«La Rai? Privatizziamola un po'»

«La Rai? Privatizziamola un po'» «La Rai? Privatizziamola un po'» IDem6cratwk4apartondiemmbene ma non basta intervista Maria Grazia Brtnzone ROMA B |EN VENUTA l'iniziativa |del governo per una legge 'che regolamenti la par condicio radioteleviva. Ma non basta. E' arrivato il momento di rispettare la tesi numero 51 del programma dell'Ulivo che poneva U problema del superamento del duopolio Rai-Mediaset, svincolando la Rai da un sistema rigidamente pubblico». Il capogruppo dei Democratici alla Camera Rino Piscitello accoglie con favore l'idea di una legge sulla par condicio, ma rilancia. E fa capire che a settembre l'Asinelio ha intenzione di porre la questione della Rai, oltre che del conflitto di interesse. Dunque, onorevole Piscitello, siete d'accordo con la proposta di legge del governo che dovrebbe arrivare oggi in Consiglio dei ministri? «Diciamo che, pur non condividendo la sostanza del tosto, riteniamo molto utile che sia approvato in Consiglio dei ministri, perchè a settembre i gruppi parlamentari del centro sinistra e poi il Parlamento ne discutano e individuino una posizione comune. E'un messaggio forte inviato al Paese: una normativa sulla par condicio è assolutamente necessaria». Su questo concordate. Nel merito invece? «Lo consideriamo un'ipotesi, una proposta su cui lavorare». Il divieto assoluto degù' spot vi sta bene? «Assolutamente no. Noi crediamo che il sistema della comunicazione diretta delle forze politiche non si risolve coi divieti, ma con una reale e rigida parità di accesso». In che modo? «Si può immaginare che ogni televisione privata stabilisce un criterio: quanta parte dei propri spot è intenzionata a dare alla comunicazione diretta politica, lo sconto da fare (che secondo noi deve essere rilevante). Gli spot vanno poi divisi in modo uguale tra le forze politiche. E per stabilire cos'è una forza politica si possono usare molti criteri, i gruppi parlamentari, o altro». Le liste elettorali? «No, perchè pensiamo a una norma che disciplini la comunicazio- ne politica diretta - sulla Rai e sulle emittenti private nazionali per tutto l'anno, non solo durante la campagna elettorale. Questo è un passaggio fondamentale. Mentre la par condicio nell'informazione dovrebbe valere soltanto prima delle consultazioni». Spot permessi dunque. Eppure in quasi tutta Europa sono vietati. «Se fossimo tutti d'accordo non ci sarebbe problema a limitarli in negativo. Ma siccome l'accordo non c'è e ci sono anzi forze politiche che si metterebbero a dire che le si vuole imbavagliare, meglio una norma in positivo. L'importante è la parità di accesso per tutti. Nell'ultima campagna elettorale i Democratici avrebbero voluto trasmettere de- gli spot, ma gli spazi di Mediaset erano finiti». Ma se Berlusconi dice di aver telefonato lui stesso ai partiti. «Forse ad altri. Per i democrati¬ ci gli spazi erano finiti». Veltroni sostiene che con gli spot si va a finanziare le emittenti di una parte. «Questa è un'altra questione, riguarda il conflitto di interessi che andrà affrontato in modo forte. Ma il vero nodo da sciogliere è il sistema tv, è il superamento del duopolio». Cosa intende per superamento del duopolio? «Bisogna iniziare a ragionare seriamente sulla Rai: non è scritto da nessuna parte che debba stare sempre in mano pubblica. E por¬ si altrettanto seriamente il problema che nessun soggetto possa avere più di due reti». L'ingresso di capitali privati nella Rai è già previsto in qualche modo dal ddl 1138. «Non credo che sia sufficiente. Dobbiamo immaginare la soluzione del problema Rai. Non siamo più negli Anni 50 e la gestione pubblica totale dell'informazione pubblica televisiva non è più necessaria». Anche con ipotesi di privatizzazione? «Perché no?». E arrivato il momento di superare il duopolio con Mediaset Rino Piscitello capogruppo dei Democratici alla Camera

Persone citate: Berlusconi, Maria Grazia, Piscitello, Rino Piscitello, Veltroni

Luoghi citati: Europa, Roma