IL PROBLEMA NON E' LA PUBBLICITA'
IL PROBLEMA NON E' LA PUBBLICITA' IL PROBLEMA NON E' LA PUBBLICITA' Fabrizio Rondollno SE negli Anni Cinquanta il capo dell'opposizione fosse stato anche il padrone della più grande tipografia d'Italia, il governo avrebbe vietato i manifesti e i volantini di propaganda elettorale? La domanda è paradossale: come lo è il dibattito sugli spot elettorali. Per almeno tre motivi. II primo è che la propaganda politica non è in sé diversa dalla pubblicità commerciale. Come la pubblicità commerciale, nel cercare di «vendere» un prodotto informa anche il potenziale acquirente. Non soltanto non c'è niente di male ma, in tempi di crescente disaffezione elettorale, può esserci del bene. Uno spot ben fatto raggiunge un pubblico più vasto, e dunque intrinsecamente più democratico, di una verbosa tribuna politica. In secondo luogo, poiché la legge da un lato stabilisce un tetto alle spese elettorali, e dall'altro rimborsa parzialmente i partiti, non è vero che chi è ricco di suo può inondare di spot l'etere, schiacciando alleati e avversari. D'altro canto, non si può obbligare nessuno a fate spot in tv; e se qualcuno non li vuole fare, non per questo va impedito a tutti. Infine, non si deve confondere par condicio e conflitto d'interessi. Il conflitto d'interessi esiste da che Berlusconi è «sceso in campo», più di cinque anni fa: va regolamentato, presto e possibilmente d'intesa con l'interessato (poiché non si deve neppur sospettare che il governo prenda misure che danneggiano i diritti politici dell'opposizione pariamentarc), ma non può essere agitato come minaccia o per rivalsa. La par condicio è tutt'altra cosa: è giusto migliorare le leggi esistenti, senza però dimenticare che uno stato liberale ha bisogno di regole agili e condivise, meno di divieti. Una sinistra forte e sicura di sé non pensa che l'art director dell'avversario sia migliore del proprio, né ha paura della televisione, perché sa che non è la televisione a far vincere le elezioni.
Persone citate: Berlusconi
Luoghi citati: Italia
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