Le pensioni in alto mare

Le pensioni in alto mare Le pensioni in alto mare I sindacati: il governo è diviso di riforma parleremo nel2001 ROMA a Le pensioni non si toccano, almeno fino al 2001.1 sindacati ripetono il loro «no» secco: di anticipare la verifica sulla previdenza ad una data antecedente proprio non se ne parla. I tamburi di guerra di Cgil, Cisl e Uil tornano a suonare dopo le dichiarazioni di Amato e Fossa, che insistono su tempi più rapidi per gli aggiustamenti al sistema pensionistico. Stroncatura anche per Ives Thibault de Silguy, commissario Ue uscente per gli affari monetari che sollecita: «L'Italia ha tutte le carte in regola per divenire un Paese molto competitivo... Ma deve dimostrare di attaccare un problema di fondo, quello delle pensioni». E nel ribadire il loro «no» a qualunque proposta tesa ad anticipare la verifica sulla previdenza, i sindacati parlano di un «governo oggettivamente diviso e in difficoltà». «Mi sembra afferma il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Casadio - che l'esecutivo stia pagando il prezzo per aver riaperto una questione delicata in modo inopinato e immotivato. E cosi non si fanno mai scelte giuste e utili per il Paese. Comunque 0 ci dimostrano che sul fronte dei conti previdenziali c'è un'emergenza, o di anticipare la verifica non se ne parla». Il numero due della Uil, Adriano Musi, rincara la dose: «è evidente un'articolazione di giudizi tra i vari ministri che non faciliterà di certo la ripresa del confronto con 1 sindacati in settembre. Speriamo che per allora il governo sia in grado di esprimere una posizione più unitaria». Non piace neppure la proposta di Fossa di fare la verifica sulle pensioni in autunno ma di intervenire solo a partire dal 2001: «Quello che dice il presidente di Confindustria - spiega Casadio non ha senso. Dovremmo decidere ora cosa fare fra due anni? La verifica sull'andamento della spesa pensionistica viene fatta ogni anno, dall'lnps, dal ministero del Lavoro e dagli altri enti previdenziali. E non mi pare che finora qualcuno abbia lanciato allarmi particolari». Smorza le polemiche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Bassanini: «Se a settembre il confronto sulle pensioni diventasse un fattore paralizzante per il processo di modernizzazione, se per il sindacato si rivelasse un passaggio troppo stretto, da pagare al prezzo di un blocco dell'azione riformatrice del governo, allora sarebbe meglio aspettare. Alla concertazione non dobbiamo rinunciare, ma nel rispetto deiIn Franco SoIves d diversi ruoli e responsabilità di ciascuno. Fuori dalle logiche degli ultimatum e dei diktat. A settembre vedremo». Piace la sua proposta: «È un percorso ragionevole - dice Musi -. Le cose da fare sono tante e nulla induce a doversi occupare di pensioni ora». i sindacati sono dunque pronti a riprendere in autunno un «serio confronto» col governo sulla riforma del Welfare: «Ma avverte Casadio - non saranno più tollera li rilardi di governo e Parlamento su capitoli come gli ammortizzalo ri sociali o l'assistenza che da' diversi anni sono ormai ali ordine del giorno». Rinnovamento Italiano appog già invece la linea del ministro Amato: «No ai gradualismi. Non e più tempo di avvitarsi in una spira le di gradualismo che poi alla fine, per occessivu pru denza, non arriva a nulla. Ci vuole una azione forte dice il presidente della Commissione Trasporti, Emo sto Stajano - ma non è una azione contro i sindacati o contro i lavoralo ri. Si tratta di ristabilire il sistema e di ricostruirlo sulla base ili condizio ni di equità». Secondo il presidente dèi senatori di Forza Italia Enrico La Loggia «Cossutta è in rotta di collisione con il ministro Amato e le pensioni diventano il nuovo teatro di battaglia per lotte intestine al centrosinistra. Gli italiani ormai sono stanchi di pagare le conseguenze di una cronica instabilità. Se il gover no è diviso la colpa non è del presidente Berlusconi 0 del Polo, ma delle forze che lo compongono. Gli italiani che si vedono l'economia bloccata, posti di lavoro sempre più irraggiungibili, tasse sempre più salate, iniziano ad essere stanchi di questo immobili sino figlio di ricatti politici o lotte di potere interne. Gli italiani si aspettano soluzioni concrete che questo esecutivo non e nelle condizioni di dare». Sul piede di guerra anche il segretario del Falbi-Confasal, Luigi Leone, che replica alle affermazioni di Cesare Salvi sul sistema pensionistico della Banca d'Italia : «Il ministro del Lavoro, seguendo le orme del suo predecessore, ricorre ad affermazioni prive di ogni veridicità, al solo fine di elaborare un ulteriore illiberale intervento sul nostro sistema. Dopo la riforma Prodi, non esiste più la cosiddetta "clausola d'oro" e il trattamento pensionistico dell' Istituto centrale di emissione non ha alcuna ripercussione sul bilancio Inps: immaginare altri interventi sarebbe la conferma che esiste una volontà persecutoria nei confronti della Banca d'Italia», (a. vig.l lto Bassanini pra Silguy In alto Franco Bassanini Sopra Ives de Silguy

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