Torna il gelo tra Israele e palestinesi

Torna il gelo tra Israele e palestinesi I collaboratori di Arafat negano che sia stato trovato un accordo: «I colloqui sono in grave crisi» Torna il gelo tra Israele e palestinesi Barak: ritiro ad ottobre GERUSALEMME Il primo ministro israeliano Ehud Barak ha fissato ieri al primo ottobre la data dell'inizio del ritiro dell'esercito israeliano dalla Cisgiordania «in conformità con gli accordi di Wye Plantation». Ne hanno dato notizia la televisione pubblica israeliana e la radio militare precisando che Barak, durante la riunione settimanale del suo gabinetto, ha detto: «Andiamo verso un accordo con i palestinesi. Il primo settembre avrà inizio l'applicazione degli accordi di Wye e un mese dopo il ritiro dalla Cisgiordania». Barak - secondo la televisione ha affermato che le due parti hanno convenuto di «decidere entro due settimane le modalità di applicazione in varie fasi». Gli accordi di Wye, firmati il 23 ottobre '98, ma congelati in dicembre dal precedente gabinetto Netanyahu, prevedevano un trasferimento di autorità e ridispiegamenti militari in tre fasi, una sola delle quali è stata attuata. La zona sotto controllo esclusivamente israeliano in Cisgiorda¬ nia deve diminuire del 13 per cento. Ma l'annuncio è stato parzialmente smentito dalla delegazione palestinese che discuteva ieri con quella israeliana le modalità d'applicazione dell'accordo. Ed una «grave crisi» sembra essere scoppiata in serata fra le due rappresentanze. Lo ha rivelato una fonte palestinese che ha richiesto l'anonimato, indicando che le due parti «non si sono trovate d'accordo sul modo né sul calendario dell'applicazione dell' intesa di Wye. «Le parti non sono neppure d'accordo sulla prossima riunione» ha affermato la fonte, aggiungendo che dopo l'incontro i negoziatori palestinesi, Saeb Erakat e Mohammed Dahlan, sono partiti per il Cairo, chiamati dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Yasser Arafat, che si trova nella capitale egiziana. Al Cairo al termine dell'incontro fra i rappresentanti di Fatah, la componente maggioritaria dell' Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) che fa capo a Yasser Arafat, e il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) di George Habash, che si oppone agli accordi di pace con Israele, i commenti delle parti sono stati caratterizzati da toni molto distesi. 1 colloqui del Cairo hanno fatto registrare un significativo riavvicinamento, anche se non si può parlare ancora di piena riconciliazione. «È stato un grande successo», ha dichiarato Salim al Zanoun, esponente di spicco di Fatah e portavoce del Consiglio nazionale palestinese (il parlamento). «Abbiamo fatto conoscere il nostro punto di vista e loro hanno esposto il loro», ha detto a sua volta il n. 2 del Fplp, Abu Ali Moustafa. «Esistono delle divergenze - ha affermato - ma è naturale: speriamo di definire una formula che porti all'unità nazionale palestinese». Circa la mancata partecipazione di Habash ai colloqui, Moustafa ha spiegato che il leader del Fplp accetterà di incontrare Arafat, quando il presidente dell'Olp e dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), l'organo di autogoverno dei territori arabi, farà ammenda per aver avallato la cancellazione dallo statuto palestinesi degli articoli che ipotizzavano la distruzione d'Israele. Frattanto ieri sera il primo ministro israeliano Ehud Barak è partito per Mosca per una visita di 24 ore che è ufficialmente presentata col fine di aggiornare il governo russo sugli ultimi sviluppi del processo di pace araboisraeliano - di cui la Russia e «cosponsor» assieme agli Stati Uniti - e di discutere di questioni bilaterali. le. st.) Il primo ministro israeliano Ehud Barak