Milosevic: «Non cederò al ricatto dei traditori»

Milosevic: «Non cederò al ricatto dei traditori» Milosevic: «Non cederò al ricatto dei traditori» BELGRADO Il governo di Belgrado non cederà alle pressioni dell'opposizione, che rappresentano «il proseguimento dell'aggressione della Nato». Parole del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, che ieri alla televisione di Stato «Rts» ha sottolineato: «Non cederemo alle pressioni, sono il proseguimento delle attività con le quali la Nato si sforza, attraverso politici e partiti corrotti, di minare dall'interno la nostra stabilità». La Nato tenta in questo modo di realizzare «quello che non è riuscita a fare sganciando 22 mila tonnellate di bombe sul nostro Paese», ha aggiunto il presidente jugoslavo. Milosevic si rivolgeva ai partecipanti di un congresso dei serbi «della diaspora», I vari gruppi dell'opposizione serba hanno nel frattempo sottoscritto un «patto di non belligeranza» che li impegna a mettere momentaneamente da parte le loro divergenze e a non accettare compromessi con il regime di Milosevic, a meno che non si tratti della convocazione di elezioni libere. Zoran Djindjic, leader di Alleanza per il cambiamento, ha annunciato che l'altro grande blocco dell'opposizione, il Movimento per il rinnovamento serbo di Vudk Draskovic, ha aderito al patto tramite un fax. Djindjic ha inoltre fatto sapere che il patriarca Pavle ha invitato i dirigenti di tutti i partiti che si oppongono a Milosevic a incontrarsi lunedì nella sede del patriarcato a Belgrado. La -chiesa ortodossa serba cerca da settimane di unificare l'opposizione, che per la prima volta il 19 agosto inscenerà una manifestazione unitaria nella capitale jugoslava. Le proteste organizzate finora sono state «un successo» - ha proseguito Djindjic e la pressione popolare potrebbe indurre i collaboratori di Milosevic ad abbandonarlo. «Questo scenario indonesiano, non romeno, potrebbe obbligare Milosevic a indire elezioni per novembre e ad abbandonare il potere», ha aggiunto il leader di Alleanza per il cambiamento. Gli effetti dei bombardamenti Nato si fanno sentire in modo sempre più pesante in Serbia, dove cominciano a scarseggiare i medicinali, il carburante, la corrente elettrica e diversi altri prodotti. Il governo è dovuto intervenire per calmierare i prezzi di carbone, farina e pane. Le farmacie stanno per esaurire le scorte: le case farmaceutiche hanno notevolmente ridotto la produzione e hanno avvertito che potrebbero sospenderla del tutto, una decisione motivata tra l'altro dal fatto che i prezzi dei medicinali sono invariati dal 1986. Nell'ultima settimana quasi la metà del paese è rimasto più volte senza elettricità a causa dei gravi danni provocati agli impianti dalle bombe della Nato e le autorità hanno sollecitato la popolazione a limitare il più possibile i consumi. La distruzione delle due raffinerie jugoslave durante i raid ha prodotto una situazione pesante anche per quanto riguarda i carburanti: i trasporti pubblici di Belgrado sono quasi alla paralisi dopo che la Jugopetrol ha tagliato le forniture e l'amministrazio ne comunale ha preannunciato ulterio ri riduzioni del servizio durante il fine settimana; alle stazioni di servizio si formano da giorni lunghe code. [Ansa-Agi]

Luoghi citati: Belgrado, Serbia