Ucciso il leader dei sindacati turchi
Ucciso il leader dei sindacati turchi Nel '91 aveva marciato per 265 km alla testa di 50.000 minatori in rivolta Ucciso il leader dei sindacati turchi L'agguato sul Mar Nero, tredici colpi di pistola ANKARA Semsi Denizer, segretario generale e leader della «Turk-Is», la più importante confederazione sindacale in Turchia, è stato assassinato a colpi di arma da fuoco a Zonguldak, sul Mar Nero, principale centro della produzione mineraria nazionale. La polizia ha catturato l'omicida, Ccngiz Balik, cho ha numerosi precedenti penali; l'uomo avrebbe già confessato il delitto e si sarebbe giustificato asserendo che la vittima gli doveva 40 milioni di lire turche, meno di 200 mila lire italiane. «Ovviamente dietro tutto questo ci sono ben altre cose», ha commentato Bayram Meral, presidente della confederazione guidata da Denizer. Denizer, 49 anni, era anche il numero uno del «Maden-!s», sindacato dei lavoratori minerari; nel '91 divenne molto popolare nel suo Paese per aver condotto circa cinquantamila minatori in sciopero per ottenere aumenti salariali in una marcia di protesta lungo i 265 chilometri che separano Zonguldak dalla capitale Ankara. Si trattò di una delle più importanti manifestazioni di lavoratori avvenute nel Paese. La sua morte è stata provocata da 13 colpi d'arma da fuoco, sei dei quali alla testa. Dal canto suo il fratello della vittima ha dichiarato che questi e l'omicida in passato erano stati amici; ha smentito però indiscrezioni secondo cui Balik avrebbe a suo tempo lavorato nel sindacato come guardia del corpo. L'agguato è avvenuto in un momento delicato por rapporti tra il governo di Ankara e le organizzazioni sindacali e di tensione sociale altissima. Il governo è impegnato a mettere a punto ed a far approvare un consistente piano di riforme economiche e sociali che restituisca credibilità all'estero e faccia immergere il Paese da una profon¬ da crisi. L'impegno si è fatto pressante anche perché proprio l'approvazione del «pacchetto» di riforme economiche è stata posta come condizione essenziale dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per la concessione di forti prestiti alla Turchia. I sindacati, da parte loro, sono attivamente presenti sulla scena per verificare tempi e modi degli interventi e per tutelare un regime di equità sociale nei previsti sacrifìci. E in particolare si oppongono al progetto governativo di elevare l'età minima pensionabile da 45 anni perle donne e 50 per gli uomini a, rispettivamente, 58 e 60. Ieri era stata sospesa all'ultimo momento una giornata di sciopero generale nella speranza di raggiungere un compromesso sul provvedimento che rientra tra le misure draconiane imposte dal Fondo Monetario Intemazionale. Da un mese le proteste dilagano un pò ovunque. lAgi-Ap-Ansa]
Persone citate: Bayram Meral, Semsi
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