Berlusconi: «Riforme a rischio»
Berlusconi: «Riforme a rischio» Diessini contro prodiani: siete incoerenti. Il Ccd Follini: grazie a «San Romano», ci ha fatto la grazia Berlusconi: «Riforme a rischio» Di Pietro: par condicio non è anti-opposizione ROMA «Con questa sinistra sarà difficile sviluppare un dialogo sulle riforme». Silvio Berlusconi dalle Bermude ritorna sul tema della par condicio e allarga il tiro, rivolgendosi indirettamente anche al presidente Ciampi, al quale le riforme istuzionali stanno notoriamente a cuore. Il leader dol Polo si dice pessimista: «Ogni volta che la discussione verte sulle regole del gioco, che richiederebbero il più ampio confronto con l'opposizioni: la maggioranza mostra di voler procedere solo a colpidimanoe proprio con l'obiettivo di colpire i diritti democratici dell'opposizione». Usa toni più sobri di quelli dei giorni scorsi, Berlusconi, ancho quando attacca di nuovo la sinistra che «pensa di intimidire gli avversari politici ma svela solo la sua debolezza. Spera di salvarsi ma di fatto si condanna a un molo non solo antidemocratici i illiberale ma antistorico». Intanto dal centrodestra vengono altri segnali di disponibilità a) confronto per modificare la legge. Per prime con quelle for/.e politiche Democratici e Verdi - che hanno manifestato aperto dissenso con la linea «proibizionista» del governo. «Ancho perchè per l'orza Italia è più facile dialogare con i partiti che non hanno una matrice comunista», spiega il presiden¬ te dei deputati azzurri Beppe Pisanu. «Mi pare che san Romano ci stia facendo la grazia: senza i voti dell'Asinelio la maggioranza ani.i-spot assomiglia a una tigre di carta», aggiunge il vicesegretario del Ccd Marco Follini, favorevole a spot gratis per tutti sulle reti Rai e a prezzo di costo sulle private. A Berlusconi risponde Antonio Di Pietro dagli Stati Uniti. Difendendo a spada tratta la legge sulla par condicio con toni assai più netti - e privi di distinguo - dei suoi colleghi dell'Asinelio. «Altro che bavaglio all'opposizione. Si tratta solo di stabilire pari condizioni nell'accesso ai mezzi di informazione. Io vorrei anche arrivare secondo, se uno corre più di me - continua Di Pietro alla radio, usando una delle sue espressioni colorite -. Ma dobbiamo partire tutti dallo stesso punto, è troppo facile partire 50 metri più avanti». E già che c'è, spende qualche parola sul conflitto di interesse: «Qui in America c'è il divieto totale di poter fare il capo partito o il presidente e il gestore di tutte le reti televisive. Una cosa del genere è assurdo perfino immaginarla». Neanche un cenno sugli spot vietati e sul «no» del suo partito. Un dissenso - quello dell'Asinelio - che i ds accolgono con «stupore», rimproverando i prodiani di essere «meoerenti». «Non si comprendono le ragioni di tale incertezza e titubanza in una forza politica che ha fino a oggi insistito per una linea di forte critica all'anomalia italiana rappresentata dal potere mediatico e dagli interessi privati del capo di Fi», accusa Carlo Leoni, della segreteria Ds. I prodiani dal canto loro tengono a prendere le distanze da Berlusconi e negano recisamente che dietro la loro posizione antiproibizionista - «che nasce solo da considerazioni di merito» - vi sia una sorta di disgelo con Forza Italia. «Vedervi strizzate d'occhio è una dietrologia senza senso», il capogruppo al senato Andrea Pispini. Ma non per questo il suo omologo alla Camera Rino Piscitene rinuncia a chiedere esplicitamente un incontro dei gruppi della maggioranza ai primi di settembre per «verificare il testo». «Tanto più che il governo ha già detto che non è blindato», aggiunge. E il governo pare disponibile, preoccupato semmai di sopire le polemiche - anche quelle col Polo che il vicepresidente Sergio Mattarella giudica «eccessive e indecorose». «La maggioranza è concorde sulla necesità di una legge sulla par condicio, ci sno opinioni diverse e il governo si confronterà in Parlamento su precisi emendamenti», ni in imi/, za il sottosegretario alla presidenza Franco Bassanini. Mentre il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita - davanti alle rimostranze delle tv locali precisa non solo che «nessun intervento è previsto su Internet» ma «la diversa posizione fra tv locali e tv nazionali» è un tema da approfondire, [rn. g. b.] Sopra: il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi A sinistra: il leader leghista Umberto Bossi A destra: Vincenzo Caianiello presidente emerito della Corte Costituzionale
Luoghi citati: America, Italia, Roma, San Romano, Stati Uniti
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