Quei dispettosi e affascinanti papaveri della California di Paolo Pejrone
Quei dispettosi e affascinanti papaveri della California Paolo Pejrone Quei dispettosi e affascinanti papaveri della California POCHE sono le piante dispettose come i papaveri della California. Soltanto la loro grande bellezza, la loro speciale e inaspettata vigoria, giustificano il forte desiderio di averli in giardino. Scorbutici e veramente dispettosi, ma affascinanti: amano il sole, amano il secco, amano i posti ghiaiosi, amano più di tutto essere e restare indisturbati. Da giovani amano essere bagnati, amano essere seguiti, amano essere diserbati e attentamente guardati. Le loro foglie «parlano»: se leggermente gialle chiedono acqua, se troppo scure ne rifuggono. Tra le due comunque è meglio scegliere la prima opzione: spesso è meglio un buon colpo di secco. La troppa acqua è causa di infinite complicazioni e spesso di malattie fatali. Dopo un rodaggio cosi difficile e delicato seguono tempi normalmente e felicemente migliori: incredibilmente facili. Tanto che le Romneye possono diventare addirittura invadenti (come quasi tutte le piante del Nuovo Mondo, quando sono felici e appagate), producono nuove radici, fragili e delicate all'aspetto, ma vigorose e forti se indisturbate. E dalle radici stesse nascono nuove piante, propaggini vigorose, e .tante piccole e robustissime future Romneye. Suffruticose e perenni, le piante raggiungono un'altezza di 1,5-2 metri. Sono quindi papaveri giganti. Gli steli e le foglie pinnatifide, quasi gotiche all'aspetto, sono grigio-azzurre, bellissime. I fiori sono grandi, bianchi, stropicciati, simili a leggeri origami, con il centro fìtto di stami, giallo oro. Sbocciano da giugno a settembre, coprendo quel periodo così difficile per i giardini «da fiore». Come tutte le piante che amano essere indisturbate, sono l'ideale per i giardini senza giardiniere, quelli da... abbandonare. Quando la Romneya Coulteri decide d'essere felice, non molla: si stabilizza e puntuale rifiorisce ogni anno a lungo, senza malattie né epidemie, conquistando lentamente il terreno vicino. Grandi gruppi devono essere bellissimi: io non ne ho mai visti. Spero d'averli in futuro, da me, dove il secco, l'arido e il drenaggio non mancano. Tanto più tra luglio e agosto. Tutto diventa degno della più calda e asciutta California e (perché no?) in certi giorni del più rovente e desertico Nuovo Messico... Fiori che amano il sole, amano il secco, amano i posti ghiaiosi, amano più di tutto essere e restare indisturbati
Luoghi citati: California, Messico
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