HILLARY E' DIVENTATA DONNA di Maria Laura Rodotà
HILLARY E' DIVENTATA DONNA IL PERDONO A CLINTON HILLARY E' DIVENTATA DONNA Maria Laura Rodotà SE un'amica ci dice che il suo compagno fedifrago va capito, che la tradisce a raffica per via dei conflitti sorti tra sua mamma e sua nonna quando aveva quattro anni, le facciamo gentilmente presente che si ò bevuta il cervello. Dopodiché non insistiamo, in fondo quel che si racconta sono affari suoi. Invece gli affari di Hillary Clinton, donna potentissima nonché aspirante senatore che riflette sulle sue corna non con la parrucchiera ma coi media, possono diventare di tutti. Non solo per gii effetti politici della stracca soap-opera Clinton-Rodham-Lewinsky e altre; ma per i rimbalzi mondiali nelle teste e nel costume. Dopo la sua intervista a «Talk», ci si chiede perché l'ha fatto: solito giustificazionismo femminile, pragmatismo coniugale condito da psicologia pop, strategia per rendersi simpatica agli elettori uomini in quanto comprensiva e alle donne in quanto pateticamente boccalona come molle di loro? Certo, Hillary si vendica anche un po': descrivendo Bill non come uno stallone ma come un pupone «bisognoso di disciplina»; che anzi, «é straordinario come sia stato in grado di esercitare una grande leadership», Ma come tanti leader maschi, Clinton è stato pasticcione in privato, senza inni voglia di parlarne. Mentri1 la seria avvocata accusata di scarsa femminilità gioca il gioco più femminile di tutti: parlar male del compagno, decidere che non è colpa sua, dire che resta con lui perché lo ama. Un unno fa, la saggista controversa Elizabeth Wurtzel ha scritto che Hillary è un pessimo esempio di donna masochista, immolatasi al successo del marito. Adesso, s'immola alle poste del cuore e alle chiacchiere femminili globali. Tutto, femminilmente, per farsi volere bene, se non da un uomo da qualche milione di elettori. Servirà?
Persone citate: Clinton, Clinton Hillary, Elizabeth Wurtzel, Hillary Clinton, Lewinsky, Rodham
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