Fondazioni, diktat di Amato

Fondazioni, diktat di Amato ["Emanato il decreto che vieta agli enti di occuparsi direttamente di credito e regola l'accesso alle cariche Fondazioni, diktat di Amato «180 giorni di tempo perfare gli statuti» ROMA Dopo le roventi polemiche dei mesi scorsi scatta infine il conto alla rovescia per le Fondazioni bancarie. Con l'emanazione da parte del ministro del Tesoro Giuliano Amato dell'* atto generale di indirizzo», gli enti hanno 180 giorni di tempo per adeguare gli statuti e diventare soggetti «senza fine di lucro, che possono perseguire solo scopi di attività sociale e di promozione dello sviluppo economico». 11 Tesoro vigilerà, imponendo l'obbligo di un bilancio programmatico che dovrà essere presentato a ottobre di ogni anno. Il provvedimento - 14 cartelle di indicazioni vincolanti su attività, composizione degli organi sociali, incompatibilità e compensi - stabilisce innanzitutto che gli statuti debbano ribadire «il divieto per le Fondazioni di esercitare attività creditizie». Dovranno quindi essere individuati i settori a cui indirizzare l'attività, e tra questi dovrà essercene almeno uno «rilevante» tra ricerca scientifica, istruzione, arte, conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, sanità e assistenza alle categorie sociali deboli. Amato comprime quindi il campo di manovra economica. L'attività di impresa potrà essere svolta, ma dovrà operare «in via esclusiva per la diretta realizzazione degli scopi perseguiti dalla Fondazione nei settori medesimi». Amato impone anche paletti alla commistione tra gli organi decisionali della Fondazioni e i loro «grandi elettori». Le funzioni di indirizzo, amministrazione e controllo dovranno essere distinte «in maniera corretta e nitida», e la gestione del patrimonio «dovrà essere svolta da strutture inteme diverse e separate». Anche le assemblee dei soci vedono limitato il loro peso. Gli statuti dovranno «limitare la quota dei componenti nominati per cooptazione ed eliminare le cariche a vita; non dovranno avere voce in capitolo nell'indirizzo dell'attività, e potranno designare una quota non maggioritaria negli organi decisionali». È prevista addirittura l'incompatibilità tra componente dell'assemblea e componente dell'organo di indirizzo. L'organo di indirizzo è il cuore della Fondazione. Il numero dei componenti dovrà tener conto dell'obiettivo di bilanciarne la provenienza (tra rappresentanza del territorio, con riguardo agli enti locali, e personalità scelte al di fuori di questo ambito). Andra evitato insomma di determinare «il collegamento permanente della Fondazione con interessi definiti o strutture istituzionali». I membri dell'organo di amministrazione della Fondazione non potranno stare nel consiglio di amministrazione della banca conferitaria. Le Fondazioni gestiscono un patrimonio di circa 70.000 miliardi di lire. Il mercato finanziario le vede spesso protagoniste in alcuni dei più importanti gruppi italiani del credi¬ to. Nella Compart di Luigi Lucchini, ad esempio, è notevole il peso della Compagnia di San Paolo (7,542%). 11 Monte dei Paschi di Siena, ora una Spa, è interamente nell'orbita dei poteri locali (Comune, Provincia) e controlla l'83% di Banca Toscana, quotata in Borsa. La Cassa di risparmio di Genova, pure nel listino di Piazza Affari, è per il 69% nella mani della Fondazione omonima. Interamente controllata dalla sua «matrigna» è anche il Banco di Sardegna. Ma è soprattutto nei gruppi più grandi che il peso degli enti è fondamentale. Unicredito ha tra gli azionisti leader la Fondazione Cassa di Torino (14,5%) e quella della Cassa di Verona (19,2%). San Paolo-Imi è tuttora nell'orbita della Compagnia di San Paolo ( 16,1 %). La stessa Banca di Roma privatizzata vede ancora tra gli azionisti pesanti l'Ente Cassa di Risparmio, con il 18% del capitale. In Banca Intesa fanno sentire la loro voce la Fondazione Cassa Parma (9,707%) e la Fondazione Cariplo (19,5%). Un patrimonio di 70 mila miliardi insediato nei gangli del sistema finanziario

Persone citate: Andra, Giuliano Amato, Luigi Lucchini

Luoghi citati: Genova, Parma, Roma, San Paolo, Siena, Torino, Verona