Mister Nato un fido di Blair

Mister Nato un fido di Blair Scozzese, figlio di un poliziotto, arrivò per caso alla Difesa e stupì tutti con la sua competenza Mister Nato un fido di Blair Robertson eletto segretario generale Maria Chiara Bonazzi LONDRA «Fatti in là, questo Tornado rj mio», borbottò una volta il mini stro della Difesa George Robert son a una povera sentinella che voleva impedirgli di salire sul caccia da 90 miliardi. Adesso Robertson siederà nella cabina di pilotaggio di una macchina da guerra ben più complessa: la Nato, di cui ieri è stato nominato segretario generale con l'appoggio unanime di tutti i Paesi membri. Al posto dell'uscente Javier Solana, che in autunno diventerà l'alto rappresentante per la politica di sicurezza dell'Ue, gli americani avrebbero in un primo momento visto bene il suo omologo tedesco Rudolf Scharping, ma il cancelliere Schroeder ha rifiutato di lasciarlo andare. Alla fine il ruolo centrale dell'Inghilterra durante la campagna del Kosovo è stato determinante. La fumata bianca per Robertson si ò levata ieri a Bruxelles, quando i 19 ambasciatori della Nato lo hanno eletto a tempo di record. Blair aveva aspettato fino all'ultimo momento, e cioè al summit dei giorni scorsi a Sarajevo, per presentare la sua candidatura. A quel punto era sicuro che Robertson l'avrebbe comodamente spuntata. E' un grosso successo per il governo di Blair, sostenitore attivo della politica di difesa europea e da sempre desideroso di esercitare un'influenza internazionale. Anche in patria, Robertson è considerato la persona più adatta a questo incarico. Delle sue credenziali di «atlanticista» e filoeuropeista l'alleanza sembra aver particolarmente bisogno in un momento come questo, in cui deve tentare di chiudere le spaccature che si erano aperte durante la guerra, espandersi a Oriente evitando ulteriori crisi con la Russia, e rendersi più indipendente dal predominio americano senza stimolare risentimenti o tentazioni di isolazionismo. La performance di Robertson è stata considerata brillante su due fronti: la sua fermezza sul Kosovo e la sua capacità di tagliare il bilancio della Difesa britannico senza scontentare l'esercito. Proprio il Kosovo, dove l'altro giorno Robertson ha ricevuto un'accoglienza da eroe, con gli albanesi di Pristina che scandivano il suo nome e facevano a gara per abbracciarlo, sarà il suo primo terreno di prova. Soltanto la settimana scorsa, «Newsweek» ha rivelato le tensioni all'interno dei vertici militari dell'alleanza, con la storia del generale britannico Michael Jackson, comandante delle truppe di pace, che si era rifiutato di obbedire al comandante supremo Wesley Clark quando questi gli aveva ordinato di mandare elicotteri e truppe per contrastare l'ina- spettato arrivo dei russi. Robertson era stato fin dall'inizio della crisi dei Balcani uno dei sostenitori più convinu della necessità di bombardare la Serbia. Non sono stati soltanto i kosovari a ricordarsi dei briefing che teneva quotidianamente in tv durante la guerra. Anche la Nato ha apprezzato le sue capacità dì comunicatore nell'esporsi alle contestazioni dei giornalisti nei momenti più critici. Ieri il generale Charles Guthrie ha elogiato «la sua leadership» durante il conflitto. E dire che fino a poco piti di due anni fa Robertson sembrava un candidato improbabile alla guida dell'alleanza più potente del mondo. Alla Difesa non aveva esperienza quando Blair, a sorpresa, lo nominò sull'onda della valanga elettorale che lo aveva portato al potere: del resto lo scozzesissimo Robertson pensava di diventare ministro per la Scozia, il ruolo che aveva ricoperto nel governo ombra. Invece accettò la sfida del nuovo lavoro cominciando a consultare meticolosamente tutte le parti nell'ambito della revisione delle politiche della Difesa. L'esercito temeva di essere ridimensionalo, ma l'insistenza di Robertson su un nuovo ruolo di «rapida risposta» ai conflitti internazionali nel clima post-guerra fredda gli ha guadagnato la stima dei vertici militari. Il fatto è che George Robertson è sempre stato profondamente convinto dell'importanza dell'esercito ed è considerato un fine esperio di dettagli militari. Figlio di un poliziotto, sosteneva le stesse cose negli anni Ottanta, quando i laboristi all'opposizione flirtavano con gli attivisti del disarmo nucleare. Infatti, la cosa più sorprendente è che un ministro della Difesa laborista si sia rivelato più «falco» dei conservatori. Prenderà il posto di Javier Solana E' stata premiata la sua inossidabile fedeltà atlantica e la determinazione durante la guerra del Kosovo Un sergente del reggimento britannico mostra al neo segretario della Nato George Robertson un fucile automatico Sopra Javier Solana, a capo dell'Alleanza durante la guerra