«Rimettete in libertà Pinochet»
«Rimettete in libertà Pinochet» A due mesi dall'apertura a Londra del procedimento di estradizione, insorgono il giudice Garzón e tutti i partiti «Rimettete in libertà Pinochet» Mossa a sorpresa della procura di Madrid MADRID Colpo di scena a mono di due mesi dall'apertura a Londra del procedimento di estradizione contro Pinochet por delitti di tortura: la Procura del Tribunale di Madrid ha chiesto a sorpresa che l'ex dittatore sia rimesso in libertà. Il 2 ottobre del 1997 (mesto organismo, di nomina politica, aveva presentato ricorso contro la richiesta di arresto ed estradizione da parte del giudice inquirente Baltasar Garzón, facendo sospettare di voler dare una mano al governo di Jose Maria Aznar, desideroso di sbarazzarsi quanto prima di questa «patata bollente» cilena. Sollevando questa volta l'indignazione non solo del mondo giudiziario ma anche di tutti i partiti, compreso il Partito popolare di Aznar, oltre che dell' opinione pubblica e della stampa, il procuratore Pedro Rubini ha emanato un nuovo ricorso datato 29 luglio ma reso pubblico solo la notte scorsa. Si sostiene che «Pinochet come capo di stato gode della stessa immunità del Re di Spagna», che «non può essere accusato di tortura perchè per la leggo spagnola e tale solo quando si vuole ottenere informazioni e non quando, come nel caso cileno, si vuole terrorizzare la gente», e infine che «sì è violata la Costituzione facendo trascorrere 5 mesi senza rispondere ai procedenti ricorsi avanzati dalla Procura contro questo arresto». Due giorni fa la Procura aveva emanato un altro ricorso contro Garzon sostenendo che era una «intromissione in politica» la sua richiesta al ministero degli Esteri di spiegazioni sulle trattative fra Cile e Spagna per evitare l'estradizione e risolvere il caso Pinochet con un «arbitrato amichevole». Tutti in Spagna leggono l'iniziativa come un nuovo tentativo di trovare una soluzione extragiudiziaria ad una problema che rischia di compromettere seriamente i rapporti commerciali e politici fra i due paesi. Il portavoce del Partito socialista operaio di Spagna, il maggiore di opposizione, Rafael Estrella, ha rivelato che alla riunione iberoamericana di Rio de Janeiro in luglio Aznur avrebbe offerto «un compromesso, un mezzo impegno» in tal senso al presidente cileno Eduardo l'rei, che ha minacciato di non partecipare al Vertice dell'Avana in novembre se prima non si sarà trovata una soluzione che non sia l'estradizione. L'avvio di un «arbitrato bilaterale» potrebbe vedere il coinvolgimento della Corte internazionale di Giustizia dell'Aia. Il ministro degli Estori Abel Matutes sembra impegnato ad esplorare questa compromes- so, e ieri è venuta in suo soccorso anche la Procura. Ma la terza autorità dello stato, Federico Trillo, in assenza di Aznar in vacanza, ha chiarito: «È normale che il Cile cerchi soluzioni alternative, ma la Spagna continua a rispettare l'indipendenza del potere giudiziario». Matutes sembra dover dimostrare al Cile e all'opinione pubblica che il governo spagnolo ha fatto tutto ciò che poteva. Ma il suo isolamento appare evidente. Un portavoce del Partito po¬ polare ha detto: «La giustizia deve fare il suo corso. Non è molto felice paragonare Pinochet al re». Un socialista ha definito «delirante» il ricorso della Procura, mentre i comunisti di lzquierda Unida mettono l'accento sul comportamento «sospetto» di Matutes. «Un'autentica aberrazione» il ricorso per la «Associazione Madri Plaza de Mayo». «La Procura si è confermata avvocato di Pinochet». La Upf (Unione magistrati progressiti) denuncia il ricorso come «un atto di ostruzionismo alla giustizia». Mentre Af, l'Associazione dei magistrati, parla di «passo indietro». «Ci sono due cose ormai acquisite - ribadisce - : che Pinochet non gode di immunità, e che i tribunali spagnoli hanno competenza sui suoi delitti. Perchè proprio la Procura continua a rimetterle in dubbio?». «El Pais» ha ricordato che «il caso Pinochet non va avanti tranquillo perchè è diventato una specie di laboratorio per il nuovo diritto internazionale», [e. st.] Trattative segrete tra Cile e Spagna per cercare di non compromettere i rapporti politici e commerciali Un gruppo di cileni ha manifestato ieri contro Pinochet a Barcellona davanti al Palazzo di Giustizia
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