Anche Cesare Augusto se ne andava sulla Turbie
Anche Cesare Augusto se ne andava sulla Turbie VISITA AL «TROPHÉE DES ALPES» A PICCO SU MONTECARLO Anche Cesare Augusto se ne andava sulla Turbie WEEKEND Stefania Bertola ARRIVARE a La Turbie può anche dipendere dal caso: si parte da Mentono con l'idea di fare un giro a Nizza, e lungo l'autostrada si nota un cartello con freccia che dice «Trophée des Alpes». E laggiù, sulla sinistra, un oggetto bianco attraente e misterioso, posato su un colle. Seguite l'impulso, uscite dall'autostrada e lasciatevi guidare dalle frecce fino a La Turbie, paese di mezza Costa Azzurra, a picco su Montecarlo. Parcheggiate, e affacciatevi al parapetto: si possono contare 27 piscine, quadratini azzurri come piastrelle moresche nel verde. Proprio accanto al parcheggio, c'è l'ingresso al «Trofeo di Augusto», monumento edificato da Cesare Augusto tra il I e il V a.C., per commemorare le sue campagne vittoriose in zona. Per arrivarci, si attraversa un giardino curato in modo da risultare selvaggio. I turisti sono pochi, e hanno l'aria di comparse in un film tratto da Agatha Christie. Speri di non essere tu il protagonista. Ed ecco il trofeo, o quel che ne resta: una grande base, che pare leggermente sproporzionata rispetto alle poche colonne rimaste in piedi lassù. Su uno dei lati, l'iscrizione in latino che ricorda tutti i popoli soggiogati dall'Imperatore Romano: nomi belli, di cui nessuno che non sia uno studioso di storia antica ha la minima coscienza: i «chiomati» Oratelli, i Velauni, i Suetri. E' possibile salire fino alla cima del Trofeo, toccare i grandi blocchi bianchi di marmo immaginando, sotto le proprie, le impronte di sacerdoti, vittime, soldati, e magari quelle dell'imperatore che, distratto e stanco, si appoggia proprio lì durante una cerimonia. Giù, nel giardino, un piccolo Museo, con il modellino del monumento com'era allora, un elegante tempietto rotondo sopra la potente base quadrata, sormontato a sua volta da un cono a gradini, tipo le piramidi Maya. Nel Museo ci sono anche fregi superstiti, con vittorie alate e tuniche senza più corpi, e un paio di riproduzioni di statue dell'imperatore. A richiesta, il video con la storia del Trofeo; un vero e proprio piccolo fdm, con legionari in costume, musica stile Ben Hur, e una enfatica voce fuori campo che racconta in francese tutta quanta la storia. Passeggiando nel giardino, si notano dei cartelli vagamente minacciosi; non lasciate La Turbie senza aver visitato la chiesa barocca. Obbedienti, scendiamo in paese, passando per stradine perfette, con le porte colorate, i gerani delle sfumature giuste, i vasi di ferro da cui spuntano lavanda e rosmarino. Il gelataio è un po' triste, sul belvedere della piazza è disegnato un mondo, un cartello annuncia che stasera ci sarà la tombola delle elementari, per festeggiare la fine della scuola. Ancora una giravolta e la chiesa è lì. Barocca, come promesso. Dentro, luci che si accendono per sei franchi, notizie che si mettono in moto per altri sei, fiori, arredi lucenti e molti santi, sotto forma di scheletri o statue, riccamente omaggiati di candele e lumini. Soltanto lei, in fondo, non ha neppure una lucilia: la Madonna della Misericordia. A La Turbie, della Misericordia non potrebbe importargliene di meno. Con tre franchi, le metti una candela. Se vuoi essere più misericordio¬ so, con sei franchi le metti un lumino rosso. Se vuoi essere molto più misericordioso, con nove franchi le metti un lumino azzurro. Scendendo di nuovo per tornare a Mentone, perché ormai per Nizza è tardi, basta un po' di vera o finta sbadataggine per perdersi, e finire al faro di Cap-Ferrat: accanto, un altro giardino misterioso, con tigri, leoni e scimmiette, uno zoo che aspetta di esaurirsi, dove si va sperando che il pavone faccia la ruota. Il rnonumento fu edificato tra il I e il V a.C per commemorare le campagne vittoriose: si arriva attraverso giardini ancora «selvaggi» I pochi turisti hanno l'aria di comparse che recitano in un film di Agatha Christie Il «Trophée des Alpes»
Persone citate: Agatha Christie, Cesare Augusto, Ferrat, Picco, Stefania Bertola
Luoghi citati: Montecarlo, Nizza
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