Aosta sogna un futuro senza Tir
Aosta sogna un futuro senza Tir Aosta sogna un futuro senza Tir Dopo la tragedia silenzio irreale ai piedi del Bianco Chiara Berla di Argentine inviata a (J0UHMAYI:UH IL ritorno al passato comincia dn Aosta. Lungo l'autostrada che porta al tunnel dui Monte Bianco - il traforo che non c'è più - le gallerie sono semivuote; all'incrocio con la statale, poco prima di Morgex, solo auto e mountain bike. Passato Pré-Suint-Didier, con i balconi fioriti di gerani rossi e genziane, persino sulla salita che porta a Courmayeur incrociamo un solo autobus blu e dei camioncini con i gommoni pur il rafting nella Dora, «Pazzesco!», esclama la mia compagna di viaggio, mia nipote Maddulena che nei suoi 19 anni non aveva mai vissuto la straordinaria avventura di percorrere la Valdigne senza vedere neanche l'ombra di un Tir. Senza dover temere i sorpassi dei bestioni della strada. Senza dover respirare i loro gas di scarico. Sogniamo: il Glacier Purk in Montana, Sedona e le sue rocce rosse in Arizona, il Sequoia National Park in California, meta di viuggi familiari ullu scoperta di come si può valorizzare e rispettare la natura e hi montagna. E' solo un sogno, un capriccio da privilegiati elio vanno in Vul d'Aosta per veloci vacanze azzardure che una catastrofe possa far riflettere su come ripensare e rivalorizzare una dello aree più bello ina anche più ferite del nostro Paese? A Palleussieux poco prima del Verrand, in questa prima estate dopo la tragedia del traforo, stanno costruendo dei nuovi condomini. Appartamenti con vista sul Monte Bianco, una grande piscina. Siamo quasi arrivate a Courmayeur, il weekend del grande esodo è uno dei viaggi più rilassanti che ricordi. Verde e fiori ovunque, silenzio. «Sono tornate anche le marmotte», ride Claudio Magenta, valdostano pervia del matrimonio con Musi Guichardaz, bionda maestra di stile nei suoi negozi al condominio Brenva e all'Ange. Courmayeur mi sembra bellissima, ricorda il tranquillo paese di fondo valle della mia infanzia. Luogo d'arrivo c non di passaggio, luogo paradosso nell Europa senza più frontiere dovi; il destino ma forse più l'umana insensatezza ha richiuso il passaggio a Nord-Ovest. In Val Veny, alle pendici del Monti; Bianco, l'anziana signora genovese racconta felice di aver Fatto il viaggio da sola guidando, per una volta, senza paura. Sia¬ mo sotto il ghiacciaio della Brenva, da qui si vede l'ingresso del tunnol: deserto. Il grande distri ■ butore di benzina a Entreves: non ha più clienti. Chamonix è tornata lontana e irraggiungibile per chi non va in montagna. Lontana come lo è stata por secoli. Chi aveva comprato casa in Francia è costretto ad aggirare il bianco dalla Svizzera. Ma gli amici con appartamento a la Villette, a poche decine di metri dalla strada che era stata fatta per il traffico sempre più gravoso del traforo, tanto gravoso che già è in costruzione la nuova autostrada, mi raccontano la gioia di aver ripreso, dopo anni e anni, a godersi il sole e le monta¬ gne dal terrazzo di casa. Una casa senza più vista sui Tir. Mi dicono che allungheranno le loro vacanze a Courmayeur ora che sotto il loro terrazzo passano solo le automobili che vanno verso Entreves e in vai Ferret e vai Veny dove negli ultimi anni è stato imposto, comunque, il numero chiuso per le auto. Un aperitivo al relais dell'Ange, altro angolo rinato della vecchia Courmayeur. Con me ci sono figli e nipoti: indietro non si torna, perché illudersi? Ma suonano «Yesterday» e sembra di essere davvero in pieni Anni Sessanta. I 45 giri dei Beatles, i primi mangiadischi per i pomeriggi di noi adolescenti con il Vespino e le sottane kilt. I tornei di tennis e gli alicnamenti tra i paletti da slalom sul ghiacciaio dove è già Francia. Pochi metri più in là i Gilberti, proprietari una volta anche delle funivie, stanno ristrutturando in marnerà superba il Grand Hotel Rovai e Golf; mi dicono che tutti gli alberghi sono prenotati. A la Maison de Filippo, sabato sera, bagna cauda, grappa e cori. «Duecento firme, in un solo giorno!». Domenica 1° agosto, Eligio Milano è un uomo felice. Lui che è nato a Courmayeur e che al liceo del paese insegna lettere da 29 anni è il portavoce del neonato Comitato «Tunnel del Monte Bianco; Stop ai Tir». Sogno, ancora? Mi spiegano che in alcuni negozi di Courmayeur, alla Pro Loco di Morgex, in municipio a Pré-Saint-Didier, nella gelateria di La Salle, nei bar tabaccheria di La Thuile sono comparsi dei volantini: «Dite NO al ritorno dei camion, dite SI' al rispetto del Monte Bianco». E la gente, 3.500 persone in pochi giorni, legge («Sì all'aria pura e alla calma ritrovata... Sì, al tunnel com misure di sicurezza riservato ai veicoli leggeri, agli autocarri e al commercio locale... Sì ad un'immagine forte e positiva delle nostre valli nel mondo intero») e firma la petizione popolare contro la riapertura del tunnel del Monte Bianco ai camion di peso superiore alle 40 tonnellate. Sottoscrive il semplice turista ma anche la potente Associazione albergatori di Courmayeur; aderisce la cooperativa «Lo pan Ner» di Aosta che con i suoi 900 soci in valle conta ben più dei Ds (300 iscritti) ma anche Giovanni Bassanini, guida alpina e figlio di Franco che a Palazzo Chigi, a Roma, è l'ombra di D'Alema. «Il nostro obiettivo è portare 50 mila firme al Parlamento europeo», dichiara il professor Milano. E racconta la storia di un gruppo di amici - l'impiegata, l'abergatore, il commerciante - tutti valdostani, nessuno legato a partiti politici che, dopo i giorni del dolore per le vittime della tragedia del 24 marzo, hanno letto con crescente preoccupazione notizie sulla volontà non solo di riaprire al trasporto pesante il tunnel ma, addirittura, di raddoppiarlo. A fine luglio hanno creato il comitato che ha fatto suo il testo della petizione del comitato nato negli stessi giorni in Alta Savoia ( 16 mila firme già raccolte); e nei prossimi giorni scenderà in pista un terzo comitato sul fronte svizzero del Bianco. Spiega Eligio Milano: «Da subito ci sono tutte le condizioni per trasferire su rotaie le merci senza danneggiare le regioni alpine. La nostra è una sfida degna dell'Europa dei cittadini», aggiunge Milano. «Ma perché la Rai regionale che trasmette 20 minuti sulla mungitura delle vacche a noi dà pochi secondi?». Ci risiamo, 1 insegnante utopista sembra mia nipote. Sulla strada del ritorno, prima di Morgex, c'è l'enorme cavalcavia ancora in costruzione per la nuova autostrada verso ù tunnel. Sarà colpa dell'aria pura ma mi viene un pensiero pazzo: e se un giorno diventasse d Fuenti della Val d'Aosta? «Porteremo 50 mila firme a Strasburgo per dire no ai camion oltre le 40 tonnellate» Analoga iniziativa è stata promossa in Alta Savoia e nel versante svizzero
Persone citate: Ange, Bianco, D'alema, Eligio Milano, Gilberti, Giovanni Bassanini, Musi Guichardaz, Savoia
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