioni aggressive differenti: dal terrorismo contro obiettivi militari e non al narcotraffico, dai blitz per provocare danni ambientati ad aggressioni via computer contro banche dati e centri finanziari. L'obiettivo è sempre colpire in profondità le retrovie degli Stati Uniti, i loro centri vitali, il morale della popolazione. «Tanto più la combinazione di azioni è complessa tanto più è efficace perché diventa una guerra su più fronti» si legge nel testo. A conferma che il manuale è qualcosa in più di una vaga esposizione concettuale, un saggio di questo nuovo tipo di «attacchi» si è avuto venerdì scorso, quando un sito Internet cinese ha diffuso la falsa informazione di un duello aereo fra aerei di Pechino e Taiwan riuscendo nello scopo di far tremare la Borsa di Taipei. Oiao e Wang affiancano il ricorso alla moderna tecnologia militare ai richiami alla dottrina tradizionale dell«Arte della Guerra» di Sun Tzi e puntano a «colpire» sfruttando le «tutte le vie di attacco» possibili nell'era della globalizzazione delle comunicazioni. Non deve dunque sorprendere che Gian in una recente intervista al «Quotidiano della gioventù» abbia affermato che Slobodan Milosevic avrebbe dovuto rispondere ai raid inviando gruppi terroristi in Italia contro le basi aeree della Nato oppure attaccando centri urbani in Germania, Francia e Belgio. I due autori respingono però l'accusa di fomentare il terrorismo, ribadendo che la priorità è avere delle armi e una strategia militare «diversa dalle regole che gli Stati Uniti impongono per continuare a dominare il pianeta». La pubblicazione del manuale è destinata a rendere ancoi a più tesi i rapporti fra Washington e Pechino dopo le dure polemiche sul bombardamento dell'ambasciata a Belgrado, la messa al bando della setta Falun Gong e la sperimentazione del missile «Dongfeng 31» in grado di raggiungere il territorio americano. I rapporti con Pechino sono diventati anche un nuovo fronte delle scontro fra la Casa Bianca e Congresso perché sono sempre di più le voci del partito repubblicano che contestano a Clinton una «politica rinunciataria con Pechino a spese dei nostri impegni per la difesa di Taiwan». «Inutile cercare di rincorrere Washington nelle armi convenzionali Il gap è incolmabile» «Non resta che indebolirli con attentati, droga e incursioni cibernetiche Così doveva fare Milosevio Nella foto grande un'immagine di un'esercitazione militare in Cina Il presidente Jiang Zemin (qui accanto) punta a passare dall'armata di massa a un modello tecnologico su standard americani Ma molti esperti ritengono che la rincorsa sia impossibile

Persone citate: America Wang, Clinton, Deng Xiaoping, Jiang Zemin, Mao, Mao Zedong, Slobodan Milosevic, Sun Tzi, Wang Xiangsui