Arate offre una chance a Barak di Aldo Baquis
Arate offre una chance a Barak Il leader palestinese accetta il rinvio a settembre del ritiro dai Territori ma ammonisce: poi deve essere completo Arate offre una chance a Barak E il segretario Usa Albrightpospone la visita Aldo Baquis TEL AVIV Il presidente dell'Autorità palestinese Arafat ha ieri compiuto un mezzo passo verso Barak quando ha accettato la preghiera del premier israeliano di rinviare al 1° settembre la seconda fase rjel ritiro parziale in Cisgiordania previsto dagli accordi di Wye Plantation. Il ridispiegamonto riguarda complessivamente il 13% della Cisgiordania, e doveva essere completato entro gennaio. Arafat continua però a respingere il suggerimento di Barak di amputare quegli accordi della loro terza fase, ossia di un ritiro da zone della Cisgiordania che isolerebbe una quindicina di colonie ebraiche lasciandole alla mercè della milizia palestinese. «Gli accordi di Wye non sono rinegoziabili - ha ribadito ieri il ministro palestinese Nabil Shaath -, Israele deve attuarli fino in fondo». Nella seduta del consiglio dei ministri Barak ha detto tuttavia di non aver perso la speranza di convincerò Arafat a rinviare la realizzazione della terza fase, per poter cosi speditamente rilanciare i negoziati sull'assetto definitivo dei Territori. Il premier ha anche preannunciato un nuovo vertice con il «rais» palestinese per martedì. Un motivo di ottimismo per Barak è giunto ieri da Washin- gton, quando il segretario di Stato Madeleine Albright - acco- fliendo una richiesta israeliana a accettato di rinviare la sua missione mediorientale: dal 14 agosto al 1 ° settembre, in concomitanza cioè con l'inizio del ritiro israeliano. Il primo ministro, ha spiegato un suo consigliere, temeva che se fosse venuta in questi giorni, la signora Albright avrebbe dovuto necessariamente concentrarsi sulle dispute fra Arafat e Barak. Il rinvio della missione servirà secondo Israele - a calmare le acque e a favorire il rilancio dei negoziati con la Siria, dopo una pausa di quattro anni. Tuttavia i dissensi fra Barak e Arafat hanno fugato l'ottimismo seguito alla nomina del premier laburista e hanno generato nuovo scontento nei Territori dove Hamas minaccia di riprendere la lotta armata a oltranza contro Israele. In un sito internet vicino a Hamas i militanti islamici di Ezzedin al- Qassam hanno rivendioato sabato due recenti operazioni «contro il nemico sionista a Hebron e a Jenin». La prima si riferisce a un'imboscata armata in cui sono rimasti feriti due coloni. La seconda potrebbe riguardare la morte - per ora misteriosa - di un israeliano arso venerdì notte nella sua automobile mentre si trovava nella zona di Jenin (Cisgiordania settentrionale). I suoi assassini hanno riempito di benzina la vettura per cancellare ogni traccia. Ma gli investigatori vi hanno rivenuto bossoli da 9 mm, sparati forse da un Uzi: un'arma di fabbricazione israeliana, finora mai usata da Hamas. Eppure, come in casi precedenti, il solo sospetto che Hamas sia tornato ad impugnare le armi e bastato per mettere in moto i servizi di sicurezza. Quelli israeliani hanno arrestato un predica- toro islamico di Jenin, mentre gli 007 di Arafat hanno chiuso in cella due leader politici integralisti: Abdel Azi/. Ilari tisi e Ismail AbuShenhab. Proprio nelle ore in cui Arafat si sforzava di isolare Hamas, il suo leader politico - lo sceicco paraplegico Ahmed Yassin - riceveva nella modesta abitazione nel campo profughi di Shati un ospite di eccezione: lo sceicco del Qatar, Hamad bin Khalifa, giunto per la prima volta a Gaza in visita ufficiale. L'arrivo delle lussuose limousine ha lasciato a bocca aperta gii scugnizzi del campo profughi palestinese. li sito Internet di Hamas: «Israele ci prende solo in giro E'ora di ricominciare la lotta», e rivendica due uccisioni (ma la polizia ha dubbi) Retata di integralisti in Cisgiordania Il leader palestinese Arafat e nella foto piccola il premier israeliano Barak
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