Poste, pagherà anche Ciampi

Poste, pagherà anche Ciampi Liberalizzati i servizi. La società si lancia nel business dei Fondi Poste, pagherà anche Ciampi Cadono tutte te franchigie sui francobolli ROMA Parte la liberalizzazione dei servizi postali. E' stato infatti pubblicato ieri in gazzetta ufficialo il decreto legislativo che recepisco la direttiva Uc sullo sviluppo del mercato dei servizi postali comunitari, approvato dal Consiglio doi ministri lo scorso 16 luglio. La norma farà cadere anche una sorie di franchigie, fra cui quella che permetteva al Presidente della Repubblica di non affrancare le sue lettere. Le Poste, intanto, tornano a occuparsi di finanza. L'ultima riunione prima della pausa estiva del consiglio di amministrazione della Spa guidata da Corrado Passera ha osami-^ nato il progetto di costituire una società di gestione risparmio, come previsto dal piano d'impresa. Il decreto legislativo sui servizi postali liberalizza completamente l'autoprestazione, cioè il «servizio postale in proprio», nonché il servizio di scambio dei documenti, stabilendo al contempo che resti prerogativa delle Poste il «servizio universale» • ossia le prestazioni da fornire in tutto il territorio nazionale a prezzi accessibili a tutti gli utenti - relativamente agli invìi postali fino a 2 kg, i pacchi postali fino a 20 kg, le raccomandate e le assicurate. Viene istituito un fondo di compensazione, che sarà alimentato da contributi degli operatori privati nel caso in cui le risorse economiche derivanti dalla riserva non coprano gli oneri del servizio universale. Le norme transitorie dispongono che il servizio universale è affidato alla Società Poste italiane per un periodo massimo di 15 anni e che alla società stessa è riconosciuta l'intera area della riserva fino al 31 dicembre 2000. Le norme transitorie fissano inoltre al 31 dicembre del 2000 la scadenza delle concessioni attualmente vigenti per le agenzie di recapito e stabiliscono che le concessioni rilasciate e istituti, banche ed enti sono prorogate per sei mesi dall'entrata in vigore del provvedimento. Nel frattempo riparte l'offensiva delle Poste nell'offerta di servizi finanziari. Il consiglio di amministrazione ha infatti esaminato il progetto di costituire una «Sgr», società di gestione del risparmio, con l'obiettivo di far decollare le Poste nel settore dei fondi comuni di investimento o dei fondi pensioni. La Sgr doterebbe le Poste di una reto di vendita del risparmio f;estito rafforzando il ruolo del'azienda nella distribuzione dei prodotti finanziari. Un capitolo caro ai vertici della Spa, da mesi ormai impegnati in un espansione a tutto campo nel sistema finanziario. Il progetto delle Poste sarebbe in fase avanzata, tanto che la società starebbe già provvedendo alla formazione di una cinquantina di promotori finanziari. Dopo il no della Banca d'Italia all'acquisizione della banca senza sportelli Proxima dal gruppo Intesa (un asset cui i vertici tenevano molto), le Poste potrebbero invece centrare l'obiettivo di sbarcare nel settore dei fondi comuni di investimento. Il pro- Setto Sgr, dopo l'approvazione el consiglio delle Poste, dovrà passare al vaglio della Banca d'Italia nelle prossime settimane. La cornice normativa di riferimento sono gli articoli del Testo unico della Finanza sul risparmio gestito e il provvedimento del 1° luglio '98 della Banca d'Italia che stabilisce i parametri patrimoniali delle società di ge stione dei fondi e i requisiti di professionalità e onorabilità dei gestori. Se l'ipotesi riceverà l'ok delle autorità di controllo le Poste potranno costituire e gestire in proprio e per conto terzi fondi comuni. Le Sgr devono avere'un capitale sociale minimo di un milione di euro e possono svolgere servizi di gestione collettiva (fondi), istituire e gestire fondi pensione e avviare la gestione individuale per conto terzi.

Persone citate: Ciampi, Corrado Passera

Luoghi citati: Roma