«lo, primo custode della vita privata»

«lo, primo custode della vita privata» Il Garante Stefano Rodotà: lavoriamo per la massa dei cittadini, non solo per la privacy dei Vip «lo, primo custode della vita privata» Alain Elkann Professor Rodotà, qual è il compito del Garante della privacy? «Si occupa di tutto, ma non è una battuta. Ci possono essere sanità e giornalismo, servizi segreti, banche o anagrafe. Si va dalla vita quotidiana a qualsiasi altra cosa. Ci accusano di occuparci dei vip. Non ò vero. Ci siamo appena occupati di 50 mila casi di cui i vip erano al massimo dieci. Per quanto riguarda appunto la vita quotidiana, ci si occupa della salute e soprattutto del rispetto». E poi? «Per esempio della circolazione dei dati utilizzati impropriamente. Io sottoscrivo l'abbonamento a un giornale e mi invadono di materiale pubblicitario. Questo non piace a moltissima gente. Noi facciamo un lavoro di massa, non di élite, vorrei che fosse chiaro». Quanti siete? «Quaranta, in attesa di diventare più di cento». Come è organizzato il lavoro? «Collegialmente. I componenti sono quattro, poi lavoriamo a strettissimo contatto con i collaboratori». Qual è la preoccupazione numero uno del Garante della privacy? «Viene messo al centro il cittadino, che può finalmente controllare tutte le utilizzazioni dei dati che lo riguardano. Ogni momento noi cediamo tracce con il telefono, con la carta di credito. Tutti hanno il diritto di sapere chi ha raccolto i dati au di loro». Qual è la molla che spinge le persone a rivolgersi a voi? «Il bisogno di essere rispettali. Niente dati in pubblico che non siano necessari». Gli italiani come si comportano rispetto alla privacy? «Io me ne occupo dal 1970. Ritenevo che questo tema sarebbe decollato faticosamente nel nostro Paese, invece c'è stata un'esplosione. Gli italiani hanno rivelato che si sentivano impropriamente controllati sia dalle amministrazioni pubbliche sia dalle imprese private. Ci sono dati statistici che hanno smentito le mie previsioni. Forse ci sono tante richieste al Garante perché c'è grande sfiducia nel confronto delle istituzioni. E chissà, forse l'ultima nata delle istituzioni nell'immaginario della gente sembra poter essere più efficiente». Il cittadino oggi è più garantito per quanto riguarda per esempio la stampa? «Sì. Ho registrato da parte dei giornalisti una maggiore adesione al bisogno dei cittadini di essere rispettati. Meno foto, più iniziali, nomi di fantasia quando e necessario. In alcuni casi, come nel delitto di Mariapia Labiancu, la ragazza di Gravina, alcuni presunti abusi della stampa ci sono stati segnalati dalle giornaliste stesse. Anche in un caso di interruzione di gravidanza, per cui è identificabile la donna che aveva abortito, è successa la stessa cosa». Lei come vive, professore? «Viaggio molto, come sempre anche per gusto, devo dire. Però questo lavoro è globale, internazionale. Nelle ultime settimane due grandi giornali come l'Economist e Der Spiegel hanno fatto grandi inchieste sulla stima della privacy. E questo è l'effetto dell'uso delle tecnologie per la raccolta d'informazioni, che rischia di cancellare la vita al riparo dagli occhi altrui. La tutela della privacy sarà la più grande rivoluzione sociale del nostro tempo». Le piace il suo lavoro? «Sì, molto.». La politica? «Non ho rimpianti per il lavoro parlamentare. Questo è un modo di fare politica in modo concreto». Che cosa pensa della sinistra italiana? «Non so se è ancora possibile una robusta cura ricostituente. Il deperimento è forte, ma spero ci siano terapie. Però il tempo è molto poco» Come vive nel tempo Ubero? «In modo semplice. Credo all'ambiente familiare, ai libri. Sono socievole, vedo persone. Sono rimasto una persona curiosa di esperienze e conoscenze». E si occupa della sua famiglia? «Sì, sono anche nonno. E ne sono molto orgoglioso». E in vacanza? «Andrò in Campania e in Brasile passando dal Portogallo». Lei insegna ancora? «Non posso tenere corsi ordinari, ma dirigo un corso di perfezionamento in diritto civile. Ho esitato a scegliere questo nuovo lavoro di Garante della privacy perché la cosa a cui sono sempre più legato è l'Università». Che va molto male in Italia... «C'è da lavorare sulla struttura e sull'organizzazione delle facoltà. Non siamo in ritardo negli studi giuridici, anzi. Il problema è lo scarto tra l'eccellenza di alcuni ricercatori e la scadenza dell'organizzazione universitaria». Qual è il Paese dove si trova meglio fuori dall'Italia? «Mi piacciono la Francia e gli Stati Uniti, però siccome sono un giramondo ci sono tantissimi altri luoghi e Paesi che mi interessano. La Francia mi piace molto anche perla sua cucina». Mangia molto? «Cerco di farlo bene, però sono molto curioso». Lei cucina? «No. Ho provato e sono pessimo». Dove si mangia bene? «In moltissimi posti. E non mi faccia fare nomi perché mi farei inutilmente dei nemici tra i miei amici cuochi». Ha un piatto preferito? «Anche lì dovrei fare un elenco lunghissimo». La pasta? «Si, certo. Ci sono infiniti modi di cucinare la pasta. E' una benedizione cu questo Paese». Non teme il colesterolo? «Non ancora, perché sono parco».v E' parco in tutto? «Non per quello che riguarda la lettura e il lavoro». Donne poco? «Cinque ore per notte». Che cosala diverte di più? «Dipende dai momenti. Mi divertono tante cose. Ma soprattutto vivere in un ambiente privato senza conflitti. La cosa più importante in famiglia è la serenità. Però anche l'ironia e nessuna compiacenza reciproca». «Gli italiani danno alla loro riservatezza un valore che neppure io mi aspettavo Mi piace molto il mio lavoro: non rimpiango il periodo da parlamentare, ma mi manca l'insegnamento all'Università» Cognome Nom#Wi!W Nato il Ml\m..., d«odinonza?BMM!S rwidsma^ sialo cMteJHRRJMjiM Il mmtummtm*i0m intimi* Firma del titolare: DOMENICA CON Il Garante della privacy Stefano Rodotà, ex parlamentare e professore universitario

Persone citate: Alain Elkann Professor, Gravina, Mariapia Labiancu, Professor Rodotà, Stefano Rodotà

Luoghi citati: Brasile, Campania, Francia, Italia, Portogallo, Stati Uniti