Acquario tropicale nel Mediterraneo

Acquario tropicale nel Mediterraneo Una ricerca dell'Icram: i più pericolosi sono il pesce palla e il pesce scorpione Acquario tropicale nel Mediterraneo Sosper l'invasione dai mari caldi: ecosistemi sconvolti ROMA Cefali, addio. Fa caldo nel mar Mediterraneo, mezzo grado in più rispetto a 100 anni fa. E con il caldo sono arrivate anche 110 specie di pesci tropicali come il pesce «palla» o i barracuda, che adesso mettono a rischio la sopravvivenza dei vecchi pesci «nostrani». E' il risultato della ricerca sulla tropicalizzazione del Mediterraneo, condotta dall'Icram, l'Istituto per la ricerca sul mare. Secondo il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, intervenuto alla presentazione della ricerca, queste «immigrazioni ittiche» confermano il cambiamento climatico, «che ha portato quest'anno a un estate di tipo tropicale, con piogge che si alternano a periodi di siccità». Ma non è solo per effetto dell'innalzamento delle temperature, del clima più caldo, che il Mediterraneo sta diventando un mare del Sud. A favorire la migrazione di pesci boreali, sahariani, senegalesi e tropicali sono stati anche l'abbassamento del tasso di salinità, l'aumento dell'anidride carbonica e, più in generale, l'inquinamento. Pur costituendo solo lo 0,8 per cento delle acque del pianeta, il Mediterraneo accoglie infatti circa il 30 per cento del traffico marittimo. L'inquinamento allarma il ministro Edo Ronchi. «I pesci tropicali - avverte - possono dilagare e portare all'estinzione delle specie autoctone più vulnerabili. Un mare più pulito farebbe da barriera ai pesci tropicali, che sono geneticamente più competitivi». Le specie di pesci «indigeni» sono 530. E sono più deboli di fronte all'ondata di idrocarburi e di tossine che li invade. L'indebolimento consiste in un rallentamento dei cidi produttivi di pesci come cefali, saraghi e occhiate, che da secoli abitano i nostri mari e che adesso boccheg¬ giano. I pesci tropicali al cont rari o prolificano, tanto da essere diventati anche un buon affare commerciale. Triglie tropicali e cernie bianche sono adesso pesci comuni sulle tavole degli italiani: l Olì anni fa si trovavano solo ai tropici. Nel corso del Novecento sono «immigrate» circa 55 specie dal Mar Rosso e altre 60 dall'Atlantico tropicale, attraverso lo stretto di Gibilterra. Ormai il 20 per cento della fauna ittica mediterranea è costituita da specie aggressive immigrate dai mari più caldi. Fra i pesci più pericolosi entrati nel Mediterraneo c'è il pesce «palla», che se ingerito crudo è molto velenoso, il pesce «scorpione», di cui vanno evitati i terribili aculei e lo squalo tropicale. Se il pesce scorpione, insieme con le triglie, alle cernie e ai barracuda, viene dal Mar Rosso, dall'Atlantico sono entrati la ricciola fasciata, un tipo di scorfano e il pesce palla. Accanto alla tropicalizzazione del Mediterraneo, ci si mette anche la meridionalizzazione, che fa «salire» sempre più a Nord specie di pesci che un tempo si trovavano solo nelle acque del Sud. E' il caso del pesce «pappagallo», di cui si ricorda qualche raro avvistamento a Lampedusa. Adesso, assieme al pesce «balestra», nuota in tutta la Sicilia. Nel mar Tirreno hanno trovato il loro habitat i pesci «vela» e le aguglie imperiali. La colorata donzella pavonina sta invece infestando le coste del Mar Ligure: è commestibile, ma la sua carne è di qualità scadente, al massimo la si può consigliare per una zuppa mista. Ij. arb.l li ministro dell'Ambiente Ronchi: «Queste alterazioni dimostrano i cambiamenti complessivi del clima» Il pesce palla

Persone citate: Edo Ronchi

Luoghi citati: Gibilterra, Lampedusa, Roma, Sicilia