L'800 di Zemlinsky rinasce una stella di Sandro Cappelletto

L'800 di Zemlinsky rinasce una stella L'800 di Zemlinsky rinasce una stella COMPOSTTORE, direttore d'orchestra, àrùrnatore della vita musicale mitteleuropea nel periodo d'oro tra fine Ottocento e inizio del nuovo secolo: da qualche anno abbiamo maggior confidenza con Alexander Zemlinsky. Le opere «Una tragedia fiorentina» e «11 nano», ambedue su testo di Oscar Wilde, sono state rappresentate con successo nei nostri teatri, alcuni lavori sinfonici sono usciti dall'oblio. Apprezzato dal vecchio Brahms, sostenuto apertamente da Mahler, amico e per un certo periodo maestro di Schoenberg, di cui diresse la prima di «Erwartung», il compositore, nato a Vienna nel 1871, morto a New York nel 1942, ha sofferto a lungo della vicinanza con questi titani; ora è in pieno svolgimento la Zemlinsky-renaissance. Eccellenti qualità di orchestratole, uno slancio sinfonico post-romantico, una scrittura vocale fortemente espressiva, caratterizzano anche la prima registrazione mondiale di «Der Koenig Kandàules» (Il re Kandàules), incompiuta opera in tre atti. Completata da Antony Beaumont, è stata eseguita alla Staatsoper di Amburgo nella direzione di Geni Albrecht e con James O'Neal, Monte Pederson, Nina Warren nei ruoli principali. Un cofanetto di due compact della Capriccio dà ora conto di questo avvenimento (lire 72.000; libretto nell'originale tedesco e in traduzione inglese, documentata ricostruzione delle traversie dell'opera). L'argomento è tratto da un racconto di André Gide - Zeirdinsky aveva accese sensibilità letterarie - adeguatamente morboso. La notte d'amore tra il pescatore Gyges reso invisibile da un anello e la regina Nyssia consigliò lo staff del Metropolitan di New York, dopo aver letto il libretto, di non allestire l'opera. La musica alterna freddezza e sensualità, astrazione e febbrili slanci straussiani. Un compact della Emi del 1997 (lire 35.000) aveva colmato altre lacune proponendo, nella direzione di James Conlon con i Filarmonici di Colonia, il poema sinfonico «La sirena» e la Sinfonietta op. 23, del 1935, costruita in tre movimenti e chiusa da un neoclassico, vivacissimo rondò. Amore per la tradizione, moderata sensibilità ai nuovi linguaggi del Novecento: sono i compositori come Zemlinsky a darci conto che la storia della musica procede più per continuità che per brusche rotture. Ma chi rompe, si confonde di meno. GIÀ' RAPPRESENTATE DUE OPERE TEATRALI CON GRANDE SUCCESSO, ALCUNI LAVORI SINFONICI SONO USCITI DALL'OBLIO GIÀ' RAPPRESENTATE DUE OPERE TEATRALI CON GRANDE SUCCESSO, ALCUNI LAVORI SINFONICI SONO USCITI DALL'OBLIO S Sandro Cappelletto

Luoghi citati: Amburgo, Colonia, New York, Vienna