Fra Prodi e il Cavaliere feeling anche sugli spot di Fabio Martini

Fra Prodi e il Cavaliere feeling anche sugli spot AVANZA IL DISGELO FRA I DUE EX AVVERSARI Fra Prodi e il Cavaliere feeling anche sugli spot retroscena Fabio Martini ROMA TRA quei due che si detestavano e ora animiccuno, il grande freddo inizio a sciogliorsi un tiepido giorno di dicembro, Romano Prodi era stato «sfrattato» da Palazzo Chigi da alcune settimane, in pubblico non diceva una parola e profittando dei riflettori spinili, il Professore deciso di entrare nulla «tana del lupo». Di varcare il portone seicentesco di palazzo Grazioli, lì dove abita il suo nemico (li sempre, Silvio Berlusconi. Di quell'incontro romano, rimasto segreto, nessuna conforma si trova Oggi negli entouragi! dei due e quel pochissimo che si su, è trapelato dai racconti fatti agli amici più intimi. Ma una cosa è corta: (la (pici giorno qualcosa è cambiato nel rapporto tra i duellanti della politica italiana, tra due personaggi uniti nella convinzione di essere stati «traditi» du D'Alema. Per mesi e mesi niente più insulti feroci persi no un incontro pubblico (il 13 luglio a Bruxelles) con stretta di mano davanti alle telecamere e finalmente, tre giorni fa, la sorpresa: i prodiani si schierano contro il divieto di spot, deciso du Massimo D'Alema. Ieri, l'ultima botta: si; non ci saranno modifiche sostanziali, i Democratici voteranno contro il ddl del governo. Proprio come Forza Italia. Certo, come spiega il capogruppo democratico a Montecitorio Rino Piscitello, «la nostra opposizione al ddl BUgli spot ò legata u molivi di merito, non ad altro». Certo, per i Democratici ogni occasione è buonu per dar fastidio a D'Aleniti. Certo, la convergenza tra prodiani e berlusconiuni non è stuta atudiata a tavolino. Certo, Berlusconi e Prodi restano personaggi agli antipodi, diversissimi, antropologicamente e politicamente. Ma nella politica italiana oramai c'è unu novità che potrebbe fruttare nuove sorprese nei prossimi mesi. Dopo il primo «annusumento» in via del Plebiscito, la svolta ha preso sostanza nell'incontro che i due hanno avuto tre settimane fa, nello studio di Prodi a Bruxelles. Cinquanta minuti di colloquio a porte chiuse e alia fine Berlusconi è stato suadente, gentilissimo come mai verso il suo (ex) nemico: «In Europa faccio i tifo per Prodi!». Nei giorn successivi si è parlato di disgelo, di intesa cordiali!, ma poi la realtà ha superato l'immaginazione dei maliziosi. Appena 24 dopo dopo l'incontro tra Prodi e Berlusconi, infatti, è maturato un accordo a sorpresa por la presidenza dell'Europarlamento: i popolari (di cui Berlusconi è diventato uno dei leader) e i liberaldemocratici (il gruppo al (piale sono iscritti gli europarlamentàri prodiani) hanno annunciato che avrebbero lutto convergere i propri voli sulla popolare Nicoli; Font àine. Un accordo che taglia fuori i socialisti, perché prevede sì una staffetta, ina a favori; di un liberale: alla Fontaine, infatti, succederà nel 2002 il liberaldemocratico irlandese l'ai Cox. «E quell'accordo per la presidenza dell'Europarlamento - racconta uno dei collaboratori più Stretti del Cavaliere - è la conseguenza diretta dell'incontro del giorno prima tra Prodi e Berlusconi...». E' tanto vero questo che, una volta siglato l'accordo sulla Fontaine, nel giro di poche giorni anche la difficili; posizione del presidente designato della Commissione Europea Prodi - preoccupato dalle minacce del Ppe - si è rapidamente raddrizzata. E proprio la Fontaine ha commentato così il discorso di investitura di Prodi all'Europarlamento: «Non sarà una formalità, ma a metà settembre Prodi avrà il via libera del Parlamento europeo». E ora, tre settimane dopo il patto di Bruxelles, berlusconiani e prodiani si ritrovano di nuovo affiancati. A favore della libertà di spot. Nella sortita dei Democratici gioca un interesse diretto: il timore di restare senza canali di comunicazione. «Alla Rai - spiega il capogruppo Piscitello - si sa come vanno le cose: dominano i grandi partiti...». E così, per i partiti esterni al «circuitoRai» gli spot diventano essenziali. In realtà negli ultimi giorni della campagna elettorale europea Prodi, Parisi, Di Pietro e Rutelli decisero di ricorrere alla pubblicità a pagamento, ma si mossero troppo tardi e non se ne fece nulla. Poi, l'exploit della lista Bonino - favorito dal gran numero di spot - ha colpito l'immagina¬ zione dei prodiani e in qualche modo spiega la posizione degli ultimi giorni. E ora? Il feeling continuerà? 3e i Democratici saranno di parola («senza modifiche, voteremo no»), già a settembre potrebbe realizzarsi una spettacolare convergenza: i parlamentari democratici e azzurri votare assieme su un provvedimento come la pubblicità televisiva che tanto a cuore sta al Cavaliere di Arcore. E nei prossimi mesi l'intesa cordiale tra Prodi e Berlusconi dove arriverà? Fino ad una convergenza sotterranea per far cadere il governo D'Alema? Il presidente dei deputati di Forza Italia Beppe Pisanu è sincero: «Oggi bisogna riconoscere che uno spiccato interesse a far cadere il governo non c'è. Se D'Alema continua a friggersi, io mi limiterei a versare olio nella padella. Forse siamo in grado di farlo cadere, il governo, ma se avessimo la certezza di poterne costituire un altro. O di andare ad elezioni».

Luoghi citati: Arcore, Bruxelles, Europa, Roma