«Esistono troppi doppioni e non abbastanza prove»
«Esistono troppi doppioni e non abbastanza prove» GLI ESPERTI GIUDICANO U SITUAZIONE IN ITALIA «Esistono troppi doppioni e non abbastanza prove» retroscena Claudia Ferrerò Farmaci sì, farmaci no. Une Babele. Ne è coinvolta la Francia, non ne è esclusa l'America, riguarda anche l'Italia. «Viviamo in una società in cui il numero di medicinali sottoposti a prescrizione è eccessivo. Fra questi troppe "copie", troppi i farmaci analoghi l^uno all'altro, in cui l'unica differenza è il nome riportato sulla scatola», sottolinea Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri» di Milano. " Agli italiani venne in aiuto la riforma d'inizio '94, quando un primo screening permise di sfoltire molti farmaci di fascia B, quelli rimborsabili. Scivolarono in C i ricostituenti, i farmaci per migliorare la memoria e mantenere l'acutezza mentale, quelli per proteggere la lucidità degli anziani, gli epatoprotettivi e l'avvincente esercito degli antietà - dagli anti-radicali liberi agli anti-ossidanti - «la cui efficacia non è mai stata dimostrata da qualche studio». Esattamente alcune delle categorie «messe all'indice» dal Rapporto francese. Il discorso si fa più delicato e complesso quando si entra nel campo delle malattie cardiovascolari, in quelle del metabolismo e nel trattamento dei disturbi da colesterolo. Quando dal campo della prevenzione, insomma, ci si spo- sta in quello esclusivamente terapeutico. Nuvole nere, in Francia, anche e soprattutto su questa categoria. Tanto da far scattare l'allarme: ma quando entriamo in farmacia, quanto rischia la nostra salute? «I medicinali hanno cambiato drasticamente la nostra esistenza - spiega il professor Bruno Silvestrini, ordinario di Farmacologia all'università La Sapienza di Roma - Non ci sono dubbi sui "Salva-vita". Mi riferisco agli antibiotici, ai vaccini, alle vitamine che hanno permesso di debellare scorbuto e rachitismo, agli anestetici e ai cardiaci d'emergenza. Tutti sanno che quest'ultimi, se usati rapidamente in caso di infarto, sono in grado di sciogliere il coagulo che si è formato nelle coronarie, sal¬ vando così una vita». Ma dietro l'angolo stanno le sabbie mobili della farmacologia. «L'efficacia può essere dubbia perchè sono stati introdotti per un effetto particolare trascurandone quello complessivo, talvolta altamente negativo - continua il professor Silvestrini -. Faccio un esempio: gli ipocolesterolizzanti erano stati studiati per la loro capacità di ridurre il grasso nocivo nel sangue. Si è visto solo in seguito che questa prima generazione interveniva sull'intero metabolismo scombussolandone il meccanismo e aumentando la mortalità. Voglio dire che è sul concetto di efficacia che è necessario lavorare, e il discorso è molto complicato perchè riguarda i criteri di studio». Stesso caos per i rimedi omeopatici e gli integratori alimentari. «Prove, mancano prove» è il ritornello comune, e sbaglia chi pensa che «al massimo non servono a nulla». Dosi troppe alte di sali minerali, per esempio, mettono a serio rischio gli equilibri dell'intero metabolismo. Utili, inutili, dannosi, dall'effetto placebo: la matita rossa sottolinea anche i «vasodilatatori e vasoprotettori». «Sono usati per le malattie degli arti inferiori, per migliorare l'attività cerebrale, ma dati certi su di loro non ce ne sono», dice il professor Garattini. Che insiste anche lui sul termine efficacia: «E' tale solamente se si dimostra che un farmaco è in grado di migliorare la qualità della vita, di ridurre i sintomi e di allungare la durata della vita». E continua: «Solo con delle sperimentazioni a lungo termine si può far luce sull'utilità di una sostanza. La ricerca è in mano all'industria farmacologica, più interessata a spingere i nuovi prodotti che a fare confronti tra i vecchi. Esistono molti farmaci efficaci per l'ipertensione, ma sono tutti ugualmente attivi? Chi lo è di più e chi di meno? Il quesito non si risolverà mai perchè nessuno è disposto a veder togliere il proprio prodotto dalle farmacie nel caso risultasse meno potente di un altro. In fondo, comunque, se un farmaco su quattro è consi derato inattivo o dubbio, è una visione ancora ottimistica del mercato farmaceutico» * Il consumo di farmaci è una delle voci più pesanti del deficit degli Stati
Persone citate: Bruno Silvestrini, Garattini, Mario Negri, Silvestrini, Silvio Garattini
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