Scintille tra francesi e albanesi in Kosovo

Scintille tra francesi e albanesi in Kosovo I soldati. Kfor cercano da giorni di impedire l'accesso al quartiere serbo di Kosovska Mitrovaca Scintille tra francesi e albanesi in Kosovo Nella notte una bomba ha distrutto un bar di Pristina non lontano dagli uffici Osce: un uomo è rimasto ferito ingrid Sadurina ZAGABRIA Per il secondo giorno di seguito soldati francesi della Kfor si som scontrati con i manifestanti albanesi a Kosovska Mitrovaca. Alcune centinaia di persone hanno nuovamente tentato di attraversare il ponte sul fiume Ibar per recarsi nella parte della città abitata in gran parte dai serbi. Ma i militari francesi hanno ancora una volta fermato il gruppo. Tra spintoni, pugni e calci, la tensione è andata crescendo finché i soldati francesi non hanno minacciato di usare le armi da fuoco. Un albanese è stato arrestato durante gli scontri. Gli abitanti albanesi di Kosovska Mitrovaca protestano perché dall'altra parte del ponte ci sono le loro case, ma anche l'ospedale, le scuole e altri importanti servizi cittadini. Ma i serbi hanno bloccato tutto il quartiere. «Ci impedite di prendere possesso delle nostre proprietà» hanno continuato a gridare ieri i manifestanti albanesi, accusando la Kfor di non garantire loro il ritorno alla vita normale. Ma da quando sono arrivati nel Kosovo i soldati della Nato hanno istituito un posto di blocco sul ponte centrale di Kosovska Mitrovaca dividendo di fatto la città in due. Abbiamo voluto impedire nuove violenze interetniche ha spiegato il portavoce del contingente francese, aggiungendo che la città sarà aperta a tutti non appena ritornerà la calma. Ma sabato sono scoppiati i primi seri tafferugli. Più di mille albanesi hanno voluto passare dall'altra parte del ponte. Ad aspettarli, armati di bastoni e sassi c'erano centinaia di serbi pronti a reagire alla minima intrusione. Sono intervenuti in forze i soldati francesi che hanno bloccato i manifestanti albanesi. Ma per calmare la folla inferocita hanno chiesto al comandante locale dell'esercito di liberazione del Kosovo Rahman Rama di parlare alla sua gente per convincerla di non forzare il blocco militare ma la situazione a Kosovska Mitrovaca diventa di ora in ora più critica. Nella notte tra sabato e domenica una violenta esplosione ha svegliato gli abitanti di Pristina. La detonazione è stata seguita da raffiche di mitragliatrice. Il portavoce della Kfor si è limitato a dire che un uomo, ferito alle gambe, è stato trasportato all'ospedale, ma non ha voluto fornire altri dettagli sull'incidente. L'esplosione sarebbe avvenuta in un bar del centro, a poca distanza della sede dell'Osco, l'organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa. A Pristina e in alcune altre città del Kosovo ieri hanno preso servizio i primi duecento agenti delle forze di polizia intemazionali. Il loro compito è quello di assicurare l'ordine pubblico e la pace con l'aiuto dei soldati della Nato. «Ci vorrà del tempo per la riconciliazione tra serbi e albanesi» ha dichiarato il ministro degli esteri francese Hubert Vedrine in un'intervista ad un quotidiano albanese di Pristina «Koha nitore». A detta di Vedrine l'Uck deve trasfornarsi per poter far parte delle 'mure istituzioni democratiche del Cosovo. «Il mio Paese non è qui per appoggiare questo o quel gruppo, questo o quel politico. Saranno i kosovari a farlo quando sarà il momento». Ma per il momento la situazione rimane complessa. Ieri il leader moderato albanese ibrahim Rugova si è detto «l'unico presidente legale del Kosovo», accusando il capo dell'Uck Hasim Thaqi di aver usurpato il ruolo di primo ministro del governo provvisorio di Pristina. Le divergenze tra le varie fazioni politiche albanesi rimangono fortissime, malgrado le recenti dichiarazioni a favore della cooperazione e dell'unità fatte dai loro dirigenti. Durante il sanguinoso conflitto kosovaro sono stati uccisi in media 128 persone al giorno, mentre è morto un albanese per ogni 180. E' quanto afferma il giornale americano «Los Angelese Times» che ha condotto una propria inchiesta sul numero della vittime. In Serbia intanto continuano le manifestazioni di protesta contro il presidente Milosevic. Ai raduni, organizzati dalle coalizioni «Alleanza per il cambiamento» e «Alleanza dei partiti democratici» partecipano anche i seguaci del Partito del Rinnovamento Serbo di Vuk Draskovic. Ma sarà la grande manifestazione convocata il 19 agosto a Belgrado a mostrare la vera forza dell'opposizione serba. Una fase degli scontri tra i soldati francesi del contingente Kfor e un gruppo di albanesi ieri a Kosovska Mitrovaca

Persone citate: Hasim, Hubert Vedrine, Ibar, Milosevic, Rahman Rama, Thaqi, Vedrine, Vuk Draskovic

Luoghi citati: Belgrado, Europa, Kosovo, Pristina, Serbia