«I nostri reni per pagare gli usurai»

«I nostri reni per pagare gli usurai» Cuneo, commercianti da più generazioni hanno scritto a «Specchio dei tempi»: l'ultima chance «I nostri reni per pagare gli usurai» L'appello di un 'intera famiglia Lorenzo Tanaceto BÉÌNETTE (Cuneo) «Sono riusciti a distruggere la vita di sette persone, che chiedevano solo il lavoro per poter allevare i propri Cigli e portare pace e serenità. Noi tutti chiediamo di poter riuscire a vendere i propri reni per salvare almeno un tetto». Comincia così la lettera indirizzata a «Specchio dei tempi» da Beinette, un paese a pochi chilometri da Cuneo. A firmarla, a nomo dell'intera famiglia, sette persone, tutte disperate, è Giuseppina Grisotto. Da due generazioni, a Beinette, la sua Famiglia, i Formento, è proprietaria di un grande negozio di abbigliamento. Giovanni, il padre, lo guida, dopo averlo ereditato dal padre-fondatore Antonio; i parenti lo aiutano, chi con mansioni di responsabilità, chi come coadiuvante: una storia che va avanti da oltre mezzo secolo e che ora sembra destinare a chiudersi, sotto il peso dei debiti. Il 2 febbraio di quest'anno, il fallimento, ma improvviso. «Me l'hanno detto per telefono una sera, senza alcun riguardo per la mia salute: sono cardiopatico e porto cinque by-pass spiega Giovanni Formento -. Mi hanno (letto secco: Formento lei è fallito. Per poco non ci rimanevo, E dire che la procedura del concordalo prosegui- va di comune accordo». Scrive ancora la figlia: «Queste persone, fra cui usurai, bancari, commercialisti, avvocati, hanno influenzato la distruzione delle nostre aziende e della nostra famiglia solo per traini.' profitto». I,a famiglia di Giovanni Formento è da sempre nel commercio. Lui, il titolare, è anche un grande amico dello sport, del ciclismo in particolare, un vero benefattore. Qualche anno fa ha voluto a Beinette e in tutto il Cuneese una tappa con partenza e arrivo del Giro d'Italia femminile; ò stato sponsor tecnico di squadre professionistiche e dilettanti¬ stiche, nel suo negozio sono entrati Moser e tanti altri corridori famosi; per oltre dieci anni ha aiutato il Giro ciclistico delle Valli, una corsa internazionale per cicloamatori che ha il «cuore» nel Cuneese. «Ma ora mi stanno rovinando - spiega Formento -. Ho un patrimonio stimato in dodici miliardi di lire, fra negozio, abitazioni, terreni, altri beni mobili e immobili per complessivi 0 mila metri quadrati. Invece mi hanno detto che il tutto vale un miliardo. E allora ini hanno messo le catene all'ingresso del nostro negozio a Beinette, all'appartamento del piano di sopra, e ad altre proprietà. Sono costretto a vivere con mia figlia, mio genero e i nipoti. Ma la nostra è diventata un'esistenza nel terrore. Cosi non ha senso. Mi stanno trattando come un delinquente. Sono senza casa, senza lavoro. Disperato». Il primo magazzino di confezioni Antonio Formento (il nonno della signora Giuseppina, padre di Giovanni), lo aprì a Montanara, un paesino non lontano dal capoluogo, dopo la Guerra. Gli affari andavano bene, la richiesta anche. E i Formento nel commercio ci sapevano fare. Anche con Giovanni alla guida il negozio tira. Poi il trasferimento a Beinette. Si va avanti tra alti e bassi, ma la famiglia e il nome Formento sono comunque noti in provincia di Cuneo. Una decina di anni fa cominciano i problemi finanziari. «Ma una cosa sono le difficoltà che si possono superare, perché siamo in grado, altro è il non volere che si risolvano: così mi stanno trattando. I miei non sono debiti di fornitori, o di ufficio: c'è dell'altro, ci sono questioni che non mi vogliono rendere chiare» aggiunge Giovanni Formento, che parla con tutta la famiglia all'ascolto. «Mio nipote più grande studia da ragioniere, gioca bene a calcio, aveva un futuro nel nostro negozio, come tutti noi. I miei stessi avvocati mi chiedono la ragione di così tanto accanimento. Le mie due nipotine più piccole vivono con lo spavento addosso». Così nasce l'idea disperata dell'appello a «Specchio dei tempi», sottoscritta da tutta la famiglia: «Offriamo un rene, per salvarci dagli usurai». «Forse così - scrive Giuseppina Grisotto - salveremo un tetto, almeno uno tra quelli che le persone intervenute nel fallimento della nostra famiglia ci hanno tolto, forse ingiustamente. E magari torneremo una famiglia serena». «Abbiamo debiti per miliardi per colpa degli strozzini offriamo i nostri organi per salvare un tetto sotto il quale vivere e tornare ad essere una famiglia serena» Giovanni Formento nel suo negozio con Moser. A sinistra: la lettera scritta a «Specchio dei tempi»

Luoghi citati: Beinette, Cuneo, Italia