«Milosevic, vattene e ti lasceremo in pace»
«Milosevic, vattene e ti lasceremo in pace» Presentato dal Fronte il patto di stabilizzazione della Serbia, al governo andrà un gruppo di tecnici «Milosevic, vattene e ti lasceremo in pace» L'opposizione unita: «Solo così avrai l'immunità» Ingrid Badurina ZAGABRIA «Se Milosevic e i suoi uomini lasciano il potere potranno vivere in pace. Questa è la carota che offriamo al regime. Se invece vogliono il bastone, lo avranno il 19 agosto con la grande manifestazione di protesta a Belgrado. Ma se fossi al loro posto non scherzerei col bastone». E' stato molto chiaro il coordinatore del gruppo degli economisti indipendenti serbi, il cosiddetto G-17, Mladen Dinkic, che ieri ha presentato ai giornalisti il patto di stabilizzazione della Serbia. «La proposta contenuta nel nostro piano è molto buona per il regime» ha detto Dinkic, spiegando che a Milosevic e al suo governo verrà garantita l'immunità se se e vanno dal potere. «Il nostro patto suggerisce che il presidente venga destituito dal Parlamento federale. Inoltre, al governo non andrà l'opposizione ma un gruppo di tecnici. Ma indipendentemente dal fatto se il governo di transizione verrà costituito o meno, Milosevic se ne deve andare» ha precisato il coordinatore del G-17. Una delle condizioni è che i ministri nominati nel governo di transizione non avranno il diritto di candidarsi alle prossime elezioni del dopo-Milosevic. Alla testa dell'esecutivo dei tecnici dovrebbe esserci Dragoslav Abramovic, l'anziano ex governatore della Banca Centrale Jugoslava che gode di un'ottima reputazione tra la popolazione serba. Ma la notizia del giorno è che il patto di stabilizzazione proposto dal G-17 è riuscito a mettere insieme tutta l'opposizione serba. Per la prima volta infatti il partito del rinnovamento serbo guidato da Vuk Draskovic e il cartello d eli 'Alien za per i cambiamenti che fa capo al leader del partito democratico Zoran Djindjic ha trovato una piattaforma comune per combattere contro il regime di Milosevic. Alla grande manifestazione di protesta indetta per il 19 agosto a Belgrado di fronte alla sede del Parlamento federale parteciperanno tutti i capi dell'opposizione, nonché gli esponenti della Chiesa ortodossa serba. Quest'ultima intende organizzare nei prossimi giorni una tavola rotonda con tutti i rappresentanti dell'opposizione che dovrebbe terminare con la firma ufficiale del patto di stabilizzazione, già benedetto dal patriarca Pavle. Draskovic e Djindjic sono stati finora divisi nella protesta contro il regime. Benché considerato il capo storico dell'opposizione serba, Draskovic era entrato nel governo di Milosevic diventando vicepremier di Belgrado. E' stato destituito dal presidente jugoslavo nel corso dei bombardamenti della Nato. Fino a poche settimane fa ha continuato a ripetere che Milosevic deve rimanere al potere, a condizione che ci sia un rimpasto del governo. Ma poi ha cambiato idea, impegnandosi ad abbattere il regime, sempre rimanendo fuori dal cartello dei partiti dell'opposizione. Col risultato che la protesta popolare è rimasta debole e sostanzialmente limitata alle città della provincia serba. Adesso sembra finalmente raggiunta una fragile unità intorno al documento del G-17 che indica le linee principali del dopo-Milosevic, accusato di essere Ù responsabile dell'isolamento internazionale della Serbia e della disastrosa situazione economica del Paese. Quasi diecimila persone hanno manifestato ieri nelle città di Gornji Milanovac e Valjevo, nella Serbia centrale, clùedendo le dimissioni del presidente jugoslavo. Il vescovo serbo ortodosso Artemije ha accusato Milosevic di aver perso il Kosovo a causa della sua ostinazione a difenderlo con la violenza. Ad annunciare l'unità dell'opposizione è stata la radio indipendente B-92 di Belgrado, che ha ripreso a trasmettere dopo più di tre mesi di black-out imposto dal regime. Su una nuova frequenza l'unica emittente indipendente della capitale jugoslava ha ricominciato con un programma sperimentale, per lo più musicale. Ma il primo notiziario trasmesso ieri è stato accolto con grande entusiasmo dagli abitanti della città. Una vecchia signora ha aperto le finestre e ha acceso la sua radio a tutto volume: «Voglio che la sentano tutti». Nota per essere stata la sola voce dell'opposizione, la radio ha cambiato la sigla in B2-92. Ma tanto per non lasciare dubbi sulla sua opposizione al regime ieri ha riferito degli scontri tra i contadini della Vojvodina e la polizia che ha cercato di sgomberare i trattori che da giorni bloccano l'autostrada Belgrado-Zrenjani. Oliandogli agenti hanno cercato di arrestare uno dei loro, i contadini li hanno costretti alla ritirata. Il blocco di protesta contro i prezzi troppo bassi del grano stabiliti dal ministero dell'Agricoltura continua. «E'una buona proposta per il regime, ma se non verrà accolta la prima reazione sarà una grande manifestazione di protesta il 19 a Belgrado»
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