Telefonini fuorilegge in mare di Fabio Pozzo

Telefonini fuorilegge in mare I controlli nel Savonese, applicata per la prima volta una nonna del 73. Autorizzate solo comunicazioni radio Telefonini fuorilegge in mare Una decina di multe ieri su barche e yacht Fabio Pozzo SAVONA E' l'estate dei telefonini, ma attenti ad attivare l'oggetto del desiderio su pedalò, motoscafi, yacht e persino dalla sedia a sdraio spiegata sul ponte del traghetto. Intanto perché probabilmente non «prenderà», inteso come linea, e poi perché ri se hi ere le di prendere ima multa. Perché l'uso in mare del cellulare è vietato. Le prime violazioni sono state contestate ieri in Liguria, nel braccio di mare assai frequentato dai diportisti compreso tra Varazze e Capo Noli. Si tratta di un'iniziativa pilota in Italia, un'operazione congiunta mossa dalla polizia postale e dalla polmare di Savona. La motovedetta ha intercettato una trentina di imbarcazioni. Una decina i verbali compilati dagli agenti, per l'uso del cellulare. La sanzione? Ottantamila. I poliziotti, coordinati dai dirigenti Roatta e Chianura, hanno anche sequestrato due apparecchi radio non omologati e contestato altre violazioni inerenti sempre le dotazioni di bordo. Un blitz che ha sorpreso molti yachtmen. Sapevano del divieto di chiacchierare al telefonino in auto, salvo avere l'auricolare o il sistema «viva voce», ma che fosse vietato anche in barca, questo no. Eppure. L'ispettore della polizia postale Alberto Bonvicini, responsabile del settore telecomunicazioni della polizia savonese, ieri a bordo della motovedetta ha applicato un articolo del Codice postale (è datato 1973; i primi telefoni radiomobili sono spuntati in Italia nel '71 ), che seppur con un testo piuttosto ermetico non prevede l'uso dei telefonini in mare. Sia quelli del sistema più vecchio, l'Etacs, che i più recenti Gsm. Tali apparecchi si possono utilizzare soltanto a terra, come stabilito dagli atti di concessione siglati dalle società concessionare con il ministero delle Telecomunicazioni. E' in corso una sperimentazione, a bordo di alcuni traghetti, di cabine telefoniche Gsm ad uso dei passeggeri: ma l'esito è ancora atteso. Rimarrebbero invece esclusi dal divieto, secondo una interpretazione, i portatili planetari, che si collegano alla rete telefonica satellitare globale, finora però ancora poco diffusi. A bordo di qualsiasi tipo di barca possono essere tenuti soltanto nelle borse, rigorosamente spenti. Inutile accampare scuse, tipo «non ho chiamato io, ho solo ricevuto»: l'infrazione c'è comunque. L'unico strappo alla regola è consentito in caso di emergenza, per allertare i soccorsi. Diversamente, ci sono le apposite apparecchiature radio di bordo, i Vhf e Hf, che permettono di conversare con le stazioni a terra e tra imbarcazioni. Dotazioni che si trovano però soltanto a bordo di barche più grandi. Chi ha soltanto un gozzo è destinato al silenzio. I motivi di tale divieto, al di là dell'imposizione di legge, sono anche pratici. In mare i Gsm non trovano copertura, se non in prossimità della costa, ma non ovunque; gli Etacs, che potrebbero avere maggiore gittata, risentono delle condizioni atmosferiche, e possono lasciare in panne facilmente. Sono apparecchi studiati soprattutto per i centri urbani, dove si concentra il mercato che si presume più appetibile per le società concessionarie. Senza contare che i telefonini non rispondono ai requisiti per le strumentazioni di bordo, concepiti per affrontare senza timori il salino e le condizioni meteomarine avverse. Affidarsi dunque ai cellulari in mare aperto potrebbe rivelarsi un'imprudenza che, nella malaugurata ipotesi di un'avaria, costerebbe cara. Rischia una sanzione anche chi chiama dal ponte di un traghetto La polizia postale: i cellulari sono omologati sulla terraferma e non garantiscono la sicurezza gle 12 miglia - dal gommone al piccolo cabinato a motore o a vela - hanno l'obbligo di avere a bordo dei razzi di segnalazione nel caso dovessero lanciare un SOS. L'uso di radio-telefoni è, naturalmente, consentito, ma comporta la tassa e la licenza. •Il radio-telefono, o VHF, permette comunicazioni mare-terra (con le stazioni radio costiere e con le Capitanerie di porto) e comunicazioni mare-mare tra imbarcazioni. Sì serve di ponti-radio e di diverse frequenze, una delle quali - la frequenza 16 che su tutti gli apparecchi è indicata in rosso - è riservata all'ascolto continuo e, quindi, anche alle chiamate di emergenza. Con un VHF si possono fare anche delle telefonate a numeri privati di terra, passando per le stazioni costiere.

Persone citate: Alberto Bonvicini, Roatta

Luoghi citati: Italia, Liguria, Savona, Varazze