Ferie sulle ali dello spirito di Enzo Bianchi

Ferie sulle ali dello spirito Ferie sulle ali dello spirito Nei monasteri alla ricerca di sé i, VACANZE ITALIANE Enzo Bianchi BOSE (Biella) Enzo Bianchi VACANZA, occasione per «vacare» cioè «avere tempo libero per...»: giorni in cui dovrebbe esser possibile «dare tempo al tempo»: ma per fare cosa? «Esodo», cioè uscita di massa dal ritmo di lavoro e di relazioni quotidiane: ma per sfuggire quale schiavitù? E per andare dove, per approdare in quale «terra promessa»? Conquista sociale divenuta per molti obbligo morale, la vacanza rischia di trasformarsi in «dovere» al quale non ci si può sottrarre e che si cerca di assolvere nel modo meno comune e scontato possibile. E così schiere di cittadini trasmigrano a riprodurre i difetti delle città in borgate alpine o sui lungomare gruppi di italiani attraversano gl oceani per imbattersi nel vicino di casa su una spiaggia esotica astuti sedentari scoprono oriz zonti impensati nella propria cit tà divenuta deserta... Da alcuni anni trascorrere una parte delle vacanze in un ambiente religioso - monastero, convento o santuario che sia - sta diventando prassi diffusa, anche se non ancora fenomeno di massa: scelta di nicchia che non manca di attirare l'attenzione di quotidiani e settimanali, di guide turistiche e itinerari consigliati anche al di fuori dell'ambito «confessionale». Ieri Giovanni Paolo II, nel suo saluto a quanti sono in partenza per le vacanze - periodo definito di «ricarica di umanità e di pace» - si è complimentato con quanti hanno scelto di trascorrerlo in questi «luoghi dello spirito». Ma cosa spinge persone che magari durante l'anno varcano solo rare volte, e a fatica, le soglie di una chiesa a decidere di sostare più giorni all'interno delle mura di un monastero? Più che una moda, credo si tratti dell'emergenza di un bisogno autentico, eli un desiderio di trovare altrove un senso al vissuto quotidiano, di vivere un tempo altrimenti per poter tornare a vivere in pienezza una vita divenuta routine. Quindi, per riprendere la metafora dell'esodo biblico, non si pane alla ricerca di una «terra promessa» dalla quale non tornare più, ma di un luogo altro nel quale riscoprire che è sempre possibile riprendere la propria vita da persone libere e non da schiavi. Un'occasione, insomma, di alterità positiva, di sguardo non miope ma lungimirante, distaccato e insieme appassionato, sulle abitudini - buone e cattive assunte nei rapporti con gli altri e con la realtà circostante. Il monastero - e soprattutto quanti ne hanno fatto il luogo della loro vita - non dovrebbero aver bisogno di accorgimenti ed escamotages particolari per rispondere a questa sete di senso: non si tratta di adeguare l'offerta alla domanda e di allestire improbabili «scuole di sopravvivenza spirituale» ma, molto più semplicemente, di rimanere autentici, consapevoli di essere testimoni di un vivere alternativo senza supponenza né arroganza alcuna. D'altronde, indipendentemen- te da corsi, convegni, iniziative culturab o spirituali che qui o là si possono organizzare, la vita monastica in sé, con la sua struttura e i suoi ritmi, è già icona di un possibile modo diverso di vivere con se stessi e con gli altri: non sono forse i monasteri luoghi in cui le persone stanno stabilmente insieme per libera scelta e non per consanguineità, né per simpatia o attrazione reciproca? ese, ha avuto Non vi si incontrano forse uomini e donne die lavorano insieme non per fare del risultato produttivo lo scopo dei loro sforzi ma per procurarsi il necessario per vivere e condividerlo con chi non ne dispone? Non vi è forse un'architettura del tempo determinata da quelli che riman¬ gono i bisogni primari di tigni uomo: il nutrimento del corpo e dello spirito, l'alternanza tra parola e silenzio che la parola fa sgorgare e alimenta, il riposo concepito come sostegno di una vita piena e libera e non come metodo di ottimizzazione del ciclo produttivo? Certo non è facile cambiare in pochi giorni ritmi e mentalità, privarsi dei normali mezzi di comunicazione per riscoprire la ricchezza del dialogo fraterno, misurarsi su quello che si è anziché su quello che si fa o si possiede, riscoprire la semplicità di ima vita più legata alla natura e alle sue esigenze, lasciare che silenzi e suoni ormai dimenticati colpiscano ancora le nostre orecchie e i nostri cuori, rievocando un mondo interiore messo a tacere ma non eliminato... Ma il toccare con mano anche solo per una settimana che questa alterità è possibile, non ci è estranea ma familiare è un aiuto a riprendere In lotta quotidiana contro il prevalere del frastuono sull'intimità, della superficialità su quanto abita le nostre profondità. Si, dentro o fuori i monasteri, dev'essere possibile usare le vacanze per accrescere la propria libertà e per riscoprire l'autenticità di rapporti umani che avevamo condanna to alla triste banalità ili chi dall'altro non attende più nulla. Allora il «controesodo» non sarà l'amaro, convulso ritorno a una quotidianità mal sop]Mjrtalu, ma la riscoperta del proprio ambiente di vita come luogo in cui avviene l'incessante dono reciproco di una ricchezza mai esaurita. Priore del monasteio di Boso I LUOCHI DELLA FEDE •Quanti sono: 2040 (1763 santuari e 637 monasteri) «Dove: Nord (1030). Centro (980) e Sud (4Q0)~ • Chi II visita: 15 milioni di persone l'anno • Giro d'affari: 450O-50OO miliardi annui •I più curiosi: per una vacanza «ascetica» la Fraternità monastica Santa Maria del Servi, ad Arco, nel Trentino, che offre esperienze di clausura, incontri di preghiera e uno stile di vita strettamente monastico. Per gli appassionati di libri antichi, il Monastero Santissima Trinità di Cava de' Tirreni, nel Salernitano, ricco di oltre 40.000 volumi e 15.000 pergamene e l'abbazia del Santi Pietro e Andrea di Novalesa. nel Torinese, ha avuto tra i suol ospiti più illustri Carlo Magno. Fonte: •Itinerari della fede, della cultura, della vacanza* i, In atto giovani nella comunità di Bose, nei pressi di Biella A lato, il monastero di Camaldoli Enzo Bianchi

Persone citate: Boso I, Carlo Magno, Enzo Bianchi, Giovanni Paolo Ii, Salernitano

Luoghi citati: Biella, Novalesa, Santi Pietro, Trentino