Il lavoro Usa cresce, Wall Street rotola
Il lavoro Usa cresce, Wall Street rotola Il Dow Jones perde fino a 130 punti, poi chiude a - 0,74%. Veto di Clinton alla riduzione delle tasse Il lavoro Usa cresce, Wall Street rotola Borse europee tutte giù, torna la paura dei tassi MILANO Più di 310 mila nuovi posti di lavoro a luglio, contro una previsione di 200 mila. L'occupazione americana cresce più del previsto così come lo paghe (+0,5% contro un'attesa dello 0,3%). E per le Borse di tutto il mondo (ieri Piazza Affari è scivolata sui nuovi minimi dell'anno, con un calo del Mibtel pari allo 0,56%), Wall Street in testa, non è una bella notizia: l'aumento degli occupati e dei salari, nel momento in cui l'economia dà qualche segno di frenata e la produttività rallenta, può infatti anticipare la ripresa del'inflazione. Di qui la sensazione che il rialzo dei tassi sia ormai vicino. Non stupisce, in questa cornice, il nervosismo di Wall Street, in discesa nella prima parte delia seduta, poi in recupero, infine con pedite diffuse, tanto da chiudere a 10.714,03 pari a -0,74%. Più arduo interpretare la debolezza del dollaro: il rialzo dei tassi dovrebbe infatti rafforzare la moneta Usa. Ma anche questo è un sintomo dell'incertezza che si respira attorno all'economia Usa. A complicare le cose arrivano i primi venti di battaglia della prossima campagna presidenziale. Ieri, infatti, la maggioranza repubblicana del Senato ha votato il disegno di legge che prevede riduzioni fiscali per 792 miliardi di dollari. Bill Clinton ha subito reagito annunciando che opporrà il veto alla proposta che i repubblicani si accingono a rilanciare in vista delle presidenziali dell'anno prossimo. Il dibattito sulle tasse, ora che il bilancio federale segna un cospicuo surplus, è infatti al centro degli interessi del mondo politico. Clinton ho dichiarato che «la legge mette a rischio l'assistenza sociale e sanitaria e ostacola il ripianamento del debito». Il Tesoro, intanto, ha annunciato un ambizioso piano di riacquisto dei T-Bond, con l'obiettivo di tamponare l'ascesa del costo del denaro e di sostenere il dollaro. Attorno alla solidità della moneta, infatti, ruoterà parte della campagna elettorale. «Se l'amministrazione - dichiara David Gilmore, partner del Forex Exchange Analytics pensa a cosa può andare storto nei prossimi 18 mesi, il dollaro è in cima alla lista». E' in questa cornice che la Federai Reserve dovrà pronunciarsi sui tassi. «Dopo ì dati di oggi - spiega da Londra Lorenzo Codogno, capo economista di Bank of America - le prospettive di un rialzo sono aumentate: queste indicazioni si aggiungono ad altri su un'inflazione in agguato e su un'economia non più troppo brillante». Intanto Clinton ha completato ieri la squadra della Federai B 1 Reserve. Nel board è entrata Carol Parry, ex vice president della Chase Manhattan. Ma, soprattutto, Clinton ha scelto il nuovo vice di Greesnpan: è Roger Ferguson, esperto di hightech, dal '97 uno dei sette governatori della Fed. Ma la novità è che, per la prima volta, il nume ro due della banca più potente del mondo è un afroamericano. [u.b.] Il presidente Usa, Bill Clinton
Persone citate: Bill Clinton, Carol Parry, Clinton, David Gilmore, Lorenzo Codogno, Roger Ferguson
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