«la ripresa c'è, aiutiamola» di Ugo Bertone
«la ripresa c'è, aiutiamola» PARLA GIAMPAOLO GALLI DIRETTORE DELL'UFFICIO STUDI «la ripresa c'è, aiutiamola» Confindustria: se no perdiamo il treno intervista Ugo Bertone MILANO RIPRESA in vista o emergenza continua? Attorno all'economia italiana si moltiplicano le diagnosi, talora di segno opposto. Una sorta di babele delle cifre, in cui orientarsi non è facile. Ma le cose come stanno? Ne parliamo con Giampaolo Galli, direttore dell'ufficio studi della Confindustria. A che punto è la congiuntura? «Diciamo che l'Italia è un vagone agganciato alla locomotiva della npresa europea. Ma attenzione: è il vagone più lento. E non da oggi». Quindi, hanno ragione i pessimisti? «Direi di no. Partiamo dai dati della produzione industriale. Finalmente a giugno, per la prima volta dopo molti mesi, rispetto al mese precedente c'è stata una crescita». Un segnale sporadico dopo tanti meno... «Vero, ma secondo la nostra indagine congiunturale anche a luglio c'è stata un miglioramento». Quali sono i settori che stanno guidando la ripresa? «Non ho ancora a disposizione i dati necessari per una risposta completa. Ma ci sono due segnali positivi. Diciamo innanzitutto che, dopo una lunga crisi, sta riprendendo l'export». Perché ripartono le vendite all'estero? «Perché si sta normalizzando la situazione del Far East: sta riprendendo la domanda da quella parte del mondo. La rivalutazione delle monete asiatiche, poi, ha un po' ridotto l'impatto della loro concorrenza, che pure resta forte, su altri mercati». Ci sono altri fattori positivi? «Gli investimenti, finalmente, riprendono a salire. L'Ucimu, ad esempio, si segnala una forte ripresa degli ordini di macchine utensili». Dall'estero o dall'Italia? «C'è anche una ripresa della domanda italiana». Come lo spiega? «In effetti, occorre una riflessione. Nessuno si aspettava, 12-18 mesi fa, che l'economia andasse incontro a una faser riflessiva come quella che abbiamo sopportato nei mesi scorsi. Perciò te imprese si sono sovradimensionate rispetto alla domanda. Eppure hanno ripreso ad investire. E' un segnale che circola più ottimismo sulla ripresa». Una lieta novità... «Una parte della spiegazione, verosimilmente, è legata al fatto che le imprese cominciano a utilizzare la legge Visco, che prevede una riduzione della pressione fiscale sugli utili reinvestiti. E' un provvedimento più complesso e meno efficiente della Tremonti. Ma ha pur sempre la sua efficacia. Anzi, per ora è uno dei principali risultati scaturiti dal patto di Natale». Allora hanno ragione gli ottimisti, tanto per tornare alla domanda iniziale... «Alt. Il gap con le altre econo¬ mie europee resta rilevante. Non dimentichiamo che, nel '98, l'Europa è cresciuta del 3% e noi solo dell'1,3. Poi c'è stato l'avvallamento dei mesi scorsi: l'Europa, comunque, salirà in media del 2-2,5%, l'Italia solo dell'1%». E non è il solo handicap, visto che resta il distacco sul fronte dell'inflazione... «Vero. E' un fenomeno di scarso rilievo se il distacco viene riassorbito entro sei mesi o un anno. Altrimenti diventa preoccupante, molto preoccupante. Abbiamo già visto a cosa può portare una progressiva perdita di competitività, come quella accumulata tra l'87 e il '92». Quindi occorre una terapia d'urto. Quale? <Le misure fondamentali sono (uelle che non agiscono sul breve. Non credo alPefficacia di incentivi fiscali immediati». Ma occorrono risultati e breve... «Per agire sul breve occorrono misure a medio-lungo termine. Occorre ricreare un clima di fiducia, con misure sul lato delle spese capaci di convincere risparmiatori e investitori che la pressione fiscale, tra 5-10 anni, potrà calare». Occorre intervenire, insomma, sul lato delle spese... «Non c'è alternativa. Non dimentichiamo l'handicap del debito pubblico che spaventa gli investitori. In caso di aumento dei tassi, si teme, lo Stato non potrà far fronte all'aumento degli interessi se non aumentando le tasse. Perciò, per infondere fiducia, occorre intervenire sul fronte delle uscite con operazioni strutturali». Quali? «Tutte le cose .di cui va parlando Giuliano Amato. Nessuna esclusa. E cominciando dalla questione previdenziale». Che altro si augura per l'autunno? «Che le prossime scelte del governo sull'Enel possano contribuire a dare la sensazione di un Paese che viaggia verso la liberalizzazione. E tariffe elettriche più basse, naturalmente...». «Tagliare la previdenza, altrimenti gli imprenditori non investiranno temendo un aumeno delle tasse» Giampaolo Galli direttore del Centro studi di Confindustria
Persone citate: Giampaolo Galli, Giuliano Amato, Tremonti, Visco
Luoghi citati: Confindustria, Europa, Italia, Milano
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