«Era vietato giocare su quel campo»

«Era vietato giocare su quel campo» Diano Marina: ma sulla morte del ragazzino ucciso dalla porta di calcio indaga la procura «Era vietato giocare su quel campo» Il gestore dell'hotel: un cartello&wrisavadelpericolo Il magistrato ipotizza l'omicidio colposo aggravato Stefano Delfino DIANO MARINA Per il dottor Pelosi, sostituto procuratore di Imperia, l'ipotesi di reato è quella di omicidio colposo aggravato. Potrebbero quindi esserci delle responsabilità, nella morte di Samuele Corti, il quattordicenne di Fino Moni a sco (Como): in vacanza al mare in frazione Chiappa di San Bartolomeo con i nonni, Flavio e Francesca, è stato colpito al capo dalla traversa in ferro della porta di un Campetto, presso l'albergo Villa Rosmini di Diano Marina. Oggi, al più tardi domani, l'autopsia, disposta dal magistrato: da essa potrebbero giungere chiarimenti sulla dinamica dell'accaduto. Ulteriori accertamenti vengono intanto compiuti dagli agenti dalle Questura e dagli uomini della Scientifica. Tre mazzi di fiori (gigli, margherite e rose bianche), deposte dagli amici in lacrime accanto alla recinzione, ricordano ia tragedia. L'impianto sportivo è sotto sequestro: all'interno, ieri mattina, c'erano ancora un pallone a spicchi, macchiato di sangue, la porta rovesciata e un lenzuolo bianco. Roberto Miranti, di Villa Rosmini, respinge ogni eventuale addebito: «Il campo è per il gioco del tennis. Lo usano i clienti e solo a pagamento. L'altro giorno lo stavamo attrezzando per il calcetto. Ma è cominciato a piovere, e così i lavori sono stati sospesi. L'ingresso, tuttavia, era chiuso: nessuno avrebbe dovuto entrare. C'erano cartelli di pericolo». E invece, dopo aver fatto il bagno, Samuele - che non era ospite dell'hotel, ma ne frequentava la spiaggia - è penetrato nel recinto con un amico, Guido. I due ragazzi hanno cominciato a dare calci al pallone, pare si divertissero ai rigori. Cosa sia successo dopo, non è ancora stato possibile ricostruirlo. L'unico testimone, il piccolo Guido, è choccato e non ricorda. Gli inquirenti avanzano due ipotesi: la porta potrebbe essersi rovesciata in seguito a una pallonata violenta, oppure potrebbe aver ceduto perchè - forse - Samuele, il portiere, si era aggrappato alla traversa, come a volte vedeva fare ai calciatori famosi. Racconta Amedeo Gasparini, il bagnino die tutti chiamano Gianni e che è stato il primo a intervenire: «Conoscevo bene Samuele: un ragazzino tranquil- lo, educato, che spesso scherzava anche con me. L'ho visto gironzolare nel giardino con altri coetanei, poi l'ho perso di vista. Stavo riordinando le sedie a sdraio e gli ombrelloni, quando ho sentito un forte colpo e un urlo. Era Guido che mi chiamava: "Gianni corri, Samuele si è fatto male". Mi sono precipitato al Campetto. Il ragazzo era a terra, disteso un fianco. Sanguinava, aveva perso i sensi. Ho chiesto aiuto, è arrivato un medico occasionalmente presente in hotel e subito dopo l'autolettiga». Ogni sforzo è stato inutile, però: Samuele è giunto ormai privo di vita all'ospedale di Imperia. E' toccato ai nonni l'ingrato compito di avvertire i genitori del ragazzo. Una scena straziante il loro arrivo all'obi¬ torio, dove la salma era stata ricomposta. A Villa Rosmini, per tutta la domenica, ò proseguito il mesto pellegrinaggio al luogo, teatro della vicenda. E tutti, costernati e increduli, commentavano l'accaduto. «Tragica fatalità», «imprudenza» oppure esistono responsabilità di qualcuno? A dare una risposta, proverà l'inchiesta giudiziaria. Ancora da stabilire la dinamica della disgrazia: sul luogo i mazzi di fiori dei compagni di gioco La porta del campo di calcetto dell'hotel Villa Rosmini a Diano

Persone citate: Amedeo Gasparini, Fino Moni, Pelosi, Roberto Miranti, Rosmini, Samuele Corti, Stefano Delfino

Luoghi citati: Como, Diano Marina, Imperia