Disgelo tra Ecevit e D'Alema

Disgelo tra Ecevit e D'Alema Il primo ministro di Ankara risponde a un messaggio del collega italiano. Dini il 16 settembre a Istanbul Disgelo tra Ecevit e D'Alema Lettera del premier turco: trattiamo Il primo ministro turco, Bulent Ecevit, ha scritto una lettera al presidente del consiglio italiano Massimo D'Alema accogliendo la proposta di quest' ultimo per un «miglioramento delle relazioni» tra i due Paesi. Lo rende noto l'agenzia turca di notizie «Anadolu» facendo riferimento a «fonti diplomatiche» secondo cui c'è stato uno scambio di lettere tra i due capi di governo iniziatosi con una lettera di D'Alema alla fine del mese di luglio. Nella sua lettera Ecevit scrive l'agenzia - condivide l'idea di un miglioramento delle relazioni tra i due Paesi e sottolinea l'importanza di incontri di alto livello tra le rispettive autorità auspicati da D'Alema nella sua lettera. Secondo la stessa agenzia, la lettera di Ecevit sarà inviata a Roma «o oggi o lunedì» attraverso l'ambasciata di Turchia a Roma. Nella sua lettera D'Alema secondo la stessa «Anadolu» avrebbe assicurate al primo ministro turco che l'Italia considera la Turchia come un futuro partner nell'Unione Europea. La stessa agenzia annuncia che «nella cornice dell'incipiente nuovo periodo delle relazioni tra i due Paesi» il ministro degli Esteri italiano Lamberto Dini si recherà a Istanbul in visita il 16 settembre prossimo. Frattanto anche il braccio armato, oltre all'ala politica del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan, indipendentista, illegale) ha dichiarato ieri il proprio totale sostegno al loro leader Abdullah Ocalan e l'intenzione di accettare la sua richiesta di deporre le armi e di abbandonare il territorio turco a partire dall'I settembre. II braccio armato Argk (Esercito popolare di liberazione del Kurdistan) ha affermato di con¬ siderare «come un ordine l'appello rivolto dal presidente Apo (soprannone di Ocalan) al nostro esercito perché smetta di combattere ... Annunciamo che cominceremo ad attuare il piano presentato dal nostro comandante supremo dall'I settembre». Dal canto suo l'Ernk (Fronte di liberazione del Kurdistan, braccio politico del Pkk) ha ribadito «pieno appoggio» a Ocalan, ha insistilo sulla «serietà» del suo appello e ha chiesto ai governi europei di «svolgere un ruolo attivo» nel processo di pace, costringendo Ankara ad assumersi le sue responsabilità. Ocalan, 50 anni, è stato condannato a morte per tradimento e tentativo di secessione il 29 giugno dalla Corte di sicurezza dello Stato della Turchia. Ieri è stato comunicato che la Corte di Cassazione comincerà ad esaminare la sentenza il prossimo 7 ottobre. Se dovesse confermarla, la parola passerebbe poi al Parlamento e in ultima istanza al presidente. Anche il leader curdo, in carcere nell'isola-prigione di Imrali, attraverso i suoi avvocati è tornato a parlare dell'appello rivolto ai suoi uomini. In un comunicato ha assicurato che «l'appello al Pkk perché ponga fine alla lotta annata e si ritiri al di fuori dei confini della Turchia, non è una mossa tattica ... ma un appello vitale per le conseguenze che potrà avere sia per la popolazione e lo Stato turco, sia per la struttura ideologica e organizzativa del Pkk». Ocalan ha anche detto che «non dovrebbero esserci scontri durante il ritiro, se non in casi eccezionali», aggiungendo di considerare «interessanti» le dichiarazioni del primo ministro turco Bulent Ecevit, secondo il quale «d'ora in avanti ognuno deve fare il proprio dovere per raggiungere la pace». Il Pkk, fondato da Ocalan nel 1978, ha dato il via nel 1984 alla lotta armata per la creazione di uno Stato curdo indipendente nel Sud-Est della Turchia: gli scontri hanno causato finora più di 31.000 morti, tra cui anche molti civili. [Ansa] Anche il braccio armato del Pkkha aderito all'ordine di Ocalan «Basta guerriglia» Il primo ministro turco Ecevit ha deciso di chiudere la fase di polemica con Roma ANKARA