«L'aggressore armato dalle crtiche»

«L'aggressore armato dalle crtiche» «Il clima terrificante che rava sui medici ha avuto un eso in uesta vicenda» «L'aggressore armato dalle crtiche» Parla ilprimario del Policlinico Oggi il giudic* per le indagini preliminari deciderà se scarcerare Florido Di Mario, il presunto assalitore del primario Antonino Cavallaro. Slitta quindi a tempi futuri il confronto tra i due. «Nessun problema; - annuncia il legale che assiste il chirurgo, l'avvocato Bruzio Pirrongelli - noi siamo in attesa di un riconoscimento ufficiale come collaboratori del pm. Comunque il professore e una persona squisitamente onesta. Lui crede di aver riconosciuto Florido Di Mario. Ma se non k sicuro, è pronto a riconoscerlo». Si avvicina un momento della verità, insomma, per questo caso di ipotizzata vendetta privata. E ieri il professor Cavallaro, attorniato da primari che gli facevano ala, e scortato da una decina di poliziotti, ha incontrato i giornalisti. E' la prima volta, undici giorni dopo l'attentato, che Cavallaro si mostra in pubblico. Appariva provato, stancò, su una sedia a rotelle, in pigiama e giacca da camera, l'ero è anche apparso lucido. Determinato. Glaciale, a tratti, come ci si aspetta da un chirurgo che è abituato a incidere la pelle viva con un bisturi. E combattivo. Il professor Cavallaro, infatti, che nei giorni precedenti all'ag- guato era stato fortemente polemico sui destini del Policlinico, e che anzi era uno di quei primari che più si era fatto sentire nelle discussioni interne al Policlinico, ieri ha dedicato le sue prime parole appunto alla polemica. tOuando ho subito l'aggressione, ho chiesto a mio figlio di portarmi al Policlinico perché ci lavoro da circa 40 anni e nonostante le 'problematiche' che vengono diffuse sui mass media sapevo che avrei trovato le professionalità di cui fidarmi totalmente». Primo fendente. «Io penso che la mia vicenda non si inquadri a tutto tondo nella vicenda-Policlinico. Però penso che il clima terrificante che pesa sui medici ha avuto un peso. E' stata una specie di legittimazione per un progetto di aggressione che altrimenti sarebbe rimasto nel vago oppure non realizzato». Secando fendente. «Ho letto su qualche giornale che la gente dice: hanno fatto bene a sparargli. ?/i ricordo di aver sentito, in altre occasioni e con le mie orecchie: quei primari li devono mettere tutti in carcere. Per me tutto ciò è un fardello profondamente ingiusto». Terzo fendente. «Le minacce capitano nella vi¬ ta di tutti i giorni di un chiurgo. Capita di doversi confrontare con i parenti di un malato per una operazione andata male. Ma non si travalica mai. Quando succede, il giorno dopo vengono sempre a spiegarsi. 'Altre' cose di solito non avvengono». Quarto fendente. Ma lei conosceva bene i Di Mario, gli chiedono. «Sì». L'avevano minacciata? «Vedo che è cosa di pubblico dominio». Si erano poi spiegati con lei? «Io non li ho più visti». Più che al Policlinico, questa storia non è legata piuttosto alia sanità privata, visto che il paziente aveva scelto di ricoverar- si in una clinica? «La storia era legata a me». Ma lei professore, si sente di dire qualcosa al suo assalitore? «No». E alla famiglia Di Mario? «Io ho fatto tutto quello che potevo in sala operatoria al meglio delle mie possibilità». Il suo commento finale. «Dal punto di vista morale, mi pesa l'ingiustizia di un simile gesto. So di essere vivo per miracolo. L'assalitore non disse una sola parola. Mi ha puntato addosso una pistola e ha sparato a bruciapelo. E' stato un grosso trauma. Dal punto di vista fisico. Ma anche da quello morale», [fra. gri.) I! professor Antonino Cavallaro

Persone citate: Antonino Cavallaro, Bruzio Pirrongelli, Cavallaro, Di Mario, Florido Di Mario