Par condicio, anche l'Asinello dice no di Maria Grazia Bruzzone
Par condicio, anche l'Asinello dice no Maggioranza sempre più divisa. Sul testo del governo battaglia tra costituzionalisti Par condicio, anche l'Asinello dice no E Berlusconi annuncia: il golpe d'agosto non passerà Maria Grazia Bruzzone ROMA Pome Massimo D'Alema troverà mare calmo in Puglia dove si accinge a salpare con la sua barca. Ma sicuramente lascia acque molto agitate a Homa. 11 giorno dopo il varo della proposta di legge del governo sulla par condicio i dissensi nella maggioranza lungi dall'essere riassorbiti diventano infatti più consistenti. I prodiani dell'Asinelio in 24 ore sono passati da un cauto distinguo («Ok a una legge, no al probiziohismo») a un «no» deciso e fanno sapere a chiare lettere che, se il testo non verrà modificato, loro non lo voteranno. Scontenti sono anche i socialisti dolio Srli. Mentre i Verdi si appellano al Polo perché esca dalla demagogia e ricominci a fur politica perchè, come dice Mauro Paissan, «la partita è ancora tutta da giocare». Dall'altra parte, anche approfittando di queste crepe nel fronte avverso l'intero Polo scende in campo prennunciando una battaglia durissima contro il «golpe d'agosto» rappresentato dal «decreto salvacomunisti», come lo ribattezza Silvio Berlusconi, dando per scontato che il disegno di legge potrebbe trasformarsi in decreto (cosa che il sottosegretario popolare Lauria peraltro ritiene improbabile). Un testo, quello proposto dal governo, sul quale cominciano a gravare sospetti di incostituzionalità. Insomma, se la sortita di Palazzo Chigi sulla par condicio doveva servire a ricompattare la maggioranza contro il nemico comune, non e andatit così, I democratici sono i più irritati col governo che avrebbe sottovalutato il loro dissenso: «Bassanini ha parlato al telefono con me e con Arturo Parisi e ha riferito un accordo che non esisteva», racconta il capogruppo alla Camera Rino Piscitello. li miale ritiene che il «problema indubbiamente esiste, ma l'idea di risolverlo coi divieti è arretrata», mentre «consentire spot a tutti avrebbe fatto venire allo scoperto l'ostilità del Polo a qualsiasi regolamentazione». E' la stessa linea di Verdi e socialisti, che chiedono un confronto con l'opposizione. E da questo versante il presidente dei senatori di Forza Italia Enrico La Loggia sostiene che il suo partito «è pronto a dialogare con quanti, nella maggioranza hanno manifestato contrarietà». Analoghe intenzioni manifesta l'An Gustavo Selva. La disponibilità al dialogo coi «dissidenti» non impedisce al Polo di salire sulle barricate con toni da ultima spiaggia. «Combatteremo fino in fondo questo provvedimento di stampo stalinista, il cui preciso scopo è impedire alle prossime regionali e politiche quella vittoria sonante che il Polo ha già ottenuto alle europee», annuncia Berlusconi. Particolarmente indignato perché colto di sorpresa dal testo governativo che, stando ai segnali avuti nelle ore precedenti alla presentazione, doveva essere ben più benevolo. «Forse il Cavaliere è arrabbiato perché la comunicazione politica ed elettorale sarà gratuita ed egli non potrà più pagare se stesso, né i partiti della maggioranza potranno più paga¬ re lui», gli replica ironico il capogruppo Ds al Senato Gavino Angius. Che ironizza sui «liberali a corrente alternata» e difende il testo: «Accettiamo la sfida del Polo nel Parlamento e nel Paese». Intanto l'ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre ritiene che il testocontroverso non passerà mai il vaglio di costituzionalità: «La Corte ha già detto no nel 1995 al decreto che impediva la pubblicità politica negli ultimi giorni di campagna referendaria». «Allinearsi al diritto comune europeo non contrasta affatto con la Costituzione», gli risponde il popolare Leopoldo Elia, che della carta costituente è uno dei padri. «Chi ha espresso un tale giustizio non ha visto il testo definitivo», taglia corto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Bassanini. Il quale irride alle accuse del Polo: «Ma quale blitz. Il nostro è un disegno di legge che verrà sottoposto al Parlamento». Balda: sarre attacca «Sarà bocciato» Elia replica: timo regolare «Senza modifiche al disegno di legge a settembre voteremo contro» (ìli azzurri incalzano «Possiamo far cadere il governo D'Alema per farne un altro» Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema A destra: il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi con il presidente della Commissione Europea Romano Prodi leader dell'Asinelio
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