E venne il gran giorno dell'Enel di Luigi Grassia

E venne il gran giorno dell'Enel Via libera dal governo ma i sindacati giudicano inadeguate le garanzie per i lavoratori E venne il gran giorno dell'Enel Sul mercato centrali per 15 mila MW Luigi Grassia ROMA La «madre di tutte le privatizzazioni» ha abbattuto uno degli ultimi ostacoli sul suo cammino. Deciso a mettere sul mercato entro l'anno una quota del 10-15% dell'Enel (il gigante elettrico la cui nascita negli Anni 60 marcò una svolta statalista dell'economia italiana) il governo ha approvato ieri uno dei punti fondamentali del programma, cioè la cessione di un certo numero di centrali per far crescere le imprese concorrenti, e pur di stringere i tempi è passato sopra alle obiezioni dei sindacati, che hanno giudicato frettolose e generiche le garanzie all'occupazione e avrebbero preferito riparlarne a settembre. Invece il relativo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) sarà varato oggi e conterrà anche le modalità di vendita delle centrali, per una potenza complessiva di 15.057 megawatt (sui 56 mila in dotazione all'Ente di Franco Tato), che saranno raggruppate in tre lotti da conferire ad altrettante società. Queste saranno poi messe sul mercato per cessione diretta o asta pubblica. Queste tre società avranno nel loro patrimonio, rispettivamente, centrali per 7.008, 5.438 e 2.611 megawatt fra impianti idroelettrici (dighe) e termoelet- trici (petrolio e gas). Allegato al Dpcm ci sai à oggi l'elenco nominativo delle centrali, mentre per le modalità di cessione di ciascuna società bisognerà aspettare un successivo provvedimento, preso d'intesa tra i ministeri dell'Industria e del Tesoro. Per l'uno o l'altro lotto potranno decidere essere decise vie differenti, fermo restando che la vendita sarà gestita direttamente dall'Enel. Fra le conseguenze di questa complessa operazione ci sarà il passaggio ad altri datori di lavoro di quasi 5.200 persone che oggi lavorano per l'Enel. E questo preoccupa i sindacati. Per discuterne, ieri i ministri del Tesoro Amato, dell'Industria Bersani e del Lavoro Salvi hanno incontrato a Palazzo Chigi i segretari generali della Cgil e della Cisl e quelli delle tre organizzazioni di categoria degli elettrici. All'uscita questi ultimi (Giacomo Berni, Pino Briano e Arsenio Carosi) apparivano del tutto insoddisfatti. «L'incontro con il governo non è andato bene», ha detto il numero uno della Flaei-Cisl Carosi. Tutti e tre hanno contestato «la fretta e il metodo del governo che vuole a tutti i costi varare il Dpcm prima delle ferie estive» anziché rimandare tutto a settembre dopo aver definito ogni cosa con loro. I tre segretari di categoria hanno anche lamentato che il governo non ha specificato a chi andranno i ricavi della vendita delle tre Spa: se all'Enel o al Tesoro. Comunque nei suoi due articoli il Dpcm stabilirà garanzie sul futuro delle centrali che saranno messe in vendita: gli acquirenti non potranno licenziare e dovranno presentare piani industriali di sviluppo che assicurino l'attività delle centrali per un certo periodo minimo dopo averle comprate. L'elenco ufficiale delle centrali e dei lotti sarà reso noto solo oggi ma già ieri circolavano voci secondo cui la società da 7.008 megawatt avrà gli impianti termoelettrici di Brindisi Nord, Chivasso (To) San Filippo Del Mela (Me), Piacenza, Scrniide (Mn) e Turbigo (mi), più quelli idroelettrici di Mese (So), Udine e Tusciano (Sa). Quella da 5.438 MW avrà Monfalcone (Go), Ostiglin (Mn), Fiumesanto (Ss), Tavazzano (Lo) e Trapani più le dighe di Terni, Cotronei (Cz) e Catanzaro. Infine la società da 2.611 MW possiederà le centrali termiche di Napoli Levante, Torrevaldaliga Sud (Km) e Vado Ligure (Sv) e quella idroelettrica di Genova.. Ultima annotazione: ieri il presidente della Cir-Cofide, Carlo De Benedetti, ha incontrato a palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bassanini. Nessuna dichiarazione all'uscita, e può essere stata una pura coincidenza, ma poco tempo fa la Cir è entrata nel settore energia costituendo una joint-venture con la Verbund, che è l'Enel austriaco. L'amministratore dell'Enel, Tato

Persone citate: Arsenio Carosi, Bassanini, Bersani, Carlo De Benedetti, Carosi, Franco Tato, Giacomo Berni, Pino Briano, Tesoro Amato