Vita: «Nessun ripensamento» di Maria Grazia Bruzzone

Vita: «Nessun ripensamento» Vita: «Nessun ripensamento» intervisto Maria Grazia Bruzzone ROMA ALLORA, onorevole Vita, a 24 ore dal prossimo Consiglio dei ministri, questa legge sulla par condicio elettorale il governo la vara? «Non vedo ripensamenti - risponde il sottosegretario alle Comunicazioni -. C'è una giusta accortezza perché si tratta di un testo breve ma a suo modo complesso. Ed è doveroso sentire opinioni e mettere a punto gli articoli ne' modo migliore. E' comprensibile che la presidenza del Consiglio e i ministeri siano prudenti. Ma la volontà di procedere mi pare intatta. Anzi». Anzi? «Le affermazioni di Berlusconi e di altri esponenti del Polo dimostrano la giustezza dell'impostazione assunta». Berlusconi parla di un «grande inganno». «Una reazione iperpolemica, preventiva e quasi astiosa che dimostra come si stia toccando un nervo scoperto della democrazia italiana». Berlusconi però poi entra nel merito come se desse per scontato che alla fine una legge ci sarà. «Anche questa è una conferma. Tutti, proprio tutti, Berlusconi compreso, non possono evidentemente eludere un problema1' grande come una casa: che in Italia esiste una sproporzione nei mezzi della comunicazione che non ha pari. Mi sembra che si voglia unire il battage politico a una sorta di negoziato preventivo». Negoziato che è in atto? «No. E' complicato dialogare con chi dice che un'iniziativa, ancora neppure definita in tutti i suoi aspetti, è un inganno. Se ne discuterà in Parlamento». A proposito di cose già definite, il divieto di spot negli ultimi 30 giorni di campagna elettorale è assodato? «Sì. L'orientamento è questo. Vorrei però chiarire l'equivoco che ne è nato, quasi che vi sia un'ala proibizionista e una libertaria della maggioranza». I Verdi temono che vietando si offra all'opposizione un'arma propagandistica formidabile. «Non mi pare che questo dibattito sussista, in quanto non si tratta di proibire in tv e alla radio la politica. Che in campagna elettorale invece deve avere maggiore e non minore cittadi- nanza. Quello che è in questione...». ... sono gli spot commerciali. «Esaltamente. E gli spot davvero dividono i soggetti che competono fra ricchi e poveri, più forti e meno forti, gestori di televisione e non. E a proposito di inganni, avere un ruolo politico e tre reti tv. questo sì mi pare ingannevole, per le opportunità di governo dei flussi di informazione che fornisce del tutto impari rispetto a chi non le possiede. 11 punto è se la comunicazione politica debba essere assimilata a quella commerciale o no. Non a caso gli spot elettorali sono vietati in quasi tutta Europa». Spot vietati dunque. E l'accesso della politica a tv e radio come sarà regolamentato? «Secondo i criteri della par condicio, appunto. Cioè con appositi regolamenti - che verranno emanati dalla Commissione di Vigilanza e clall'Authority - che garantiscano la presenza uguale dei partiti alle varie trasmissioni informative esistenti: tg, dibattiti, interviste, tavole rotonde, qualsiasi cosa. L'importante è che nell'insieme vengano date a tutti pari opportunità, sulle reti pubbliche e private. Con criteri più precisi perché, decaduti i vecchi decreti di paicondicio, la legge 515 del '93 oggi in vigore è insufficiente, come ha avuto modo di rilevare il presidente dell'Authority Cheli». Berlusconi chiedo elio maggioranza e opposizione gestiscano loro - metà per uno - gli spazi dei vari partiti secondo il loro peso. «E se poi i Poli cambiano? Una legge non può irrigidirsi con criteri cosi dettagliati. Saranno i regolamenti a fornirli». *• Ai'./ • Vincenzo Vita Vincenzo Vita

Persone citate: Berlusconi, Cheli, Verdi, Vincenzo Vita

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma