Il dissenso dei Verdi

Il dissenso dei Verdi Il dissenso dei Verdi Paissan: «Siamo solo al fischio d'inizio» Mario Tortello Mauro Paissan «A questo punto la partita si sposta in Parlamen to. Quello del governo non è che il fischio di inizio». Mauro Paissan, capogruppo dei Verdi alla Camera, è stato il primo a presentare un progetto di legge per la «regolamentazione della pubblicità radiotelevisiva elettorale e referendaria». «Dodici luglio scorso, tempi non sospetti», precisa. Onorevole, è una proposta radicalmente divergente da quella della maggioranza. I Verdi si chiamano fuori? «Sulla questione, noi Verdi abbiamo la stessa preoccupazione della maggioranza. Ma avanziamo proposte di soluzione diverse». Quale preoccupazione? «La necessità di mettere mano a una grave distorsione del gioco democratico. Quella prodotta dal fatto che, per fare pubblicità elettorale a pagamento, occorre essere ultramiliardari come Silvio Berlusconi, oppure vendere il patrimonio di casa come ha fatto la lista Bonino». A suo avviso, l'opinione pubblica italiana condivide questa preoccupazione? «Forse, no. Ma è poco rilevante. Semmai, l'opinione pubblica è vittima di questa distorsione. Ma tocca a legislatore e politici individuare una soluzione». E' qui che le strade divergono. «Le ricette sono molto semplici e sono due: divieto per tutti di pubblicità elettorale a pagamento (soluzione largamente adattate nei Paesi democratici); oppure spot per tutti, togliendo di mezzo il grave macigno dei costi irraggiungibili per molti partiti in competizione. La proposta che ho presentato alla Camera si basa su quest'ultima soluzione». Ma c'è chi sostiene che la politica non è una saponetta. Dissente? «E' una questione di rapporto con il mezzo televisivo. Dietro al divieto di spot elettorali, per qualcuno, c'è una demonizzazione del mezzo e della pubblicità politica. Il paragone con la pubblicità commerciale? Scusi: quando faccio un manifesto murale con il faccione del leader o del candidato non tratto forse la politica come una saponetta?». Come valuta le prime reazioni del Polo? «Banali, scontate. Appiattite sul padre-padrone. Poi, in privato, alcuni dicono: speriamo di ragionare in Parlamento. Perche An e Ccd sono state le prime vittime degli spot strabordanti del Cavaliere durante le europee. E se loro dicessero "Ok, facciano la par condicio nella versione che prevede spot accessibili a tutti", credo che l'intera maggioranza non direbbe di no». In caso contrario, che faranno i Verdi? «Non sono io il portavoce». Che farà Mauro Paissan? «Sceglierà il male minore. Perché, rispetto alla giungla attuale, è meglio il divieto». Mauro Paissan

Persone citate: Bonino, Mario Tortello, Mauro Paissan, Paissan, Silvio Berlusconi, Verdi