La zona A è diventata il Parco delle Querce

La zona A è diventata il Parco delle Querce «RESTORATION ECOLOGY» A SEVESO La zona A è diventata il Parco delle Querce Proposto come esempio di bonifica alla comunità internazionale IL contesto nel quale abbiamo inserito il lavoro di questi anni su Seveso, finanziato dalla Fondazione Lombardia per l'Ambiente (ex Ufficio speciale per Seveso) sotto il coordinamento scientifico del prof. Antonio Ballarin-Denti, parte dalla premessa che la nuova disciplina chiamata Restoration Ecology in realtà soffre della mancanza di propri strumenti concettuali fondanti, in realtà li mutua ancora dalla Conservation Ecology. Ergo, nel corso del lavoro sulla ex zona A (ora Bosco delle Querce) abbiamo sviluppato metodologie di indagine che permettessero di giungere al risultato atteso (qual è il rischio biologico oggi nel Bosco delle Querce?) e nel contempo ci permettessero di validare in campo quanto da noi sviluppato. In una parola, proporre Seveso come modello di studio per la restoration ecology di aree di medie dimensioni ed altamente inquinate, modelli necessari se si pensa che ad oggi l'uomo ha modificato più della metà della superficie terrestre per i propri fini di agricoltura, industria e residenza. Questi studi dovrebbero incoraggiare i politici con responsabilità decisionali e gli scienziati sociali a sviluppare politiche di good environmental practicies. L'esempio di soluzione con successo del caso Seveso può aiutare a sviluppare quegli strumenti concettuali che la ecologia del recupero ambientale ancora non ha: mostrano infatti il funzionamento di ecosistemi mentre si stanno sviluppando (il parco ha poco più di dieci anni!) le comunità e cenosi animali e vegetali; portano cioè ad una visione più otistica degli ecosi¬ stemi ed anche degli approcci metodologici utili per studiarli. Seveso, a partire dal dramma, può oggi presentarsi alla comunità internazionale come luogo di studio (tra l'altro vi sono un laboratorio ed una biblioteca nel Bosco delle Querce). Considerando l'impatto che il disastro Seveso ha avuto sulle società occidentali, tanto da divenire sinonimo di catastrofe ecologica (non a caso si chiama direttiva Seveso quella adottata dalla Unione Europea, 9/12/96 pubblicata il 14/1/97 sul gioma- le ufficiale , legge numero 10, per il controllo degli accidenti più pericolosi coinvolgenti sostanze pericolose (major-accident hazards involving dangerous substances) riteniamo mol- to utile aver fatto conoscere alla comunità scientifica internazionale dalle pagine della prestigiosa Science ì risultati da noi ottenuti e la nuova realtà della ex zona A. Altrettanto importante mi pare per i cittadini di Seveso in primo luogo, ma più in generale per la comunità nazionale ed internazionale far sapere dalle pagine della grande stampa questi risultati. Abbiamo quindi valutato il parco per le sue caratteristiche ecologiche confrontandolo con altri parchi, urbani e no, della provincia di Milano e di Pavia: il Parco è risultato essere molto ben artificialmente costruito, seppure cosi giovane: su una superficie di 43 ettari vi è una biodiversità ricca, la comunità degli uccelli è la più rappresentata (come atteso per un pai co urbano totalmente isolato) con 22-24 specie in dipendenza della stagione. Anche i mammiferi, oltre ad anellidi, insetti, anfibi, rettili, sono ben rappresentati con sostanziali colonie di conigli e diversi roditori, lepri e volpi. Abbiamo valutato poi i Valori attuali di tutti gli isomeri (ed in particolare tifila 2.3.7,8 TCDD) della diossina, sia in terreno che aria che vegetali che animali (valori non dissimili da quelli di altre realtà urbane). Abbiamo impiegato gli animali viventi nel parco come reagente biologico per eseguire saggi di rischio biologico del tutto innovativi, prima ili tutto il saggio Dna-cometa degli spermatozoi di conigli (la colonia più numerosa) e di topi: la cometa non indica alcun rischio mutagenico. Gli embrioni ed i leti (potenzialmente esposti in termini cronici a dosi di diossina che all'adulto non l'unno nulla) non presentano end-pobìts tipici della azione teratogenetica della diossina (non si dimentichi che la diossina e uno xenoestrogeno), ed in particolare palatoschisi Ipalato fessurato, in entrambi i sessi). Non presente; clitoride fessurata (ovviamente negli embrioni e feti femmine): non presente; distanza anogenitale (negli embrioni e feti maschi): regolare (in presenza di diossina diviene più corta, piti femminilizzata). Tutto ciò infine è stato corroborato dai valori di diossina riscontroti nei fegati di questi animali che è simile a quello dei controlli. Carlo Alberto Redi In poco più di dieci anni, realizzato un parco «pulito» Da simbolo di inquinamento a luogo di studio I 1976 Il IO luglio dallo stabilimento chimico Icmesa, dopo un'esplosione, si sprigiona una nube di diossina che viene spinta dal vento nei comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio. 700 abitanti di Seveso vengono evacuati; 500 di loro torneranno nelle loro case solo due anni dopo. Le zone maggiormente inquinate, A e B, erano di circa 100 ettari. 1999 Superficie del Parco delle Querce: 43 ettari. Specie di uccelli presenti: 22/24 secondo la stagione. rVesentìcalOTreciirrammiferi, come conigli, lepri e volpi, oltre ad anellidi, insetti, anfibi e rettili

Persone citate: Antonio Ballarin-denti, Carlo Alberto, Meda