America-Casinò, tutto falso

America-Casinò, tutto falso Lietta Tornabuoni America-Casinò, tutto falso BRAVURA meravigliosa. L'inizio di «Omicidio in diretta» di Brian De Palma è un lungo piano-sequenza di quasi venti minuti, una ripresa unica che comprende: il poliziotto corrotto protagonista, Nicolas Cage, che nel Casinò di Atlantic City, dove si svolge un incontro di boxe per il campionato del mondo, accoglie ì due pugili in gara; combina affari; parla con il suo migliore amico Gary Sinise, ufficiale di Marina responsabile della sicurezza del segretario di Stato alla Difesa venuto ad assistere al match; si accomoda nel suo posto ai bordi del ring; nello stesso attimo vede il suo pugile prediletto crollare per k.o. e vede l'uomo politico cadere colpito dalle pallottole di un attentato mentre stava parlando con una donna misteriosa in parrucca bionda. Straordinario. Il resto del film ripercorre quegli eventi dai punti di vista diversi di protagonisti o testimoni, che si sovrappongono per chiarire la vicenda: ma la verità non esiste se ciascuno guarda la realtà con gli occhi dei propri interessi. «Omicidio in diretta» è un'epopea della mistificazione, dell'artificio, della manipolazione. Falsa la città, Atlantic City, trasformatasi nel tempo da centro balneare antiquato a sub-capitale del gioco d'azzardo, fagocitata da quell'industria dei soldi che produce soltanto se stessa, speranze mal riposte, divertimento intossicato. Falso il Casinò già destinato a venir riciclato, inferno luminoso senza finestre né orologi separato dalla realtà, mondo chiuso di illusioni letali e di dannati felici aggrappati alle macchine elettroniche da gioco. Falso il poliziotto protagonista, cordiale e opportunista come la sua città, disonesto e amico di tutti, incapace di fare qualcosa che non gli porti vantaggio eppure capace di strani eroismi. Falsi ì campioni di boxe, nell'incontro truccato. Falso il dirigibile di plastica argentata che oscilla sui quattordicimila spettatori, sull'attentato, sul sangue e sui morti, con il suo occhio spalancato occultante una telecamera. Falsi gli uomini della sicurezza: sono loro gli assassini che armano la mano dell'assassino. False persino le vittime: l'onesto governante assassinato agiva per il pro- firio tornaconto politico; 'onesta ricercatrice che svela il complotto industrial-militare agisce per il proprio appagamento virtuoso. E il Casinò potrebbe anche essere l'America, i suoi clienti tonti potrebbero anche essere gli americani, il Paese potrebbe essere visto come un immenso supermercato in cui la menzogna è legge e la compravendita è religione. Tutte cose un poco troppo semplici e infiammate, simboli un poco troppo facili: ma Brian De Palma, cineasta magnifico, farebbe nascere emozioni pure da un foglio di carta, da due macchie rosse, da un bastone, da un biglietto da cento dollari intriso di sangue abbandonato sul pavimento. «Omicidio in diretta» del grande De Palma, con Nicolas Cage, è l'epopea dell'artificio, della mistificazione, della manipolazione Brian De Palma OMICIDIO IN DIRETTA Usa, 1998. Buena Vista Home Entertainment. A noleggio THRILLER Foto grande: Nicolas Cage, protagonista di «Omicidio in diretta». Foto piccole: Il regista Brian De Palma e l'altro interprete Gary Sinise

Luoghi citati: America, Usa